Ordinato sacerdote il [[28 maggio|28 Maggio]] [[1904]], è mandato quale vicario parrocchiale nella [[parrocchia]] di [[Caselle Landi]]. Qui mette a frutto le riflessioni maturate negli anni della formazione: nel giro di soli 5 anni questo giovane prete fonda una [[Casse rurali|Cassa Rurale]], una [[Società cooperativa|Cooperativa]] per i lavoratori disoccupati, l’Unione rurale tra fittabili e proprietari terrieri, una sorta di previdenza sociale, una prima [[Sindacato|organizzazione sindacale]] per i braccianti contadini. Oltre che di un'intelligenza acuta e di una coraggiosa intraprendenza, è dotato anche di una grande capacità oratoria: tiene numerosi comizi in cui controbatte vari esponenti [[Socialismo|socialisti]] presenti nel territorio, ed è ricercato, come oratore, anche fuori dal Lodigiano. Dai suoi avversari, viene soprannominato "''quel demonio di un prete''”. “''Alla quaglia taglieremo la coda''”, gli urla, un giorno, un socialista durante un comizio, e don Quaini prontamente ribatte: “''ma non il becco''”.
Dal [[1909]] al [[1911]] è a [[Codogno]] quale cappellano del lavoro e propagandista per il Basso Lodigiano. E’ nominato Direttore del settimanale locale, ''Il popolo''<ref>{{Cita libro|autore=L. Samarati|titolo=Diocesi di Lodi|anno=1989|editore=Editrice La Scuola|città=Brescia|p=322|capitolo=Il movimento cattolico da Porta Pia alla Resistenza|citazione=}}</ref>. Qui organizza i primi movimenti politici di stampo cattolico, ma raccoglie anche cocenti sconfitte. Con il fallito [[sciopero]] contadino del [[1910]], primo sciopero nelle campagne della bassa Lodigiana<ref>{{Cita libro|autore=L. Samarati|titolo=Diocesi di Lodi|anno=1989|editore=Editrice La Scuola|città=Brescia|p=85|capitolo=Dalla Riforma tridentina ai nostri giorni}}</ref> organizzato dai [[Popolarismo|Popolari]], si inimica i proprietari terrieri, i quali fanno pressioni sul vescovo per un suo trasferimento dalla città<ref>{{Cita libro|autore=L. Samarati|titolo=Diocesi di Lodi|anno=1989|editore=Editrice La Scuola|città=Brescia|pp=322-323|capitolo=Il movimento cattolico da Porta Pia alla Resistenza|citazione=Il programma di azione sociale del Quaini, senza escludere le forme già sperimentate, non rifugge dall'organizzazione di classe né dallo sciopero. Giunge anche a prospettare la sostituzione dei tradizionali fittabili con cooperative di lavoratori e contratti di affittanza collettiva. [...] Quaini impegna i circa 1500 aderenti alle sue leghe, riuniti a congresso in Codogno il 28 marzo 1910 (presente Guido Miglioli), nella lotta per il rinnovo del contratto. Anche stavolta gli agrari scavalcano i cattolici accordandosi con i più pragmatici socialisti e paralizzando i parroci con il ricatto. Lo sciopero proclamato dalle leghe cattoliche (27 luglio-3 agosto 1910) viene fatto fallire con la complicità della stessa Camera del lavoro di Codogno. Il vescovo Rota e don Trabattoni parroco di Maleo hanno dato invece il loro cauto appoggio all'azione. Ma gli oppositori interni di don Quaini colgono il destro per sopprimere "Il Popolo" e accusare il sacerdote di modernismo. [...] Don Quaini infine fu richiamato a Lodi e l'organizzazione contadina venne affidata alla Lega del lavoro di Milano}}</ref>.