Cattaro: differenze tra le versioni
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[[File:Austrohungarypostcardkotor1912-09-07.jpg|thumb|Scorcio della Cattaro austroungarica. L'immagine risale al 1912]]
All'arrivo della notizia della concessione austriaca della Costituzione, il 23 marzo [[1848]], durante la [[primavera dei popoli]], la popolazione si riversò per le strade acclamando all'Italia, mentre lo stesso giorno la municipalità di Cattaro votava l'annessione al [[Regno Lombardo-Veneto]]. Il ''[[Principe vescovo|vladika]]'' del Montenegro, preoccupato per queste sollevazioni, si rivolse ai bocchesi e ai ragusei (pur cittadini austriaci) affermando che qualora fosse stata dimostrata qualunque altra esaltazione per il [[Risorgimento italiano]] egli avrebbe "ridotto in cenere" e "cosparso di sangue" l'intera Dalmazia meridionale.
Contemporaneamente il ''vladika'' inviava un battaglione che con le armi allontanando l'eventualità che l'iniziale sollevazione si tramutasse in una vera e propria insurrezione. Gli abitanti però continuarono a seguire gli eventi risorgimentali italiani tant'è che tra [[I Mille]], che con [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] salparono da [[Quarto dei Mille|Quarto]] alla volta della [[Sicilia]], v'era anche [[Marco Cossovich]], nativo di [[Venezia]] ma di famiglia e sentimento bocchese, il quale viene anche nominato, tra i pochi, da Garibaldi nella sua opera ''I Mille''.
L'amministrazione imperiale austriaca, per tutta la seconda metà del XIX secolo, aumentò le ingerenze sulla gestione politica del territorio per attenuare l'influenza del gruppo etnico italiano temendone le [[Irredentismo italiano in Dalmazia|correnti irredentiste]]. L'imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria]] delineò compiutamente in tal senso questo piano di ampio respiro:
{{Citazione|Sua maestà ha espresso il preciso ordine di opporsi in modo risolutivo all'influsso dell'elemento italiano ancora presente in alcuni Kronländer, e di mirare alla [[germanizzazione]] o [[slavizzazione]] - a seconda delle circostanze - delle zone in questione con tutte le energie e senza alcun riguardo, mediante un adeguato affidamento di incarichi a magistrati politici ed insegnanti, nonché attraverso l'influenza della stampa in [[Trentino|Tirolo meridionale]], [[Dalmazia]] e [[Litorale adriatico]].|Die Protokolle des Österreichischen Ministerrates 1848/1867. V Abteilung: Die Ministerien Rainer und Mensdorff. VI Abteilung: Das Ministerium Belcredi'', Wien, Österreichischer Bundesverlag für Unterricht, Wissenschaft und Kunst 1971, vol. 2, p. 297.<ref>Citazione completa della fonte e traduzione in Luciano Monzali, ''Italiani di Dalmazia. Dal Risorgimento alla Grande Guerra'', Le Lettere, Firenze 2004, p. 69.</ref>.}}
Queste ingerenze, insieme ad altre azioni di favoreggiamento al gruppo etnico slavo ritenuto dall'impero più fedele alla corona, esasperarono la situazione andando ad alimentare le correnti più estremiste e rivoluzionarie.
Il tentativo di istituire la [[Servizio militare|coscrizione obbligatoria]], effettuato e fallito nel [[1869]] ed infine riuscito nel [[1881]], causò due brevi rivolte popolari. Per quanto riguarda i [[dalmati italiani]], etnia italiana [[Popoli indigeni|autoctona]] anche di Cattaro, nel [[1895]] si riunirono attorno alla locale sede della [[Lega Nazionale]]. Nel censimento del 1910 si annoveravano solo 538 italiani in tutto il circondario di Cattaro. Ma scuole italiane sorsero, nello stesso periodo, a [[Morigno]]<ref name=autogenerato1>Cfr. alle pp. 324-327 in [[Istituto Idrografico della Marina]] ''Portolano del Mediterraneo, volume 6, Adriatico Orientale (edizione 1994, nuova tiratura febbraio 2002)'', Genova. (Pubblicazione annessa alla cartografia ufficiale dello Stato - legge 2 febbraio 1960, n. 68).</ref>, [[Perasto]]<ref name=Idrografico/>, [[Petrera]], [[Combur]]<ref name=Idrografico/> e [[Bianca (Montenegro)|La Bianca]]<ref name=Idrografico/>. Tuttavia, nel censimento jugoslavo del [[1927]], gli italiani risultavano solo 240.
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