Seconda Repubblica cecoslovacca: differenze tra le versioni

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== Storia ==
La repubblica cecoslovacca era divenuta uno stato estremamente debole. Gli [[Accordi di Monaco]] avevano causato la perdita di vaste porzioni di territorio, il che significò la perdita del 38% dell'area nazionale a favore della [[Germania nazista|Germania]], con circa 3,2 milioni di tedeschi e 750.000 [[cechi]]. A causa della mancanza di frontiere naturali, ed avendo perso il costoso sistema di fortificazioni al confine, il nuovo stato non era difendibile militarmente.
 
L'[[Regno d'Ungheria (1920-1946)|Ungheria]] ricevette 11.882 [[km²]] appartenenti alla [[Slovacchia]] meridionale e alla [[Rutenia subcarpatica|Rutenia]] meridionale; secondo un [[censimento]] del [[1941]], circa l'86,5% della popolazione di questi territori era ungherese. La [[Seconda Repubblica di Polonia|Polonia]] acquisì la città di [[Český Těšín]], insieme all'area circostante (906 km², con circa 250.000 abitanti, principalmente [[polacchi]]) e due piccole aree di confine nella Slovacchia settentrionale, precisamente le regioni di [[Spiš]] e [[Orava]] (226 km², 4.280 abitanti, solo lo 0,3% polacchi). Inoltre, il governo cecoslovacco aveva problemi nel sistemare i 115.000 cechi e i 30.000 tedeschi rifugiati, che erano scappati nella parte che ancora era rimasta appartenente alla Cecoslovacchia.
 
Anche il sistema politico della nazione era nel caos. Dopo le dimissioni di [[Edvard Beneš]], il 5 ottobre [[1938]], il Generale [[Jan Syrový]] aveva svolto le funzioni presidenziali finché non fu scelto come [[Presidenti della Cecoslovacchia|Presidente]] [[Emil Hácha]] il 30 novembre [[1938]]. Hácha fu scelto in quanto [[cattolicesimo|cattolico]] e [[conservatorismo|conservatore]], e perché non era stato coinvolto in nessun governo che aveva portato alla spartizione della nazione. Egli nominò [[Rudolf Beran]], leader del Partito Agrario dal [[1933]], nuovo [[Primi ministri della Cecoslovacchia|Primo ministro]] il 1º dicembre 1938. Quest'ultimo era, come gran parte degli Agrari, di destra e scettico verso [[liberalismo]] e [[democrazia]]. Il [[Partito Comunista di Cecoslovacchia]] fu sciolto, anche se ai suoi membri fu consentito di restare nel Parlamento. Fu introdotta una forte [[censura]], ed anche una legge che permetteva al [[governo]] di esercitare i poteri anche senza [[Parlamento]].