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Nel corso del [[1942]], mentre trasportava un carico di munizioni pesanti, il suo aereo fu scoperto dalla caccia nemica, e nonostante il velivolo fosse stato colpito e duramente danneggiato, egli riuscì caparbiamente a farlo atterrare su una piccola pista che non era nemmeno segnata sulle carte, toccando il suolo a vista con la testa fuori dall'abitacolo per riuscire a vedere, perché il fumo e l'olio che fuoriusciva dal motore in fiamme gli impediva la visuale. Per tale azione gli fu assegnata la [[Medaglia d'argento al valor militare]].
Nell'autunno dello stesso anno<ref name=P6p8>{{Cita|Pellegrino 1996|p. 8|Pellegrino1996}}.</ref> il suo reparto viene intensamente impegnato nelle missioni di rifornimento all'armata italo-tedesca operante in [[Africa settentrionale italiana|Africa settentrionale]].<ref name=V4p24>{{Cita|Viola 2014|p. 24|Viola2014}}.</ref> Dopo la [[Seconda battaglia di El Alamein|battaglia di El Alamein]] l'armata iniziò la lunga ritirata attraversando l'intera [[Libia]] per rifugiarsi in [[Tunisia]], dove stabilì l'estrema linea di resistenza sul [[Linea del Mareth|Mareth]].<ref name=P6p8/> I reparti del SAS vennero pesantemente impegnati in missioni di rifornimento che, partendo dagli aeroporti di [[Aeroporto di Sciacca|Sciacca]]<ref name=P6p8/> e [[Aeroporto di Castelvetrano|Castelvetrano]]<ref name=P6p8/> ([[Sicilia]]), avevano come metà gli aeroporti di [[Sfax]] e [[El Alouina]]<ref name=P6p8/> in Tunisia. Si trattava di missioni pericolosissime,<ref name=P6p8/><ref>Tali missioni prevedevano all'attraversamento del Canale di Sicilia a volo radente sul mare, con gli aerei letteralmente stracarichi di benzina, munizioni e truppe di rinforzo.</ref> che prevedevano l'attraversamento del [[Canale di Sicilia]] in aeroconvogli<ref>Tali aeroconvogli, composti normalmente da dieci o venti velivoli, sostituivano quelli navali per l'impossibilità della [[Regia Marina]] di operare nel [[Mar mediterraneo|Mediterraneo centrale]], ormai controllato dai sommergibili alleati e dai radar di [[Malta]].</ref> debolmente scortati dalla [[Aereo da caccia|caccia]] italiana.<ref name=P6p8/>
Il 5 maggio 1943 il suo aereo decollò dal campo di Finocchiara,<ref name=V4p24/> nei pressi di [[Base aerea di Gerbini|Gerbini]]<ref>Paese nelle vicinanze di [[Catania]].</ref> trasportando un reparto di [[bersaglieri]]<ref>Al comando del tenente Antonio Del Gizzi.</ref> dell'[[8º Reggimento bersaglieri|8º Reggimento]]. Insieme ad altri quattro velivoli, scortati da 16 [[Aereo da caccia|caccia]] [[Macchi M.C.202|Aermacchi C.202 Folgore]]<ref>Appartenenti al 151º Gruppo del [[53º Stormo|53º Stormo Caccia Terrestri]], e posti al comando del tenente Amedeo Guidi.</ref> la formazione italiana iniziò la traversata sul mare quando, circa a metà del percorso, fu intercettata da caccia [[Lockheed P-38 Lightning]] dell'[[United States Army Air Forces|U.S. Army Air Forces]]. Anche se contrastati duramente dai C.202, i P-38 abbatterono subito due S.M.82 che precipitarono in fiamme, mentre altri due, gravemente danneggiati, furono costretti ad ammarare. Rimasto solo, il suo aereo fu preso a bersaglio dagli aerei americani riportando gravi danni che lo costrinsero ad atterrare in emergenza sul litorale sabbioso tra [[Capo Bon]] e [[Cartagine]].<ref name=V4p24/>
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