Museo irpino: differenze tra le versioni

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=== Museo Irpino Risorgimento ===
Questa sezione del museo fu voluta nel 1970 dal professor Fausto Grimaldi, il quale aveva raccolto un cospicuo corpo di materiale documentario che copriva il periodo che va dal 1799 al 1915. In principio il materiale fu ospitato ed esposto al pubblico nelle sale dell’edificio di corso Europa fino alla fine degli anni ‘90, per finire poi archiviato nei depositi quando tali sale furono riconvertite e adoperate per l’organizzazione della mediateca provinciale.
 
Solo nel 2011, in occasione dei 150 anni dell’[[unità d'Italia]], i documenti ed i 330 reperti, tra uniformi, oggetti e armi utilizzate dai patrioti, provenienti da quattro archivi principali ({{Chiarire|[[Barra]], [[Capozzi]]}}, [[Trevisani (Comeno)|Trevisani]] e [[Pironti]]), e attualmente proprietà della biblioteca provinciale, furono dislocati nella nuova sede dell’ex-carcere borbonico di Avellino.
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=== Collezione Salomone ===
Nel 1935, il colonnello medico di marina Giuseppe Salomone, dona al Museo Irpino la sua ricca collezione di porcellane orientale, raccolte negli anni grazie ad una raffinata passione per l’arte cinese e giapponese del [[XVIII secolo]]: vasi, anfore, vassoi, ciotole ed interi servizi per i cerimoniali del , che raffigurano suggestivi paesaggi e riprendono scene tradizionali della vita quotidiana del Sol Levante, e della Cina Imperiale<ref>{{Cita news|lingua=it-IT|url=http://www.mediateur.it/storia-del-museo-irpino/|titolo=Storia del Museo Irpino di Avellino - Mediateur|pubblicazione=Mediateur|data=2018-07-03|accesso=2018-10-09}}</ref>.
 
Un’attenzione particolare è dedicata alla sezione delle porcellane cinesi della [[dinastia Qing]] (1644-1911), che giunsero in Europa direttamente dai palazzi imperiali (‘ceramiche imperiali’) di Pechino, ricche di rappresentazioni che riprendono la vita di corte, oltre alle tematiche classiche di mitologia cinese e letteratura.
 
=== Lapidario provinciale ===
Ricca di reperti sistemati secondo un ampio arco cronologico, che partendo dal [[I secolo a.C.]] arriva fino all’epoca medievale, con l’esposizione di importanti steli funerarie come quelle di Luigi di Sus, la sezione del lapidario provinciale comprende alcuni corridoi del museo archeologico per estendersi in parte anche nell’ampio cortile esterno dell’ex carcere borbonico. Il corpus di materiale esposto è costituito prevalentemente da epigrafi sepolcrali, iscrizioni sacre e onorarie, oltre a testimonianze di opere pubbliche, tra cui firme, sigle e contrassegni: un bell’esempio sono l’epigrafe della costruzione di un porticus ad [[Aeclanum]] e quella relativa a dei lavori di manutenzione sulla [[via Traiana]].
 
Tra le steli funerarie spicca lo stile in senari giambici ispirato al poeta [[Orazio]], di quella dedicata a M. Pomponio Bassulo
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Con più di 1000 volumi, tra monografie, periodici ed enciclopedie, la biblioteca tematica archeologica è una sezione distaccata dell’attuale biblioteca provinciale.
 
Conserva al suo interno un cospicuo archivio fotografico dei materiali conservati al museo, oltre a un prezioso archivio documentaristico, di cui sono parte inventari e registri d’ingresso originali della collezione Zigarelli, materiali raccolti tra gli anni ‘20 e ‘30 del [[XX secolo]], oltre a materiali di archivio di epoche diverse che hanno contribuito all’attuale collezione museale.
 
== Note ==