Emilio Becuzzi: differenze tra le versioni
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Emilio Becuzzi s'arruolò nel Regio Esercito ed entrò come allievo nell'Accademia militare di [[Modena]], da cui uscì con il grado di [[sottotenente]], assegnato all'arma di fanteria, il 19 settembre 1909.
Partecipò alla [[Guerra italo-turca]] e al [[Prima guerra mondiale|primo conflitto mondiale]] (presso il 1
Dopo un servizio come ufficiale di SM presso la Brigata Friuli quale [[aiutante di campo]] del comandante, fu promosso [[tenente colonnello]] il 1
Becuzzi assunse il 31 dicembre 1936 il grado di [[colonnello]] e comandò prima l'84
Dal 9 giugno 1941, promosso generale di brigata, Becuzzi fu destinato in [[Libia italiana|Libia]] quale vicecomandante della [[101ª Divisione motorizzata "Trieste"|101
Il 26 marzo 1943 fu insignito quale Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia.
Dal 25 febbraio di quell'anno Becuzzi assunse incarichi speciali al comando della 2
Gli alti gradi dell’esercito presenti in Dalmazia, primo fra tutti lo stesso Becuzzi, erano a conoscenza della “[[Memoria OP 44|Memoria 44]]”, ma non adottarono alcun provvedimento significativo in chiave anti-tedesca, capace di rallentare il processo di dissolvimento dei reparti italiani. L'intera divisione Bergamo, priva di ordini chiari anche a causa delle incertezze del generale Becuzzi,<ref>{{cita web|url=http://www.anpi.it/storia/125/la-divisione-bergamo-spalato-croazia|titolo=La divisione Bergamo: Spalato, Croazia|accesso=24 febbraio 2019}}</ref><ref>Tutti i convulsi avvenimenti del 9 settembre sono descritti in Oddone Talpo, op. cit., pp. 1138-1140 e in Enzo de Bernart, op.cit, pp. 7 e seguenti</ref> fu facilmente disarmata dai [[Partigiani jugoslavi|partigiani]]<ref>Elena Aga-Rossi & Maria Teresa Giusti, op. cit., p. 15.</ref>. Il generale Becuzzi in seguitò affermò che la maggioranza dei soldati e degli ufficiali non fosse intenzionata a proseguire la guerra e quindi non avrebbe aperto il fuoco né contro i tedeschi né contro i partigiani<ref>Elena Aga-Rossi & Maria Teresa Giusti, op. cit., p. 144.</ref>. Circostanza smentita però dalle testimonianze di numerosi superstiti che sottolinearono che i soldati protestarono rumorosamente e che moltissimo armamento individuale fu reso inservibile o gettato in mare pur di non essere consegnato, e come molti automezzi furono ribaltati e quasi tutti i cannoni resi inservibili<ref>Elena Aga-Rossi & Maria Teresa Giusti, op. cit., p. 144-145.</ref>.
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