Eliogabalo: differenze tra le versioni
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Appena giunta in Siria, Giulia Mesa iniziò a tramare con [[Gannys]], il suo [[eunuco]] consigliere nonché tutore di Eliogabalo, per spodestare Macrino dal trono di imperatore e dare la porpora al nipote appena quattordicenne; le armi a sua disposizione erano l'enorme influenza locale che le veniva dal ruolo sacerdotale svolto dalla sua famiglia, le possibilità offerte dalla notevole ricchezza dei Bassiani, e l'insoddisfazione dell'esercito, che tanto aveva amato Caracalla quanto era ostile a Macrino per la sua politica di austerità.<ref>{{cita|Erodiano|V, 4, 2}}; {{cita|van Zoonen 2005}}.</ref>
A quel tempo il tempio di El-Gabal era molto frequentato, soprattutto dai soldati di stanza in [[Fenici]]a
[[File:Bust of Macrinus - Palazzo Nuovo - Musei Capitolini - Rome 2016.jpg|thumb|upright=0.8|Busto di [[Macrino]], imperatore prima di Eliogabalo e suo rivale ([[Musei Capitolini]], [[Roma]])]]
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La contromossa di Macrino, che si trovava ad [[Antiochia di Siria]], fu di tentare di debellare la ribellione inviando nella regione il proprio [[prefetto del pretorio]], [[Ulpio Giuliano]], con un piccolo contingente militare, ritenuto sufficiente a debellare l'usurpazione.<ref name="Erod5.4.2">{{cita|Erodiano|V, 4, 2}}.</ref> Quando le forze di Giuliano arrivarono all'accampamento, il prefetto decise di iniziare un assedio per far arrendere volontariamente i rivoltosi;<ref name="Dio79.32">{{cita|Cassio Dione|LXXIX, 32}}.</ref> ma il giorno seguente i sostenitori di Eliogabalo convinsero i soldati nemici a passare dalla loro parte: gli ufficiali furono uccisi e la testa di Giuliano fu mandata a Macrino.<ref>{{cita|Cassio Dione|LXXIX, 32}}; {{cita|Erodiano|V, 4, 4–5}}.</ref> Ogni giorno arrivavano nell'accampamento ribelle nuovi soldati disertori in piccoli gruppi, che aumentarono il numero di sostenitori di Antonino.<ref name="Erod5.4.5">{{cita|Erodiano|V, 4, 5}}.</ref> Macrino, in risposta, nominò prima di tutto il figlio [[Diadumeniano]] suo successore con il titolo di [[Cesare (titolo)|Cesare]], e poi iniziò a fare grandi elargizioni ai soldati per guadagnarsi il loro favore;<ref name="Dio79.34">{{cita|Cassio Dione|LXXIX, 34}}.</ref> inviò poi delle lettere al [[Senato romano|Senato]], nelle quali denunciava Eliogabalo come il ''Falso Antonino'' e dichiarandolo pazzo.<ref name="Dio79.36">{{cita|Cassio Dione|LXXIX, 36}}.</ref> Entrambi i [[console (storia romana)|consoli]] e altri importanti membri del governo di Roma condannarono l'usurpatore, e il Senato dichiarò conseguentemente guerra a Eliogabalo e a Giulia Mesa.<ref name="Dio79.38">{{cita|Cassio Dione|LXXIX, 38}}.</ref> Macrino e Diadumeniano furono indeboliti dalla diserzione della [[Legio II Parthica|Legio II ''Parthica'']] in seguito alle elargizioni ed alle promesse fatte da Giulia Mesa, e si scontrarono con le truppe comandate da Gannys nella [[battaglia di Antiochia (218)|battaglia di Antiochia]] dell'8 giugno 218.<ref>{{cita|Cassio Dione|LXXIX, 38}}; {{cita|Erodiano|V, 4, 6–7}}.</ref> Macrino, vedendo che la battaglia era ormai persa, fuggì di nascosto insieme a qualche [[centurione]].<ref name="Erod5.4.7">{{cita|Erodiano|V, 4, 7}}.</ref> I soldati, non vedendo più l'imperatore, iniziarono a scoraggiarsi ed Eliogabalo prese l'occasione per convincere i [[Guardia pretoriana|pretoriani]] che stavano combattendo per un codardo e ne fece quindi la sua guardia personale.<ref>{{cita|Erodiano|V, 4, 9–10}}.</ref>
Il giovane imperatore mandò quindi degli uomini per cercare il fuggitivo; Macrino, che si dirigeva verso l'[[Italia]] travestito da corriere
Eliogabalo entrò allora vittorioso ad Antiochia, distribuì denaro ai soldati e inviò lettere di riconciliazione a Roma, estendendo l'amnistia al Senato e riconoscendone le leggi, condannando al contempo il regno del suo predecessore, affermando che Macrino "prese a disprezzare la mia età, quando lui stesso nominò imperatore suo figlio di cinque anni".<ref>{{cita|Cassio Dione|LXXX,1, 1–2}}.</ref> Inviò messaggi anche alle legioni sparse per l'Impero per criticare il predecessore e considerò la data della sua vittoria come l'inizio del suo regno, tanto da assumere la titolatura imperiale (Imperatore Cesare, figlio di Antonino, nipote di Severo, Pio Felice Augusto, proconsole, detentore della Potestà tribunizia<ref>''Imperator'' (generale acclamato dalle truppe) ''Caesar, Antonini filius, Severi nepos, Pius, Felix, Augustus'' (cioè imperatore), ''proconsul et tribunicia potestas''.</ref>) senza la preventiva approvazione del Senato,<ref name="Dio80.2">{{cita|Cassio Dione|LXXX, 2}}.</ref> violando in questo modo la tradizione, ma iniziando una pratica poi ricorrente tra gli imperatori romani del [[III secolo]].
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[[File:Julia Cornelia Paula Musei Capitolini MC380.jpg|thumb|upright=0.8|Busto di [[Giulia Cornelia Paula]], prima moglie di Eliogabalo ([[Musei Capitolini]], [[Roma]])]]
L'[[orientamento sessuale]] di Eliogabalo e la sua [[identità di genere]] sono stati origine di controversie e dibattiti; va notato, però, che in Eliogabalo l'aspetto religioso e quello sessuale erano profondamente intrecciati, come
Eliogabalo sposò, per poi divorziare, cinque donne,<ref name="Dio80.9.4">{{cita|Cassio Dione|LXXX, 9.4}}.</ref> delle quali solo tre sono conosciute. La sua prima moglie fu [[Giulia Cornelia Paula]], che sposò poco dopo essere giunto a [[Roma]] (autunno 219), allo scopo di avere presto dei figli con i quali continuare la dinastia, ma dalla quale divorziò nelle prime settimane del [[220]] sulla base di una non meglio specificata imperfezione fisica,<ref>{{cita|Erodiano|V, 6.1}}; {{cita|Cassio Dione|LXXX, 9.1–2}}; {{cita|van Zoonen 2005}}.</ref> allo scopo di sposare la seconda moglie, la [[Vestale|vergine vestale]] [[Aquilia Severa]];<ref>{{cita|Erodiano|V, 6.2}}; {{cita|Cassio Dione|LXXX, 9.3}}.</ref> nel giro di un anno, però, pose fine al controverso legame con Aquilia per sposare [[Annia Faustina]] (luglio [[221]]),<ref>{{cita|Erodiano|V, 6.2}}; {{cita|van Zoonen 2005}}.</ref> una discendente di [[Marco Aurelio]] e la vedova di [[Pomponio Basso (console 211)|Pomponio Basso]], fatto giustiziare da poco da Eliogabalo stesso; entro la fine dell'anno, infine, tornò da Aquilia.<ref name="Dio80.9.4" />
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