Università degli Studi di Pavia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m img gia presente
m img gia presente
Riga 57:
 
[[File:Sede di Ingegneria Università di Pavia 2.jpg|miniatura|Polo di Ingegneria nato su progetto dell'architetto [[Giancarlo De Carlo]]|270x270px]]
 
[[File:Aula Scarpa Università di Pavia.jpg|miniatura|aula Scarpa]]
Nei primi anni del novecento, l'Università di Pavia fu il primo ateneo italiano a ricevere il [[Premio Nobel]], nella persona del medico e istologo [[Camillo Golgi]] (nei periodi 1893-96 e 1901-09 massima carica dell'ateneo). Nel 1935 per raggiungere gli istituti universitari fu attivato un apposito prolungamento della [[Tranvia di Pavia|linea tranviaria cittadina]], in attuazione dell'accordo fra la civica amministrazione e la Regia Università<ref>{{Cita libro|autore=Giuliano Ascorbi, Pietro Ferrari e Claudio Guastoni|titolo=Quando a Pavia si aspettava il tram : storia della Tramvia elettrica urbana, 1913-1954|data=2013|anno=|editore=Pime Editrice|città=Pavia|ISBN=978-88-7963-296-6}}</ref>. Dalla fine della [[seconda guerra mondiale]], l'Università di Pavia ha conosciuto un nuovo rilancio, dovuto in gran parte all'energia e all'iniziativa dell'allora rettore [[Plinio Fraccaro]]. Nel corso degli anni settanta, alle facoltà tradizionali si sono aggiunte quella di [[Economia e Commercio]] e di [[Ingegneria]]. Infine, negli anni ottanta l'ateneo assunse l'attuale fisionomia attraverso l'edificazione del polo sede della facoltà Ingegneria, nato da un progetto dell’architetto [[Giancarlo De Carlo]]. A seguito di ulteriori ampliamenti, è stato creato un vero e proprio ''campus'' che ospita ad oggi laboratori di ricerca, laboratori didattici e uffici di svariati corsi di laurea anche di ambito scientifico. In una parte della struttura, annessa allo stesso campus, ha sede l'[[Consiglio Nazionale delle Ricerche|Istituto di Genetica Molecolare]] (IGM-CNR). Il nome "Nave", che tutti utilizzano per identificare questa sede universitaria, si deve proprio all'architettura degli edifici che, con piani asimmetrici, sostegni esterni evidenti e oblò sulle porte, ricordano la struttura tipica di una nave di importanti dimensioni.
 
Riga 103:
In origine non esisteva un unico edificio destinato agli studi: le lezioni si tenevano nelle case private e nei conventi che offrissero locali adatti, o nello stesso palazzo del Comune. Solo sul finire del quattrocento, [[Ludovico il Moro]] destinò allo ''Studium'' un palazzo in Strada Nuova appartenuto ad [[Azzone Visconti]]. L'edificio, che confinava con l'Ospedale San Matteo, a seguito della ristrutturazione cinquecentesca (1534) presentava già due cortili a loggiati sovrapposti che corrispondono approssimativamente a quelli attuali di Volta e dei Caduti. In origine i due cortili erano conosciuti come Legale (Volta) e Medico (Caduti) dagli insegnamenti ospitati nelle aule delle due parti: quello meridionale ospitava le lezioni di diritto civile e canonico, mentre in quello settentrionale erano collocati gli spazi della medicina, filosofia e arti liberali. Il Cortile Volta deve la denominazione corrente alla presenza della statua di [[Alessandro Volta]] scolpita da [[Antonio Tantardini]] nel 1878 in occasione del centenario della nomina di Volta a professore di [[fisica sperimentale]] a Pavia. Volta è raffigurato in toga professionale con la pila nella mano sinistra. Nei muri perimetrali, sotto il portico si possono ammirare numerose pietre tombali e [[Epigrafe|epigrafi]] in memoria. Le più antiche e interessanti risalgono al XV e XVI secolo e sono dedicate ad alcuni dei più famosi insegnanti di Pavia.
 
Tra il 1661 e il 1671 ci fu un ulteriore intervento, ad opera dell'architetto Giorgio Pessina che riorganizzò i doppi portici aggiungendo [[colonne doriche]] binate, progettò balaustre decorate con pilastrini per il piano superiore e diede agli archi un inusuale profilo poligonale<ref>{{Cita libro|autore=Luisa Erba|titolo=Alma Ticinensis Universitas|anno=2002|editore=edito dall'Università degli Studi di Pavia|città=|ISBN=978-88-8215-333-5}}</ref>. Nel [[XVIII secolo]], [[Maria Teresa d'Austria]], nell'ambito del suo nuovo piano per una migliore direzione e riordino dell'Università, propose una modernizzazione dell'antico edificio. L'incarico fu affidato all'architetto [[Giuseppe Piermarini]] che si occupò della facciata e dei cortili, dove arrotondò gli archi e sostituì la copertura a cassettoni dei loggiati con soffitti a volta. Fu durante questo periodo che fu costruita l'Aulaaula Foscolo, che nel 1782 fu decorata da Paolo Mescoli.
 
Nel 1783, l'imperatore [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena]] donò all'ateneo l'ex monastero di Leano, una parte del quale fu destinata alla Facoltà di Teologia per la quale [[Leopoldo Pollack]] realizzò un autonomo corpo di fabbrica, articolato intorno a un terzo cortile in asse coi due originali, dei quali riprese il motivo del doppio loggiato con colonne doriche binate. Al piano superiore costruì un teatro fisico semicircolare, ora conosciuto come aula Volta, di struttura simile al [[Teatro Anatomico|teatro anatomico]], oggi aula Scarpa situata nel cortile di medicina. All'inizio del [[XIX secolo]], anche la parte meridionale del Monastero di Leano fu assorbita dall'Università e [[Giuseppe Marchesi]] completò il braccio di fabbrica fino a via Mentana. Allo stesso architetto si deve il progetto della nuova aula magna costruita tra il 1845 e il 1850 sotto la direzione dell'architetto [[Giovanni Battista Vergani]], con un [[pronao]] composto di [[Ordine corinzio|colonne corinzie]] ispirato al modello di un [[tempio greco]]. All'esterno il [[bassorilievo]] del [[Timpano (architettura)|timpano]], eseguito dallo scultore Antonio Galli, rappresenta il rettore Alessandro Volta nell'atto di conferire un diploma di laurea. È la sede delle principali cerimonie dell'Università.