Consiglio degli Ulema sunniti: differenze tra le versioni

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Sotto la pressione delle milizie sunnite filoamericane [[Sahwa]] contro [[Al-Qaida in Iraq]], anche la resistenza irachena è stata colpita e con essa l'associazione degli [[ʿĀlim|ulema]], colpevole di aver dato una legittimazione religiosa ai ribelli.<ref name="magdi" /><ref name="dari"> [http://english.aljazeera.net/NR/exeres/358F4592-A9B6-4BBC-8C3A-4FBC700C0BBC.htm?FRAMELESS=true&NRNODEGUID=%7b358F4592-A9B6-4BBC-8C3A-4FBC700C0BBC%7d US the main irritant in Iraq], ''Al jazeera'', 17 dicembre 2007</ref> Nel novembre 2006, [[Harith al-Dhari]], già fuggito all'estero da circa un anno, ebbe un mandato di arresto del governo iracheno, a causa della sua legittimazione della resistenza.<ref>{{cita web|autore=Bobby Ghosh|url=http://content.time.com/time/world/article/0,8599,1561081,00.html |titolo= Iraqi Arrest Warrant Revives a Sunni Cleric's Fortunes |data=18 novembre 2006|accesso=17 marzo 2019}}</ref> Per la verità, gli ulema avevano tentato una distinzione tra "[[terrorismo]]" e "resistenza onorevole",<ref name=":0" /> ad esempio, in occasione del proclama del leader di [[Al-Qaida in Iraq]], [[Abu Musab al-Zarqawi]], per una "guerra a tutto campo agli sciiti", l'ulema Abu Bashir al-Tarusi si era opposto sostenendo che "sebbene gli sciiti possano aver provocato una guerra settaria...la legge islamica non giustifica l'uccisione in base all'affiliazione confessionale " né il "farsi giustizia da sé" e che tali attacchi avrebbero causato la perdita di credibilità nel mondo islamico della "legittima resistenza irachena".<ref>Nasr, Vali, ''The Shia Revival,'' (Norton, 2006), p.209 </ref>
 
Nell'aprile 2007, circa 40 ulema iracheni formarono ad [[Amman]] in Giordania un [[Consiglio Iracheno degli Ulema]],<ref name="irish">{{cita web|autore=Suleiman al Khalidi |url=https://www.irishtimes.com/news/sunni-group-to-issue-edicts-on-al-qaeda-1.1201051 |titolo= Sunni group to issue edicts on al-Qaeda|data=10 aprile 2007|accesso=17 marzo 2019}}</ref> con il compito di emettere fatwe contro [[al-Qaida in Iraq]], i cui attentati erano ormai diretti anche verso i sunniti che collaboravano col governo iracheno e verso le milizie [[Sahwa]].<ref name="irish" /> Il presidente dell'associazione era lo sheikh [[Abdul Malik al-Saadi]], mentre il portavoce a Baghdad lo sheikh [[Ahmed Abdul-Ghafur]], già a capo dell'[[Ufficio del Waqf sunnita]] e imam della moschea Umm al-Qura.<ref name="irish" /> Anche [[Harith al-Dhari]], dall'estero, prese le distanze da [[Al Qaida|al-Qaida in Iraq]] e dal suo capo [[al-Zawahiri]], condannandone le pratiche terroristiche come attacchi su civili iracheni e rapimenti di ostaggi stranieri,<ref name="bobby">{{cita web| url=http://content.time.com/time/world/article/0,8599,1620607,00.html |titolo= Al-Qaeda Loses an Iraqi Friend |autore=Bobby Ghosh|data=14 maggio 2007|accesso=17 marzo 2019}}</ref> ma continuò a sostenere la resistenza irachena e la necessità delle truppe straniere di lasciare l'Iraq,<ref name="bobby" /> dichiarando che "la sofferenza dell'Iraq non terminerà fin quando non cessi l'occupazione" e che essa "è la causa della miseria e sofferenza irachene, ed agisce come copertura e benzina per l'azione di cani sciolti".<ref name="dari" /> L'associazione di Dhari riconosce lo sheikh [[Abdul Malik al-Saadi]] come proprio membro onorevole.<ref>{{cita web|url=http://www.heyetnet.org/en/index.php/heyetamsi/item/1457-science-section-hosts-his-virtue-scholar-sheikh-dr-abdul-malik-al-saadi |titolo=Science Section Hosts His Virtue Scholar Sheikh Dr. Abdul-Malik al-Saadi|data= 2 luglio 2016|accesso=17 marzo 2019}}</ref>
 
==Note==