Christophe Munzihirwa Mwene Ngabo: differenze tra le versioni

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Il 17 agosto [[1958]] fu ordinato [[presbitero]].<ref name=ZN>{{citeweb|url=https://zenit.org/articles/monument-dedicated-to-congolese-prelate-slain-in-96/|title=Monument Dedicated to Congolese Prelate Slain in '96|date=2 novembre 2006|publisher=Zenit|accessdate=1° febbraio 2017}}</ref> Divenne quindi [[parroco]] di una parrocchia secondaria, [[Munzihirwa]], ma fu rapidamente nominato parroco di [[Bukavu]]. Era tuttavia, attratto dalla vita religiosa e dalla spiritualità ignaziana, e pertanto rinunciò alla parrocchia ed entrò nella [[Compagnia di Gesù]] il 7 settembre [[1963]].
 
Essendo già un prete, ebbe una formazione abbreviata. Ai due anni di noviziato seguì la formazione filosofica e teologica complementare, prima nello scolasticato di [[Kimwenza]], vicino a [[Kinshasa]] e poi a [[Lovanio]] in [[Belgio]]. Il 9 settembre [[1965]] emise la [[professione solenne]]. Dopo una breve esperienza a [[Bukavu]], al fine di rilanciare il collegio devastato dalla ribellione del [[Katanga]], si trasferì in [[Belgio]] dove dal [[1967]] al [[1969]] studiò [[scienze sociali]] all'[[Università Cattolica di Lovanio]].
 
Tornato in Congo, Munzihirwa si occupò in primo luogo della formazione spirituale e intellettuale dei giovani gesuiti, mentre contemporaneamente operava come [[cappellano]] della parrocchia universitaria di [[Kinshasa]]. Nel [[1971]] molti studenti vennero reclutati forzatamente nell'esercito nazionale. In solidarietà con i giovani si arruolò. Nel [[1973]] lavorò presso il Centro per l'Azione Sociale (CEPAS) di [[Kinshasa]] e fu il capo dell'associazione di leader e quadri cattolici del paese. Era impegnato sempre più nel campo sociale. Nel [[1977]] iniziò a lavorare sulla tesi di [[sociologia]] all'[[Università di Lubumbashi]], che proseguì a [[Lovanio]].
 
Nel [[1978]] venne nominato rettore dello scolasticato gesuita "San Pietro Canisio" di [[Kimwenza]], presso [[Kinshasa]]. Due anni dopo, nel [[1980]], divenne [[Padre provinciale|superiore provinciale]] dei gesuiti dell'[[Africa Centrale]].<ref name=NO/>
 
=== Ministero episcopale ===
Il suo mandato di sei anni era appena concluso quando il 10 marzo [[1986]] [[papa Giovanni Paolo II]] lo nominò [[vescovo coadiutore]] di [[Diocesi di Kasongo|Kasongo]]. Ricevette l'[[ordinazione episcopale]] il 9 novembre successivo dal cardinale [[Jozef Tomko]], prefetto della [[Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli]], coconsacrantico-consacranti il vicario apostolico di [[Arcidiocesi di Lusaka|Lusaka]] [[Adam Kozłowiecki]] e il vescovo ausiliare di [[Arcidiocesi di Malines-Bruxelles|MalinseMalines-Bruxelles]] [[Luc Alfons De Hovre]]. Il 30 aprile [[1990]] succedette allaa medesimaTimothée Pirigisha Mukombe sulla cattedra di sedeKisongo.
 
I tempi erano turbolento e la situazione difficile nella regione dei Grandi Laghi. Pur mantenendo la sua carica a [[Diocesi di Kasongo|Kasongo]], monsignor Munzihirwa nel [[1994]] venne nominato [[amministratore apostolico]] di [[Arcidiocesi di Bukavu|Bukavu]]. Partecipò alla I assemblea speciale per l'Africa del [[Sinodo dei vescovi]] che ebbe luogo nella [[Città del Vaticano]] dal 10 aprile all'8 maggio [[1994]] sul tema "La Chiesa in Africa e la sua missione evangelizzatrice verso l'anno 2000: "Sarete miei testimoni" (At 1, 8)".<ref name=ZN/> Al suo ritorno da [[Roma]] dovette affrontare la tragedia di centinaia di migliaia di persone che arrivavano nella [[provincia del Kivu Sud]], in fuga dal [[genocidio del Ruanda]]. L'intera regione era destabilizzata e fuori dal controllo delle autorità civili. Per due anni 'Mzee' Munzihirwa (il vecchiol'anziano, il saggio, un titolo dato a luidatogli spontaneamente dai suoi fedeli) visitò questi campi profughi nella sua diocesi. Egli invitò i fedeli a fare del il bene mentre richiamava l'attenzione delle autorità e del mondo sulla loro situazione catastrofica con coraggio e sottolineando la necessità di trovare una giusta soluzione al conflitto che sconvolgeva l'intera regione.<ref>''L'action pastorale de Mgr Christophe Munzihirwa dans les conflits du sud-Kivu'' est le titre du mémoire en théologie de Joseph Mukabalera (UCL, 1999). Par la suite, celui-ci a défendu sa thèse de doctorat à l'ULB (Belgique) sur la personnalité de l'archevêque de Bukavu : ''Monseigneur Christophe Munzihirwa, Romero du Congo ? Les concepts de Martyre, de Béatification et de Canonisation revisités à la lumière de l'histoire religieuse contemporaine''</ref>
 
Il 14 marzo [[1995]] [[papa Giovanni Paolo II]] lo nominò [[arcivescovo metropolita]] di [[Arcidiocesi di Bukavu|Bukavu]].
 
Le dimissioni complete di funzionari civili e militari a [[Bukavu]] e nella regione fecero sì che monsignor Munzihirwa rimanesse l'unica autorità a gestire da sola il destino di una popolazione abbandonata. In particolare durante l'attacco alla città di [[Bukavu]] e l'inizio dei massacri di profughi [[HuuHutu]] nella [[provincia del Kivu Sud]] da parte dell'esercito di [[Paul Kagame]]. I funzionari dell'[[Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati]] (UNHCR) avevano fatto i bagagli ben prima dell'ottobre del [[1996]] e l'attacco alla [[Repubblica Democratica del Congo]] era imminente. La prima vittima di questo attacco fu monsignor Christophe Munzihirwa. Non aveva risparmiato nessuno sforzo per aiutare i rifugiati. La notte del suo assassinio, aveva appena salvato le sorelle trappiste di origine [[Tutsi]] in un posto dove si sentivano al sicuro. Il sostegno morale e umanitario dell'arcivescovo per i rifugiati fece sì che il governo ruandese fosse ostile ai chierici della congolesi. Questo spiega perché il vescovo Munzihirwa e i missionari spagnoli furono il primo obiettivo del commando armato che attaccò la città di [[Bukavu]] e i campi profughi [[Hutu]]. Lunedì 28 ottobre, il giorno prima del suo assassinio, il vescovo Munzihirwa aveva convocato una riunione del "Comitato per la difesa della popolazione" nell'arcidiocesi. Costituito spontaneamente attorno all'arcivescovo, questo comitato voleva provare a porre fine al caos, al saccheggio e agli omicidi. L'incontro si svolse come previsto martedì 29 ottobre alle ore 14. I membri del comitato composto di venti persone provenienti dalla società civile comprendevano il dottor Miteyo e i testimoni oculari dell'assassinio dell'arcivescovo di Bukavu: Mr. Kabego, Mr. Mambole,o Mr. Lwango , Chimanuka, Kasaza e Biringanine. Quest'ultimo fu ucciso a colpi d'arma da fuoco dal commando delle FPR a Nyawera Square al momento dell'attacco all'arcivescovo di [[Arcidiocesi di Bukavu|Bukavu]]. Di volta in volta, la società civile del [[Provincia del Kivu Sud|Kivu del Sud]] lanciarono un grido di allarme alla comunità internazionale affinché possapotesse intervenire in tempo per salvare la popolazione. Queste chiamate rimasero senza risposta. Come descritto dal dottor Bruno Miteyo, Joseph Sagahutu, Beatrice Umutesi, dai missionari occidentali che risiedevano a [[Bukavu]], dai vari rapporti delle ONG e della società civile, la situazione era seria e pericolosa. L'infiltrazione armata dal vicino [[Ruanda]] erano ormai allo scoperto, i cadaveri dei rifugiati congolesi erano disseminati nelle strade e colpi di mortaio dal confine ruandese vennero lanciati verso la città specialmente il 22 ottobre [[1996]]. Il 29 ottobre i ribelli (RPF / AFDL) presero posizione in tutta la città. La popolazione fuggì in massa, compreso l'esercito regolare congolese. Messaggi scritti all'arcivescovo mostrano che aveva intenzione di chiedere alla gente di non lasciare la città e villaggi e soprattutto di chiedere per il popolo congolese e per i rifugiati ruandesi e burundesi un intervento umanitario urgente. La comunità internazionale rimase sorda alle sue richieste di pace. Nella sua lettera pastorale di ottobre e fino al giorno del suo assassinio, denunciò il reclutamento forzato dei giovani da parte dell'esercito dell'RPF e i "ripetuti attacchi del Ruanda contro lo Zaire orientale, che aveva già provocato numerose vittime civili nel Kivu". Questa situazione catastrofica preoccupava la società civile di [[Bukavu]]. Martedì 29 ottobre alle ore 18, appena dopo l'incontro, monsignor Munzihirwa lasciò il vescovado per tornare al collegio dei gesuiti Alfagiri, dove voleva passare la notte. Era accompagnato dal suo autista e dalla sua guardia del corpo, un soldato dell'esercito congolese, per facilitare il passaggio dei controlli installati in tutta la città. Un secondo veicolo appartenente al signor Kabego lo seguì da vicino dal palazzo arcivescovile. A un bivio sulla piazza del mercato di [[Nyawera]], la sua auto venne bloccata da una raffica di proiettili da un ruandese della RPF già parcheggiata sul posto. Il signor Biringanine, che era nella macchina del signor Kabego, rimase colpito da soldati dell'RPF. La scorta dell'arcivescovo venne abbattuta. Il vescovo Munzihirwa scese dall'auto e, con la croce in mano, si diresse verso i militari. I soldati lo interrogarono e torturarono vicino al recinto di SINELAC, e poi lo giustiziarono. La foto del suo corpo fa da copertina al libro di [[Ambrogio Bulambo]]. I padri saveriani di [[Vamaro]] riuscirono ad ottenere il permesso di recuperare il corpo di monsignor Munzihirwa.
 
Le esequie si tennero il 31 ottobre [[1996]], lo stesso giorno in cui lo stesso commando delle FPR attaccò i quattro missionari spagnoli di [[Bugobe]] appartenenti alla congregazione dei [[fratelli maristi delle scuole]]: Servando Mayor Garcia, nato a [[Hornillos del Camino]] ([[Burgos]]); Julio Rodriguez Jorge, nato a [[Piñel de Arriba]] ([[Valladolid]]); Miguel Angel Isla Lucio, nato a [[Villalain]] ([[Burgos]]) e Fernando de la Fuente, nato a [[Burgos]]. È sepolto presso l'ingresso principale della cattedrale di Nostra Signora della Pace a [[Bukavu]].
 
== Processo di beatificazione ==
Il 28 maggio [[2016]] la [[Congregazione delle cause dei santi]] autorizzò l'[[arcidiocesi di Bukavu]] ad aprire la causa di beatificazione del Servo di Dio, Christopher Munzihirwa.
 
Il 16 gennaio [[2017]] l'arcivescovo di [[Arcidiocesi di Bukavu|Bukavu]] [[François Xavier Maroy]] istituì un tribunale ecclesiastico per prendersi cura della causa. I membri del tribunale giurarono lo stesso giorno. Padre Jean Marie Vianney Kasigwa Kitumaini è delegato episcopale e presidente del tribunale. Il padre barnabita Gaspard-Marie Mutabesha è il promotore della giustizia. I signori Emmanuel Bafulwa e Armel Lucireho sono rispettivamente il notaio e il notaio aggiunto. Il postulatore della causa è il padre gesuita Anton Witwer. Il suo vice è padre Boniface Kanozire.