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La sua carriera scolastica culminò con la laurea di [[matematica]] e [[fisica]] all'[[Università degli Studi di Pavia]], ma si dedicò prevalentemente all'[[arte]], dimostrandosi molto versatile grazie alla competenza in varie tecniche pittoriche e grazie ad una formazione effettuata con corsi di studio a [[Parigi]] e a [[Ginevra]], nella miniatura su materiali quali [[avorio]], [[smalto]], [[vetro]], [[metallo]] e [[porcellana]], tecniche poco praticate in Italia.<ref name=Trecc /><ref name ="le muse">{{cita libro | titolo=le muse | editore=De Agostini | città=Novara | anno=1964 | volume=I |p=517}}</ref>
 
Rappresentante dell'ambente artistico [[Lombardia|lombardo]] nel periodo intermedio fra il [[Neoclassicismo]] e il [[Romanticismo]], Bagatti Valsecchi in queste attività si mise in evidenza, al punto che nel [[1832]], l'ingegnere [[Giovanni Alessandro Majocchi]] gli dedicò un suo ''Manuale di geometria per le Arti e pei Mestieri''.<ref name=Trecc /><ref name ="le muse" />
 
Partecipò a numerose mostre artistiche, come a Milano, [[Venezia]], [[Londra]], e Parigi, dove espose al Salon des Beaux Arts nel [[1837]] le sue opere (smalti) intitolate ''Maria Stuarda che sale al patibolo'', ''La partenza di Cristoforo Colombo'', ''La famiglia di Pietro Rossi si oppone alla sua partenza per Venezia'', oltre che il dipinto su porcellana ''Lo studio di Raffaello'', suscitando