Ilaria Alpi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
grammatica in tributi e riconoscimenti
Riga 39:
== Indagini sulla morte ==
=== Il procedimento penale ===
Il 15 luglio 1998 giungevano da Dubai i cittadini somali Mohamed Nur Aden, guardia del corpo di Ilaria Alpi; Adar Ahmed Omar, una donna che gestiva una bancarella del the davanti all'hotel Hamana; Hussein Alasow Mohamed detto Bahal, seduto davanti al medesimo albergo; Abdi Omar Mohamed Jalla, il quale si era intrattenuto nelle vicinanze dell'albergo.
Mohamed detto Bahal, seduto davanti al medesimo albergo; Abdi Omar Mohamed Jalla, il quale si era intrattenuto nelle vicinanze dell'albergo.
 
Tre giorni dopo, il 18 luglio [[1998]], il sostituto procuratore di Roma Franco Ionta formulò la richiesta di rinvio a giudizio a carico del cittadino somalo Omar Hashi Hassan, accusato di concorso in omicidio volontario aggravato: secondo l'accusa, egli sarebbe stato alla guida della ''Land Rover'' con a bordo i componenti del commando che uccise i due giornalisti italiani. Hassan era giunto in Italia l'11 gennaio per essere ascoltato dalla ''Commissione Gallo'' in merito alle violenze asseritamente inferte da parte di alcuni militari italiani a diversi civili somali nel corso della ''Missione Ibis'' coordinata dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] ([[UNOSOM I]] e [[UNOSOM II|II]]). Sempre nell'ambito dello stesso filone investigativo concernente i presunti episodi di violenza ai danni della popolazione civile, la procura aveva convocato in Italia un altro cittadino somalo, Ahmed Ali Rage, detto Gelle: questi asserì di aver riconosciuto Hassan come uno degli autori dell'omicidio, precisando di aver assistito personalmente alla sparatoria mentre si trovava davanti all'hotel Hamana in attesa di lavorare. A seguito delle successive indagini Hassan fu rinviato a giudizio dal giudice per l'udienza preliminare Alberto Macchia.
[[File:Hashi Omar Hassan, 1998.jpg|thumb|Il somalo Hashi Omar Hassan, accusato degli omicidi Alpi e Hrovatin, davanti al tribunale di Roma nel 1998: condannato nel 2000 a 26 anni di reclusione, tuttavia nel 2015 il suo processo venne rivisto, portando l'anno seguente alla sua assoluzione.]]
 
La prima udienza dibattimentale si tenne il 18 gennaio 1999 presso la Corte d'Assise di Roma; il collegio era presieduto da Gianvittore Fabbri. Nel corso del processo, alcuni dei testimoni auditi lasciarono intravedere particolari inquietanti intorno ai possibili legami tra l'assassinio della giornalista e i presunti traffici illeciti di armi e di rifiuti tossici che sarebbero intercorsi tra Italia e Somalia. Il 10 maggio, il presidente del ''Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato'', [[Franco Frattini]], intervenendo ad una trasmissione televisiva, rilevò come la questione dei traffici illeciti come possibile movente del duplice omicidio fosse "un elemento importante che sta emergendo".