Firenze: differenze tra le versioni

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Il primo signore rilevante di questa famiglia fu [[Cosimo de' Medici|Cosimo detto il Vecchio]].Verso gli anni 30 del ‘400 a Firenze, lui, [[Lorenzo il Vecchio|Lorenzo]] suo fratello e [[Averardo di Bicci de' Medici|Averardo]] suo cugino erano tre uomini molto ricchi e affluenti. Questo triumvirato, circondato da una clientela importante, da una rete di informatori, da artisti e letterati, non era visto di buon occhio dai capi della fazione dominante della città. Nonostante ciò nessuno di loro fu contrastato, perché l’Italia stava vivendo un momento di crisi: [[Venezia]], alleata di Firenze, è vittoriosa contro i Genovesi; l’[[Sigismondo di Lussemburgo|imperatore Sigismondo]] scende in Italia, passa per [[Milano]] e [[Siena]] per negoziare con il papa; la lega contro Milano, Genova e gli imperiali si disgrega; [[Firenze]] cade schiacciata dall’onere fiscale.
 
Ammirando la serietà di Cosimo, il cardinale Cossa, antipapa con il nome di [[Antipapa Giovanni XXIII|Giovanni XXIII]], lo volle avere con sé durante il [[Concilio di Costanza]] nel 1414; ma essendo stato deposto ed incarcerato il Cossa, lui e altri seguaci del papa, dovettero darsi alla fuga.Il nuovo gonfaloniere Guadagni richiama Cosimo a Firenze e nel 1433 lo pone in stato di arresto presso il palazzo della signoria. Prendendo in considerazione tutte le cospirazioni in cui i Medici sono stati coinvolti dal 1378 al 1431, anno della sventurata [[Assedio di Lucca|guerra di Lucca]], la signoria ne proclama l’esilio prima per cinque anni poi per dieci; Cosimo si dovrà recare a [[Padova]], Averardo andrà a [[Napoli]], Lorenzo a [[Venezia]]. Il 5 Ottobre del 1434, però, Cosimo fu invitato dalla Signoria a rientrare a Firenze. Fu accolto con trionfo e gli [[Albizzi|Albizi]] furono condannati all’esilio. Le continue lotte fra gli Stati italiani causarono la nascita di una [[Balìa|balía]], comitato straordinario.Quando le lotte si placarono per un nuovo pericolo, l’arrivo dei Turchi, il malcontento popolare si manifestò per le riunioni molto frequenti delle balie. Così a Firenze fu creata una riforma che consisteva nel far rimanere sospese per 7 anni le cariche pubbliche dello Stato e nel far scegliere i titolari dei pubblici uffici da una commissione formata da accoppiatori e da membri della Signoria. In questo modo la potenza di Cosimo crebbe sempre di più e riuscì a controllare tutti gli ingranaggi dello Stato. Fino alla sua morte conservò Firenze neutrale nei confronti delle guerre.Dopo la morte di Cosimo, gli succedette il figlio [[Piero I de' Medici|Piero]], il quale nonostante fosse afflitto da una grave deformazione riuscì a scongiurare un [[Luca Pitti|attacco di Luca Pitti]] alla signoria. Ebbe due figli maschi: [[Lorenzo de' Medici|Lorenzo]] e [[Giuliano de' Medici|Giuliano]]. Il maggiore prese il posto del padre fino al 1492 <ref>{{Cita libro|titolo=Ivan Cloulas, lorenzo il magnifico, Salerno editrice s.r.l, Roma, 1986 (edizione speciale per il giornale biblioteca statale), cap III}}</ref>.
 
Nella seconda metà del 1400 Lorenzo de Medici comprese che l’Italia poteva rimanere in pace solo grazie ad un’intima intesa tra Firenze, [[Milano]] e [[Napoli]], così che l’espansionismo della Chiesa e i maneggi di Venezia fossero neutralizzati. Dopo la morte di Paolo Sforza, Lorenzo cercò di rafforzare le cordiali relazioni della città con Milano accogliendo nel ’71 il duca [[Galeazzo Maria Sforza|Galeazzo Maria]] con sontuose feste. Egli cercò inoltre di allargare la cerchia delle sue conoscenze sia con i potenti d’Italia sia con quelli dell’estero per esempio i [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]] di Bologna o [[Luigi XI di Francia]]. A quel tempo anche i rapporti con la Chiesa erano amichevoli e nel ‘71 Lorenzo si recò a Roma per portare obbedienza al nuovo papa [[Papa Sisto IV|Sisto IV]]. Però di lì a poco questa perfetta intesa tra i due si spezzò a causa della contesa per l’acquisto di [[Imola]] che provocò anche dissidio tra i Medici e i [[Famiglia Pazzi|Pazzi]],altra famiglia di Firenze, i quali sostennero il pontefice per interesse familiare.<ref>{{Cita libro|titolo=Palmarocchi, Lorenzo de Medici, Orsa Maggiore,Torriana, 1990, capo V}}</ref> Un altro pericolo per Firenze fu l’ascesa di [[Pietro Riario]] e di [[Giuliano della Rovere|Giuliano Della Rovere]], cardinali che presero sempre più potere, e l’assegnazione della nomina di arcivescovo a [[Francesco Salviati (arcivescovo)|Francesco Salviati]]; nel frattempo la potenza territoriale della Chiesa aveva subito un aggressivo accrescimento: dalla [[Romagna]], attraverso il [[ducato di Urbino]] e l’Umbrial’[[Umbria]], fino a [[Città di Castello]]. laLa prima risposta di Firenze alle manovre ostili della [[Santa Sede]] fu la conclusione di una lega difensiva ([[Lega Italica (1454)|Santissima Lega]]) con Milano e Venezia nel 1474. Fu  permesso l’accesso ad essa anche al papa e al re di Napoli, ma entrambi rifiutarono accentuando la divisione dell’Italia in due campi avversi. Da questo momento in poi, anche Firenze stessa fu divisa in due: da una parte i Medici, dall’altra i Pazzi. la [[Congiura dei Pazzi|congiura]] organizzata da quest’ultimi si concluse il 26 Aprile del 1478 con l’assassinio di Giuliano de Medici durante la messa in Cattedrale. La reazione di Lorenzo si manifestò da subito: [[Francesco de' Pazzi|Francesco de Pazzi]] e [[Francesco Salviati (arcivescovo)|Francesco Salviati]] furono impiccati al palazzo della Signoria; tutti quelli denunciati come amici dei Pazzi furono giustiziati; [[Jacopo de' Pazzi|Jacopo de Pazzi]] appena fu riconosciuto fu ucciso; i Pazzi non compromessi furono mandati in esilio. Nessuno rimase impunito e anche il nipote del papa mandato a Firenze proprio per pronunciare la messa del 26 Aprile fu preso in ostaggio come prigioniero. Ciò scatenò la rabbia del [[papa Sisto IV]] il quale scomunicò Lorenzo e i maggiorenti della Repubblica, dando inizio ad una guerra. Dopo mesi di duri scontri nel 1480 si stipulò la pace tra Firenze e la Chiesa, la quale sciolse Lorenzo dalla scomunica. Nei suoi ultimi anni di vita dovette fronteggiare numerosi scontri e pericoli, ma riuscì a mantenere un governo stabile fino alla sua morte, l’8 aprile 1492.<ref>{{Cita libro|titolo=Ivan Cloulas, lorenzo il magnifico, Salerno editrice s.r.l, Roma, 1986 (edizione speciale per il giornale biblioteca statale) cap III}}</ref>