Laelius de amicitia: differenze tra le versioni

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La passione verso la Grecia e la Roma antica lo portò a collezionare oltre ad utensili antichi, anche libri. Infatti egli procedeva a farli ricopiare e a metterli in circolo. Questo favorì, sicuramente, la diffusione di molte opere d'arte.
 
La sua passione verso le opere d'arte non fu fine a se stesso, e Cornelio Nepote, nel libro Atticus, nel capitolo 18 ci riferisce che egli stesso fu un letterato e pubblicò e dedicò il Liber Annalis al suo amico Cicerone<ref name=":5" />. L'inizio del rapporto tra Cicerone e Attico risale al 79 a.C., quando l'oratore si trasferì in Grecia per poter apprendere nuove tecniche da applicare all'arte oratoria. Frequentò, a Rodi, la scuola del famoso oratore Apollonio Malone, e fu qui che apprese lo stile medio che caratterizzerà orazioni pronunciate al suo ritorno: le Verrine (70 a.C.) e la Pro Lege Manilia del 66 e la Pro Cluentio<ref>{{Cita libro|autore = Luigi Pareti|titolo = Il mondo romano: sommario di letteratura latina con nozioni di storia dell'arte|anno = |editore = Le monier|città = }}</ref>. Questo rapporto di amicizia viene delineato già nel paragrafo 1.4 della Vita di Attico da parte di Nepote, il quale asserisce che "Itaque incitabat omnes studio suo. Quo in numero fuerunt L. Torquatus, C. Marius filius, M. Cicer; quos consuetudine sua sic devinxit ut nemo his perpetuo fuerit carior"<ref name=":6" />.
 
Attico, stimatore della filosofia epicurea, si mantenne sempre molto lontano dalla politica – definito da Horsfall apolitico, "a political animal"<ref name=":5" /> - ma riuscì comunque a godere del rispetto e dell'amicizia dei personaggi più illustri del tempo. Egli, dunque, ricoprì nel mondo politico una posizione delicata (se pur non partecipando in maniera attiva). Conosceva tutto ciò che accadeva a Roma, intratteneva rapporti con personaggi che erano tra loro nemici.