Guerra civile bizantina del 1341-1347: differenze tra le versioni

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Figlio unico di un ex governatore delle partecipazioni bizantine in [[Peloponneso|Morea]], Giovanni Cantacuzeno era legato ai [[Paleologi]] in linea materna. Ereditò vaste tenute in [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]], [[Tracia]] e [[Tessaglia]] e divenne un amico d'infanzia e il consigliere più vicino e più affidabile di Andronico III.<ref>{{Harvnb|Nicol|1993|p=155}}</ref> Durante il regno di Andronico III (1328-1341) agì come suo primo ministro, con l'incarico di [[Grande Domestico]], comandante in capo dell'[[esercito bizantino]].<ref>{{Harvnb|Nicol|1993|p=168}}</ref> Il rapporto tra i due rimase molto saldo, e nel 1330, quando Andronico III senza eredi (Giovanni V sarebbe nato nel 1332) si ammalò, insistette sul fatto che Cantacuzeno dovesse essere proclamato imperatore o reggente dopo la sua morte.<ref name="NicolA186">{{Harvnb|Nicol|1993|p=186}}</ref> I loro legami vennero ulteriormente rafforzati nella primavera del 1341, quando il figlio maggiore di quest'ultimo, [[Matteo Cantacuzeno]], sposò Irene Paleologina, una cugina dell'imperatore.<ref name="NicolA185"/>
 
A differenza di Andronico II, che aveva sciolto l'esercito bizantino e la marina, e che favorì monaci e intellettuali, Andronico III fu un sovrano energico che condusse personalmente le sue forze in campagne militari.<ref name="NicolA167"/> Nel 1329, la sua prima campagna contro gli Ottomani provocò una sconfitta disastrosa alla [[battaglia di Pelecano]], dopo la quale avvenne il crollo della posizione bizantina in [[Bitinia]].<ref>{{Harvnb|Bartusis|1997|pp=91–92}}; {{Harvnb|Laiou|2002|p=25}}; {{Harvnb|Nicol|1993|pp=169–171}}</ref> Sortite successive nei Balcani non erano comunque riuscite a puntellare il regno traballante di Andronico. La Tessaglia e il [[Despotato d'Epiro]], due territori separati dall'Impero dopo la [[quarta crociata]], vennero restaurati all'Impero, quasi senza spargimento di sangue nel 1328 e nel 1337, rispettivamente.<ref>{{Harvnb|Nicol|1993|pp=178–181}}; {{Harvnb|Soulis|1984|pp=8–10}}; {{Harvnb|Bartusis|1997|pp=92–93}}</ref> Andronico III ricostruì una modesta flotta che gli consentì di recuperare l'isola di [[Chio (isola)|Chios]], ricca e in posizione strategica, dalla famiglia genovese [[Zaccaria (famiglia)|Zaccaria]] nel 1329, nonché di rivendicare la fedeltà di [[Andreolo Cattaneo]], il governatore genovese di [[Focea]] sulla terraferma anatolica.<ref>{{Harvnb|Nicol|1993|pp=171–172}}</ref> Nel 1335, però, Andreolo figlio di [[Domenico Cattaneo]], conquistò l'isola di [[Lesbo]] con l'assistenza genovese. L'imperatore guidò una flotta per recuperare l'isola e Focea, chiedendo l'aiuto degli emiri turchi dei [[Saruhanidi]] e degli [[Aydınidi]]. Il beylik dei Saruhanidi inviò truppe e rifornimenti e il regnate degli Aydinidi, [[Aydınoğlu Gazi Umur Bey|Umur Beg]], si recò ad incontrare personalmente l'imperatore. Fu durante questo incontro che Cantacuzeno e Umur instaurarono una duratura amicizia e alleanza.<ref>{{Harvnb|Nicol|1993|pp=174–175}}</ref>
 
Una guerra contro la Serbia, nel 1331-1334, si rivelò meno efficace per l'imperatore, quando diverse città in Macedonia vennero conquistate dai serbi, guidati dal rinnegato Sirgianni Paleologo. Queste conquiste vennero ridotte solo dopo l'assassinio di Sirgianni e la minaccia di un'invasione [[Regno d'Ungheria|ungherese]] che costrinse il sovrano serbo, [[Stefano Uroš IV Dušan|Stefano Dušan]], a cercare una soluzione negoziata.<ref>{{Harvnb|Bartusis|1997|p=92}}; {{Harvnb|Soulis|1984|pp=6–8}}</ref> Il successivo trattato di pace, concluso tra Andronico III e Dušan, fu importante per il futuro delle relazioni bizantino-serbe. Per la prima volta, i bizantini riconobbero gli ampi guadagni territoriali che i serbi avevano fatto a spese dell'Impero nei Balcani centrali durante il regno di Andronico II. A seguito del patto, Dušan spostò la sua sede, e con essa il centro di gravità del suo regno a sud di [[Prilep]].<ref>{{Harvnb|Soulis|1984|p=8}}</ref>