Paradigma DRM: differenze tra le versioni

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'''Il paradigma DRM'''<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Vittorio Maria|cognome=Iacullo|data=March 2016|titolo=Normative data for Italian Deese/Roediger-McDermott lists|rivista=Behavior Research Methods|volume=48|numero=1|pp=381–389|accesso=2017-10-18|doi=10.3758/s13428-015-0582-3|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25788416|nome2=Francesco Saverio|cognome2=Marucci}}</ref> è l'acronimo del nome degli autori che lo hanno creato: [[Deese-Roediger-McDermott]]. È un aspetto della [[psicologia cognitiva]] e delle [[neuroscienze]] che studia le illusioni di memoria, queste illusioni posso verificarsi per figure di oggetti e per parole. Questo paradigma di induzione di falsa memoria è basato sulla convergenza di più associazioni semantiche su una sola parola.<ref name="Vannucci, Manila 2008">Vannucci, Manila. 2008. Quando la memoria ci inganna. Roma, Carocci editore, pag 104.</ref>
 
==La storia==
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La prima versione realizzata comprendeva due fasi:
*'''Fase 1''': il primo compito era quello di leggere al soggetto una lista di dodici parole tutte in qualche modo associate tra loro e semanticamente simili ad una parola che non veniva letta.
(esempio, lista di parole: foglia, acqua, verde, albero, radice, pioggia, terra, cielo, fiore, erba, vegetazione, flora. Ogni parola converge semanticamente sulla parola natura, chiamata "parola critica", non presente nella lista).
*'''Fase 2''': in questa fase i soggetti dovevano solo ricordare quali parole avevano letto nella lista precedente. Il risultato fu chiaro, al comando di richiamo: "mi dica le parole che si ricorda di aver ascoltato nella lista" molti soggetti riportavano un'alta percentuale di falsi richiami, infatti il 44% dei soggetti aveva ricordato (erroneamente) di aver ascoltato la parola "natura". La falsa memoria era prodotta dal forte legame semantico che associava le parole della lista alla parola critica.
 
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Gli aspetti diversi rispetto alla versione di Deese sono:
*'''Fase 3''', chiamata compito di memoria di riconoscimento: dopo cicli di ''"studio-richiamo"'' vengono inserite nelle liste parole "nuove" e parole "critiche". Successivamente viene chiesto al soggetto di indicare per ciascuna parola se è "vecchia" o "nuova" e se riconosciuta come "vecchia" viene chiesto di dare un giudizio ''Ricordo/Conosco'';<ref>Tulving E., Thompson, D. M. 1973 Encoding Specificity and Retrieval Processes in Episodic Memory, in "Psychological Review", 80, pag 359.</ref>
"Ricordo" significa che il soggetto è in grado di rievocare particolari relativi alla lettura di quella parola, per esempio la voce dello sperimentatore, il colore della parola scritta ecc.."Conosco" significa che si ricorda la lettura della parola in questione ma non si è capaci di menzionare alcun dettaglio.
A conclusione della sperimentazione gli autori constatarono che al momento del richiamo libero, la percentuale di falsi richiami per la "parola critica", fu del 55%. Al compito di memoria del falso riconoscimento della parola critica la percentuale salì all'81%.
Grazie a questi risultati il paradigma DRM è considerato, tra tutti i modi di induzione di falsi ricordi, il più utile ed efficace.
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Questa ipotesi, proposta da Roediger e McDermott, sostiene che ci siano meccanismi di tipo associativo-semantico come l'attivazione e il monitoraggio
*'''Attivazione''': si nota che al momento dell'ascolto il soggetto crede di aver sentito anche la parola critica, questo succede perché << la memoria semantica è organizzata secondo una rete, per cui la stimolazione di nodi-concetti uniti tra loro causa una diffusione dell'attivazione anche al nodo della parola critica non citata >> <ref name="Vannucci, Manila 2008"/> .
*'''Monitoraggio''': In fase di recupero il soggetto mentre sta pensando a quali parole ha sentito o letto, crede falsamente che sia presente anche la parola critica.
Il tutto potrebbe dipendere da un collegamento sbagliato tra la fonte interna (attivazione mentale) e la fonte esterna (ascolto delle parole).