Storia delle istituzioni assistenziali di Vicenza: differenze tra le versioni

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[[File:Chiesa di San Pietro (Vicenza)-8.jpg|thumb|Chiostro del [[Chiesa e monastero di San Pietro|monastero di San Pietro]], dall'Ottocento sede dell'Istituto Trento]]
 
Il 27 settembre 1810 il nobile vicentino [[Ottavio Trento]]<ref>Sebastiano Rumor, ''Il conte Ottavio Trento. Ricordi e documenti nel primo centenario della sua morte'', Vicenza, 1912</ref>, discendente da un'antica famiglia dell'aristocrazia vicentina, quasi sicuramente per assecondare l'invito rivoltogli da [[Napoleone Bonaparte]] in visita a Vicenza nel 1807, donò al Comune di Vicenza una somma cospicua<ref>Erano 234.305 lire del tempo: Congregazione di Carità di Vicenza, ''Donazione del signor Ottavio Trento elettore del collegio de' possidenti e cavaliere dell'ordine reale italiano della corona di ferro alla Congregazione di Carità di Vicenza per l'istituzione di una casa d'industria e di ricovero in questo comune'', Tipografia Paroni, Vicenza, 1811</ref> per l'istituzione di una "Casa di lavoro volontario e semiforzato", al fine di dare una risposta allo stato di grave disagio in cui si trovavano i numerosi operai e artigiani vicentini rimasti sul lastrico con le loro famiglie in quegli anni di crisi economica<ref>Oltre alle ripercussioni delle campagne napoleoniche nella città e nel territorio - vivacemente descritte nel suo "Giornale" da Ottavia Negri Velo - una gravissima crisi investì particolarmente il capoluogo dove, in seguito alla introduzione del telaio meccanico, i numerosi e fiorenti [[setificio|setifici]] persero lavoro e mercati. v. Adriana Chemello, Giovanni Luigi Fontana, Renato Zironda e Il giornale di Ottavia Negri Velo, a cura di Mirto Sardo, con la revisione di Maria Letizia Peronato, ''L'aristocrazia vicentina di fronte al cambiamento, 1797-1814'', Vicenza, Accademia Olimpica, 1999, pp. 93-678</ref>; a questa donazione egli aggiunse poi nel suo testamento un ulteriore sostanzioso legato<ref>Ottavio Trento, ''Testamento del cav.r Ottavio Trento scritto li 28 dicembre 1810, presentato a rogiti signor Francesco Cibele li 23 gennaio 1811, e pubblicato li 9 maggio 1812'', Tipografia Parise, Vicenza, 1812</ref>. Per realizzare l'opera, il Comune individuò il complesso dell'ex monastero di San Pietro e diede l'incarico della ristrutturazione degli ambienti all'architetto e ingegnere [[Bartolomeo Malacarne]]; i lavori effettivamente cominciarono solo nel novembre del 1813 - quando gli austriaci ritornarono a Vicenza - per concludersi nel 1814.
 
L'Istituto Trento, così denominato in onore del munifico fondatore che intanto era morto nel 1812, accolse dapprima ospiti anziani e bisognosi di assistenza, specialmente durante la stagione invernale; cinque anni più tardi iniziò ad accogliere anche i figli degli operai disoccupati, creando una sezione separata destinata all'istruzione professionale, per addestrare i ragazzi ad un lavoro artigianale; nel 1881 questa sezione fu spostata nel nuovo orfanotrofio maschile istituito nel poco distante ex-convento di San Domenico.