Miracolo economico italiano: differenze tra le versioni
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La fine del [[Piano Marshall]] (1951) coincise inoltre con l'aggravarsi della [[Guerra di Corea]] (1950-1953), il cui fabbisogno di metallo ed altre materie lavorate fu un ulteriore stimolo alla crescita dell'industria pesante italiana. Si erano poste così le basi d'una crescita economica spettacolare, il cui culmine si raggiunge nel 1960, destinata a durare sino alla fine degli [[anni 1960|anni sessanta]] e a trasformare il Belpaese da Paese sottosviluppato, dall'economia principalmente agricola, ad una potenza economica mondiale. Per esempio, nei tre anni che intercorsero tra il 1959 ed il 1962, i tassi di incremento del reddito raggiunsero valori da primato: il 6,4%, il 5,8%, il 6,8% e il 6,1% per ciascun anno analizzato. Valori tali da ricevere il plauso dello stesso presidente statunitense [[John F. Kennedy]] in una celebre cena col presidente [[Antonio Segni]].
Questa grande espansione economica fu determinata in primo luogo dallo sfruttamento delle opportunità che venivano dalla favorevole congiuntura internazionale. Più che l'intraprendenza e la lungimirante abilità degli imprenditori italiani {{citazione necessaria}}, ebbero effetto l'incremento vertiginoso del commercio internazionale e il conseguente scambio di manufatti che lo accompagnò . Anche la fine del tradizionale [[protezionismo]] dell'Italia giocò un grande ruolo in quella fase {{citazione necessaria}}. In conseguenza di quell'apertura, il sistema produttivo italiano ne risultò rivitalizzato, fu costretto ad ammodernarsi e ricompensò quei settori che erano già in movimento. La disponibilità di nuove [[fonti di energia]] e la trasformazione dell'industria dell'[[acciaio]] furono gli altri fattori decisivi. La scoperta del [[metano]] e degli [[idrocarburi]] in [[Val Padana]],<ref>{{Cita libro|nome=Duggan,|cognome=Christopher.|titolo=The force of destiny : a history of Italy since 1796|url=https://www.worldcat.org/oclc/212431007|data=2008, ©2007|editore=Penguin|OCLC=212431007|ISBN=
Il maggiore impulso a questa espansione venne proprio da quei settori che avevano raggiunto un livello di sviluppo tecnologico e una diversificazione produttiva tali da consentir loro di reggere l'ingresso dell'Italia nel Mercato comune. Il settore industriale, nel solo triennio 1957-1960, registrò un incremento medio della produzione del 31,4%. Assai rilevante fu l'aumento produttivo nei settori in cui prevalevano i grandi gruppi: autovetture 89%; meccanica di precisione 83%; fibre tessili artificiali 66,8%.{{Citazione necessaria}} Ma, va osservato che il miracolo economico non avrebbe avuto luogo senza il basso costo del lavoro. Gli alti livelli di [[disoccupazione]] negli anni 1950 furono la condizione perché la domanda di lavoro eccedesse abbondantemente l'offerta, con le prevedibili conseguenze in termini di andamento dei salari.
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