Cripta di Sant'Emidio: differenze tra le versioni

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L'area del sepolcro di Sant'Emidio è circondata dal ciclo musivo che rievoca gli avvenimenti avvenuti ad Ascoli accaduti durante l'ultimo anno della [[seconda guerra mondiale]] e la benevola protezione di sant'Emidio nei confronti dei fedeli della città.
Leggendoli, iniziando dalla [[Parete (architettura)|parete]] destra, si susseguono in questo ordine: ''“Processione di penitenza”, “Ascoli dichiarata città aperta”, “Messa al campo”, “Processione di ringraziamento”, “Carità sui monti”, “Scena del terremoto” e la “Ritirata dei soldati tedeschi”.'' La volta al di sopra del gruppo scultoreo presenta quattro Angeli che dagli angoli protendono le loro mani verso la parte centrale dove è rappresentata una veduta stilizzata di Ascoli, a sottolineare la protezione sulla città. Altre figurazioni angeliche sono presenti anche nelle volte minori. [[Pietro Gaudenzi]] disegnò i cartoni del ciclo mentre l'opera fu realizzata dallo Studio del Mosaico Vaticano tra il [[1950]] ed il [[1954]].
 
La cripta ospita, disseminati lungo le pareti, i monumenti funebri e le memorie epigrafiche di vescovi, uomini illustri e benemeriti della Chiesa e della città, realizzati tra il XVI e il XVIII secolo, molti dei quali provengono dalla chiesa superiore e qui collocati nella seconda metà dell'Ottocento, in occasione dei lavori di "ripristino" della chiesa. Tra esse vanno menzionate quella dello storico [[Sebastiano Andreantonelli]], del vescovo Giovanni Gambi (che fece costruire il Tempietto di Sant'Emidio alle Grotte) e quella di Luigi Lenti, committente del gruppo marmoreo di Giosafatti. Le due sepolture di dimensioni maggiori sono tuttavia quelle del capitano Costanzo Malaspina (morto nel 1546), in travertino, collocata all'estremità sinistra della Cripta, e della marchesa Fulvia della Torre Caucci, in marmi policromi, opera del 1744 di Lazzaro Giosafatti, nella parete sinistra adiacente al sarcofago di Sant'Emidio.