Matthias Jacob Schleiden: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: spaziatura sezioni e modifiche minori
Riga 44:
A partire dagli anni settanta molti ricercatori studiarono il modo in cui il nucleo si divide e descrissero le varie fasi del processo della [[mitosi]].<ref>Rossi 2000, p. 794.</ref><br>
I risultati di queste ricerche microscopiche furono per molti aspetti sorprendenti: il nucleo si divideva con un processo estremamente complesso, molto più complesso di quanto era stato immaginato per la [[divisione cellulare]] dato che la cellula era considerata poco più di una piccola quantità di materia racchiusa da una [[parete cellulare]]. Di conseguenza si pensava che la cellula si dividesse con un singolo processo di [[ingrandimento]], e successiva scissione in due parti del materiale di cui è composto il nucleo.<ref>Rossi 2000, p. 794.</ref> Da questo problema emerse l'insieme delle ricerche sulla divisione nucleare e sullo studio del comportamento morfologico prima, e poi fisiologico e chimico, dei corpi colorabili ([[cromosomi]]) che erano stati individuati.<ref>Rossi 2000, p. 794.</ref><br>
Le ricerche sul modo in cui si divide il nucleo si svilupparono in tre fasi distinte. Nella prima fase, che va dal 1842 al 1870, ci furono alcune osservazioni, non coordinate fra loro e quasi casuali, sull'esistenza nel nucleo di piccole strutture a cui tuttavia non veniva prestata particolare attenzione. Nella seconda fase, breve ma estremamente intensa, che va dal 1871 al 1878, si svolsero una serie di osservazioni sulla [[metafase]] e sull'[[anafase]], che furono considerate stadi normali della moltiplicazione nucleare. Nella terza fase, dal 1878 alla fine del secolo, furono descritte le altre fasi della divisione nucleare, in particolare la [[profase]] e la [[telofase]], e fu dimostrato che i cromosomi si replicano per mezzo di una divisione longitudinale e che il loro numero è costante per le [[cellule somatiche]] di una data specie.<ref>Rossi 2000, p. 795.</ref><br>
 
== Das Meer: la storia dello sviluppo ==
Riga 78:
Rifiutando il modo tradizionale di trattare i problemi della botanica, prima basato sui problemi della classificazione, da cui discendevano assiomaticamente le conoscenze, e poi dominato dalle teorie della [[filosofia della natura]], Schleiden si fa sostenitore di un [[metodo induttivo]], basato sull'osservazione dei fatti e sul rifiuto delle generalizzazioni filosofiche (l'opposto di quanto farà Schwann nella fase finale della sua carriera). Anche nell'impostazione il libro stabilisce un nuovo modello iniziando dalla descrizione degli elementi che costituiscono le piante, passando poi alla cellula e infine alla morfologia.<ref>Rossi 2000, p. 386.</ref>
 
== Contributi alla farmaceutica ==
Schleiden rese utili le sue nuove conoscenze anche per la [[farmaceutica]]. Nel 1851 pubblicò il suo “Manuale di botanica medico-farmaceutica” (Handbuch der medicinisch-pharmaceutischen Botanik) e nel 1857 il suo “Manuale della [[farmacognosia]] botanica” (Handbuch der botanischen Pharmacognosie), la prima grande opera dell’anatomia microscopica delle droghe farmaceutiche che egli trattò particolarmente nel dettaglio nelle [[monografie]]. Tra queste si annoverano la corteccia di [[cinchona|china]], già commercializzata in molte tipologie differenti, e la [[salsapariglia]]. Schleiden si dedicò all’insegnamento della farmacognosia non solo a livello universitario, ma anche presso l’istituto privato farmaceutico di Ferdinand Wackenroder a Jena.<ref>{{Cita web|url=https://www.deutsche-apotheker-zeitung.de/daz-az/2004/daz-23-2004/uid-12053|titolo=Matthias Schleiden – Erforscher der Zelle |sito=Deutsche Apotheker Zeitung |data=2004-05-30 |accesso=2018-12-11}}</ref>