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= Cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido =
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Il
== Morfologia ==▼
▲Morfologia
Il CAITPR è un cavallo da tiro pesante rapido inteso come utilizzo nel lavoro che preveda il traino di carichi medio pesanti con andature al trotto.
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Caratteristiche della razza▼
Il CAITPR appartiene al tipo brachimorfo. Presenta una testa piuttosto leggera, quadrata, asciutta e ben attaccata, fronte larga e piana ed occhi grandi e vivaci. Il profilo fronto nasale è rettilineo con narici grandi e mobili mentre il canale inframascellare è aperto e asciutto. Le orecchie sono piuttosto piccole. Il collo è corto e muscoloso con una base piuttosto larga, nel complesso risulta ben portato. Il garrese asciutto, muscoloso e mediamente rilevato. Il dorso breve e largo con masse muscolari ben sviluppate e la linea dorso lombare forte. La groppa mediamente inclinata, ampia, ben fornita di masse muscolari e preferibilmente doppia. La coda risulta ben attaccata. Il petto è largo e muscoloso e torace ampio e profondo. Il fianco è breve e arrotondato e l’addome è ben sviluppato e abbastanza sostenuto. Gli arti sono brevi e forti con articolazioni ampie tendenti alla rotondità, presentano appiombi regolari ed estremità con ciuffi di peli. La spalla è muscolosa, sufficientemente inclinata e di buona lunghezza. Lo zoccolo è proporzionato e di buona conformazione. (Vi sono ulteriori caratteristiche specifiche riguardanti braccio, ginocchio, coscia e natica, gamba, garetto, stinco, nodello, pastoia.) ▼
▲=== Caratteristiche della razza ===
▲Il CAITPR appartiene al tipo brachimorfo. Presenta una testa piuttosto leggera, quadrata, asciutta e ben attaccata, fronte larga e piana ed occhi grandi e vivaci. Il profilo fronto nasale è rettilineo con narici grandi e mobili mentre il canale inframascellare è aperto e asciutto. Le orecchie sono piuttosto piccole. Il collo è corto e muscoloso con una base piuttosto larga, nel complesso risulta ben portato. Il garrese asciutto, muscoloso e mediamente rilevato. Il dorso breve e largo con masse muscolari ben sviluppate e la linea dorso lombare forte. La groppa mediamente inclinata, ampia, ben fornita di masse muscolari e preferibilmente doppia. La coda risulta ben attaccata. Il petto è largo e muscoloso e torace ampio e profondo. Il fianco è breve e arrotondato e l’addome è ben sviluppato e abbastanza sostenuto. Gli arti sono brevi e forti con articolazioni ampie tendenti alla rotondità, presentano appiombi regolari ed estremità con ciuffi di peli. La spalla è muscolosa, sufficientemente inclinata e di buona lunghezza. Lo zoccolo è proporzionato e di buona conformazione. (Vi sono ulteriori caratteristiche specifiche riguardanti braccio, ginocchio, coscia e natica, gamba, garetto, stinco, nodello, pastoia.)
I Mantelli ammessi sono sauro, ubero e baio preferibilmente carichi; è tollerato il mantello roano e gli altri mantelli. Possono presentare o meno macchie bianche a sede fissa, ovvero stella, lista, balzane, con le seguenti limitazioni:
Non sono ammesse stelle che comprendano gli occhi e sfacciature di lista che comprendano la mascella. Non sono ammessi lisci che risalgano sulla mandibola e sui lati della mascella se non in misura ridotta.
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Misure biometriche: i maschi oltre i 26 mesi di età hanno un’altezza minima di 150 cm al garrese, una circonferenza dello stinco di 22,5 cm e un rapporto circonferenza torace/altezza di 1,30 cm. Dalle nascite 2019, l’altezza minima al garrese sarà di 153 cm al garrese. Le femmine oltre i 26 mesi di età hanno un’altezza minima di 146 cm al garrese, una circonferenza dello stinco di 22 cm e un rapporto circonferenza torace/altezza di 1,22 cm. Dalle nascite 2019, l’altezza minima al garrese sarà di 150 cm. Per entrambi i sessi il peso varia dai 600 ai 700 Kg.
==== Rilevamento morfologico ====▼
▲Rilevamento morfologico
I rilevamenti morfologici sono fondamentali per capire il valore genetico dei soggetti e perciò quali puledri sono da ammettere alla Sezione Principale Classi Candidati Riproduttori Selezionati (CRS) e Riproduttori Selezionati (RS), e quali femmine da registrare alla Sezione Supplementare. La Commissione Tecnica Centrale stabilisce le metodiche per tali rilevamenti.
I rilevamenti morfologici vengono riassunti in una scala di gradimento che traduce quanto il soggetto si avvicina alle caratteristiche fenotipiche della razza pura; tale scala è così organizzata:
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Per l’attribuzione del punteggio di Buono, Molto Buono e Ottimo non sono ammessi i seguenti difetti ereditabili: testa pesante ed eccessiva incidenza dell’impalcatura scheletrica rispetto alle masse muscolari che comportano una conformazione generale grossolana; groppa notevolmente inclinata; diametri trasversi non superiori alla media; arti con difetti di appiombi, modesto impulso nel movimento ed andature che compromettono la durata della carriera del soggetto. Il mantello deve essere sauro, ubero o baio preferibilmente carico.
In generale, il soggetto deve presentare armonia nelle forme con una conformazione morfologica compatta e ben proporzionata. La groppa deve essere doppia ed il mantello preferibilmente sauro con i crini chiari. Nonostante la mole deve presentare agilità nei movimenti, andature fluide, falcata lunga e, soprattutto, un buon ritmo nel trotto che è l’andatura che lo caratterizza.
Il rilevamento morfologico viene effettuato da un tecnico abilitato dal Libro Genealogico e chiamato Esperto di Razza.
==== Età di rilevamento morfologico ====
Il rilevamento morfologico viene effettuato per la prima volta sotto madre ai 6 mesi di età per entrambi i sessi; tale rilevamento per i maschi è valido per l’accesso alla Classe Candidati Riproduttori Selezionati (CRS) mentre alle femmine viene attribuita la qualifica. Il rilevamento morfologico si ripete una seconda volta ai 26-30 mesi di età per entrambi i sessi: i maschi vengono rivalutati per l’accesso alla Classe Riproduttori Selezionati (RS) mentre le femmine vengono rivalutate per verificare se rispettano ancora gli standard di razza.
==== Metodi di
Si utilizza una scheda di valutazione morfologica così articolata:
1. Rilevamento lineare: prevede nove valori (1-1,5-2-2,5-3-3,5-4-4,5-5) da attribuire ai caratteri considerati.
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Sul finire degli anni 1950 venne istituito il Libro Genealogico (L.G.) della razza che fu inizialmente gestito dall'Istituto d'incremento ippico di Ferrara e, successivamente, dall'Associazione nazionale allevatori del Cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido (ANACAITPR) sotto il controllo del Ministero dell'agricoltura e delle foreste.
== Storia ==▼
L’Italia non ha mai annoverato nel suo patrimonio equino nessuna razza da tiro pesante. Tuttavia, l’inizio della produzione italiana di cavalli da tiro risale al [[1860]] circa, periodo in cui andava facendosi sempre più sentita la necessità di poter disporre di un '''ceppo equino pesante''' da utilizzare nei lavori in campo agricolo e nel settore militare. Invero, l’agricoltura si stava diffondendo in maniera sempre più consistente nella pianura padana e l’esercito era sempre più esigente nel trasporto
Nel 1860 il '''Deposito Stalloni di Ferrara''' diede inizio alla sua attività di selezione. Dapprima, nelle numerose prove di [[Incrocio (biologia)|incrocio]], le fattrici delle razze locali padane vennero incrociate con stalloni che provenivano dal [[Polesine]], ma successivamente furono introdotti stalloni [[Purosangue inglese|Purosangue inglesi]], Hackney e [[Cavallo arabo|Purosangue Arabi]]. L'intento era quello di ottenere un cavallo leggero per l’uso agricolo e militare ma, agli inizi del [[XX secolo]], andò delineandosi un nuovo indirizzo. L'uso di macchine e mezzi sempre più pesanti, nel settore agricolo e nei trasporti, orientò gli allevatori verso un cavallo più grande e più forte.▼
▲Storia
Attorno al [[1900]] vennero, pertanto, utilizzati stalloni francesi [[Boulonnais (cavallo)|Boulonnais]] e [[Percheron]], stalloni di razza [[Ardennese]] e stalloni [[Bretone (cavallo)|bretoni]] di tipo Norfolk-bretone. Furono proprio quest’ultimi a fornire i maggiori risultati qualitativi e le prime importazioni di tali riproduttori ebbero luogo nel [[1911]] protraendosi sino alla metà degli anni venti, nonostante le difficoltà imposte dal primo conflitto mondiale. L'incrocio di stalloni Bretoni con fattrici di varia origine (Noriker, Percheron e [[Belga da tiro]]) già presenti nella [[Pianura veneto-friulana]], permise di dare origine a un '''cavallo robusto''' di '''mole medio-pesante''', dotato di '''brillantezza''' ed '''eleganza''' nei movimenti. L'opera di miglioramento creò, dunque, dei soggetti particolarmente idonei agli scopi principali cui erano stati destinati: artiglieria, trasporti civili e lavori nelle grandi aziende agricole.▼
▲L’Italia non ha mai annoverato nel suo patrimonio equino nessuna razza da tiro pesante. Tuttavia, l’inizio della produzione italiana di cavalli da tiro risale al 1860 circa, periodo in cui andava facendosi sempre più sentita la necessità di poter disporre di un ceppo equino pesante da utilizzare nei lavori in campo agricolo e nel settore militare. Invero, l’agricoltura si stava diffondendo in maniera sempre più consistente nella pianura padana e l’esercito era sempre più esigente nel trasporto dell’artiglieria.
La selezione interna alla razza ebbe inizio ufficialmente nel [[1926]], anno in cui furono istituite per Legge le
▲Nel 1860 il Deposito Stalloni di Ferrara diede inizio alla sua attività di selezione. Dapprima, nelle numerose prove di incrocio, le fattrici delle razze locali padane vennero incrociate con stalloni che provenivano dal Polesine, ma successivamente furono introdotti stalloni Purosangue inglesi, Hackney e Purosangue Arabi. L'intento era quello di ottenere un cavallo leggero per l’uso agricolo e militare ma, agli inizi del XX secolo, andò delineandosi un nuovo indirizzo. L'uso di macchine e mezzi sempre più pesanti, nel settore agricolo e nei trasporti, orientò gli allevatori verso un cavallo più grande e più forte.
Ben presto presero l’avvio concorsi morfologici dedicati non solo ai giovani maschi ma anche alle giovani fattrici e puledre. Tra queste competizioni si affermò rapidamente il
▲Attorno al 1900 vennero, pertanto, utilizzati stalloni francesi Boulonnais e Percheron, stalloni di razza Ardennese e stalloni bretoni di tipo Norfolk-bretone. Furono proprio quest’ultimi a fornire i maggiori risultati qualitativi e le prime importazioni di tali riproduttori ebbero luogo nel 1911 protraendosi sino alla metà degli anni venti, nonostante le difficoltà imposte dal primo conflitto mondiale. L'incrocio di stalloni Bretoni con fattrici di varia origine (Noriker, Percheron e Belga da tiro) già presenti nella Pianura veneto-friulana, permise di dare origine a un cavallo robusto di mole medio-pesante, dotato di brillantezza ed eleganza nei movimenti. L'opera di miglioramento creò, dunque, dei soggetti particolarmente idonei agli scopi principali cui erano stati destinati: artiglieria, trasporti civili e lavori nelle grandi aziende agricole.
L'interesse, dunque, verso questa nuova razza andava facendosi sempre più concreto tanto che le fattrici iscritte alle stazioni di selezione crebbero in maniera progressiva fino a raggiungere un numero molto consistente alla fine degli [[Anni 1930|anni
▲La selezione interna alla razza ebbe inizio ufficialmente nel 1926, anno in cui furono istituite per Legge le “Stazioni di fecondazione selezionate "attraverso le quali si individuarono le migliori fattrici che andarono a costituire la base materna originaria della razza. Nel 1927 nacque pertanto la prima generazione controllata di puledri del neonato ceppo equino di tipo “agricolo-artigliere” ovvero “derivato bretone”. La zona geografica iniziale di produzione fu rappresentata dalla pianura veneta, dalla provincia di Ferrara e dalla pianura friulana.
La [[seconda guerra mondiale]] rappresentò per la razza un momento di crisi ma il processo evolutivo riprese
▲Ben presto presero l’avvio concorsi morfologici dedicati non solo ai giovani maschi ma anche alle giovani fattrici e puledre. Tra queste competizioni si affermò rapidamente il concorso di Verona che ebbe origine nel 1934. Per i giovani stalloni furono inoltre istituite delle prove funzionali specifiche.
La razza fu ufficialmente denominata con il suo nome attuale ('''Cavallo Agricolo da Tiro Pesante Rapido'''
▲L'interesse, dunque, verso questa nuova razza andava facendosi sempre più concreto tanto che le fattrici iscritte alle stazioni di selezione crebbero in maniera progressiva fino a raggiungere un numero molto consistente alla fine degli anni trenta. I giovani stalloni che nascevano ogni anno venivano affidati al Deposito di Ferrara per le riproduzioni selezionate oppure destinati ad altri Depositi Stalloni. Difatti, molti giovani riproduttori “derivati bretoni” furono acquistati nelle zone di Crema, Reggio Emilia e Pisa per essere utilizzati nei relativi Depositi.
La successiva [[meccanizzazione
▲La seconda guerra mondiale rappresentò per la razza un momento di crisi ma il processo evolutivo riprese nell’immediato dopoguerra. Grazie alla risalita agricola e all’attenzione costante dell’agricoltura verso la trazione animale, ci fu un’importante espansione dell’allevamento di CAITPR in aree sempre più vaste e differenziate. Tra queste, oltre alla zona storica, furono coinvolte la Lombardia, l’Emilia Romagna, l’Italia centrale, la Puglia e la Sardegna. Gli anni Cinquanta segnarono pertanto l’inizio di una forte ripresa d’interesse verso questo cavallo.
Alla fine degli anni Settanta, la gestione del Libro Genealogico (L.G.) della razza passò
▲La razza fu ufficialmente denominata con il suo nome attuale (Cavallo Agricolo da Tiro Pesante Rapido – CAITPR) sul finire degli anni Quaranta e inizio anni Cinquanta. La denominazione stabiliva, per questo tipo di produzione equina, l’acquisizione e il riconoscimento dello standard di razza autonoma. Alla fine degli anni Cinquanta fu inoltre stabilito il nuovo Libro Genealogico (L.G.) che ancora oggi consente l’utilizzo di stalloni Bretoni.
Il passaggio gestionale, che fu sancito dalle nuove normative in merito ai Libri Genealogici delle [[specie]] [[Zootecnia|zootecniche]], consentì pertanto all’ANACAITPR di operare su tutto il territorio nazionale. In questo modo, il controllo selettivo venne esteso anche al di fuori della zona storica. Difatti, i giovani stalloni provenienti da quest’ultima, che sin dagli anni Trenta s’incrociarono con le fattrici di molte altre aree italiane, crearono una base di popolazione CAITPR la quale fu successivamente introdotta nel Disciplinare. I precursori in questo senso furono gli allevatori della Puglia i quali iniziarono la loro attività di selezione già sul finire degli anni Settanta.▼
▲La successiva meccanizzazione agricola portò però a una profonda crisi che si protrasse fino agli anni Settanta. I grandi allevatori non videro più la necessità di continuare con l’allevamento del CAITPR e di conseguenza cessarono l’attività. Tuttavia, la forte presenza di soggetti allevati nelle aziende agricole di famiglia e l’aumento dell’interesse per la razza nel centro meridione, consentirono alla sopravvivenza di questo ceppo equino. La conservazione del CAITPR fu inoltre garantita grazie alla tradizione ippofaga in alcune zone d’Italia: si verificò un cambio di destinazione di tali animali che passarono da fornitori di lavoro a fornitori di carne.
Nei primi [[Anni 1980|anni Ottanta]] ebbe pertanto inizio l’affiancamento degli allevatori dell’area storica con i nuovi allevatori italiani del centro meridione ed è perseguito sino ad oggi, permettendo l’allargamento della base selettiva su cui si fonda attualmente il Libro Genealogico.▼
▲Alla fine degli anni Settanta, la gestione del Libro Genealogico (L.G.) della razza passò dall’Istituto d’Incremento Ippico di Ferrara all’Associazione Nazionale Allevatori del Cavallo Italiano da Tiro Pesante Rapido (ANACAITPR), fondata nel 1956 a Verona. Tale associazione, che gestisce tuttora il Disciplinare di razza, è sotto in controllo del Ministero dell’agricoltura e delle foreste.
== Consistenza, attitudini ed usi ==▼
▲Il passaggio gestionale, che fu sancito dalle nuove normative in merito ai Libri Genealogici delle specie zootecniche, consentì pertanto all’ANACAITPR di operare su tutto il territorio nazionale. In questo modo, il controllo selettivo venne esteso anche al di fuori della zona storica. Difatti, i giovani stalloni provenienti da quest’ultima, che sin dagli anni Trenta s’incrociarono con le fattrici di molte altre aree italiane, crearono una base di popolazione CAITPR la quale fu successivamente introdotta nel Disciplinare. I precursori in questo senso furono gli allevatori della Puglia i quali iniziarono la loro attività di selezione già sul finire degli anni Settanta.
=== Consistenza ===▼
▲Nei primi anni Ottanta ebbe pertanto inizio l’affiancamento degli allevatori dell’area storica con i nuovi allevatori italiani del centro meridione ed è perseguito sino ad oggi, permettendo l’allargamento della base selettiva su cui si fonda attualmente il Libro Genealogico.
Attualmente il CAITPR può vantare circa '''6500 capi''' iscritti, di cui oltre '''3000 fattrici''', presenti in circa '''900 allevamenti''' distribuiti in '''16
Al [[2015]], sono stati censiti oltre '''5600 capi''', di cui '''370 stalloni
Il CAITPR può dunque vantare di una consistenza ormai diffusa in maniera quasi completa in tutto il territorio nazionale. Va inoltre considerata la grande capacità di [[adattamento]] che ha adottato la razza passando da un allevamento di tipo stallino (tipico della zona storica) al semi-brado o al brado integrale (più diffusa nella dorsale appenninica). ▼
▲Consistenza, attitudini ed usi
=== Attitudini ed usi ===▼
▲Consistenza
Attorno agli anni Settanta e Ottanta il CAITPR venne considerato come razza totalmente vocata alla produzione della carne ma gli [[Anni 1990|anni Novanta]] segnarono il ritorno dell’interesse per gli [[attacchi]] [[Dilettante|amatoriali]] e l’impiego di tale cavallo
Oggi, la razza CAITPR viene ancora impiegata per la produzione della carne (visto la buona resa), per i lavori agricoli in ambienti montani dove risulta difficile l’impiego di mezzi meccanici, per la [[fienagione]] e per il [[Diboscamento|disboscamento]]. Per di più, l’impiego del Cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido negli attacchi amatoriali non è stato abbandonato: molti allevatori infatti addestrano e preparato i loro cavalli a questa disciplina.
▲Attualmente il CAITPR può vantare circa 6500 capi iscritti, di cui oltre 3000 fattrici, presenti in circa 900 allevamenti distribuiti in 16 diverse Regioni. Le zone con maggior presenza sono il Veneto, l’Emilia Romagna, l’Umbria, il Lazio, l’Abruzzo e la Puglia; discrete presenze si hanno anche in Friuli, nelle Marche, in Toscana, in Molise e in Campania. Allevamenti più isolati, ma molto attivi dal punto di vista selettivo, sono ubicati in Piemonte, Lombardia, Trentino e Basilicata.
▲Al 2015, sono stati censiti oltre 5600 capi, di cui 370 stalloni; la regione con il maggior numero di esemplari è il Lazio.
Grazie alle proprie caratteristiche [[Morfologia (biologia)|morfologiche]] e di adattamento a diverse tipologie di allevamento, la razza va sempre più configurandosi però come uno strumento per lo sfruttamento, in maniera sostenibile, delle risorse agricole e per la salvaguardia ambientale, con minimo impatto sugli equilibri di aree collinari e montane. Il CAITPR diviene perciò una componente fondamentale che può essere inserita nelle politiche agro-ambientali orientate a ridurre gli impatti ambientali stimolando le attività agricolo-zootecniche eco-compatibili ed incentivando lo sviluppo di nuove opportunità di [[reddito]] per l’agricoltore. Molte regioni hanno colto queste opportunità riservando attenzione a CAITPR e ai suoi allevatori.▼
▲Il CAITPR può dunque vantare di una consistenza ormai diffusa in maniera quasi completa in tutto il territorio nazionale. Va inoltre considerata la grande capacità di adattamento che ha adottato la razza passando da un allevamento di tipo stallino (tipico della zona storica) al semi-brado o al brado integrale (più diffusa nella dorsale appenninica).
== Note ==
▲Attitudini ed usi
== Bibliografia ==
▲Attorno agli anni Settanta e Ottanta il CAITPR venne considerato come razza totalmente vocata alla produzione della carne ma gli anni Novanta segnarono il ritorno dell’interesse per gli attacchi amatoriali e l’impiego di tale cavallo nell’attività di turismo ambientale (visite con carri nei parchi e riserve che si stanno diffondendo sempre di più nel territorio italiano). Inoltre, sempre a partire dagli anni 1990, il CAITPR ha riscontrato un rinnovato interesse come cavallo da lavoro in ambito agricolo (soprattutto per l’impiego in aziende biologiche e biodinamiche) e in ambito forestale (in particolare nelle aree a più delicato equilibrio ambientale). Oggigiorno, la razza CAITPR viene ancora impiegata per la produzione della carne (visto la buona resa), per i lavori agricoli in ambienti montani dove risulta difficile l’impiego di mezzi meccanici, per la fienagione e per il disboscamento. Per di più, l’impiego del Cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido negli attacchi amatoriali non è stato abbandonato: molti allevatori infatti addestrano e preparato i loro cavalli a questa disciplina.
▲Grazie alle proprie caratteristiche morfologiche e di adattamento a diverse tipologie di allevamento, la razza va sempre più configurandosi però come uno strumento per lo sfruttamento, in maniera sostenibile, delle risorse agricole e per la salvaguardia ambientale, con minimo impatto sugli equilibri di aree collinari e montane. Il CAITPR diviene perciò una componente fondamentale che può essere inserita nelle politiche agro-ambientali orientate a ridurre gli impatti ambientali stimolando le attività agricolo-zootecniche eco-compatibili ed incentivando lo sviluppo di nuove opportunità di reddito per l’agricoltore. Molte regioni hanno colto queste opportunità riservando attenzione a CAITPR e ai suoi allevatori.
Voci correlate▼
▲== Voci correlate ==
Attacchi
Bretone (cavallo)
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
Associazione Nazionale Allevatori Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido (ANACAITPR), su anacaitpr.it.
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