== Geografia fisica ==
=== Posizione ===
Dal punto di vista geografico la posizione può considerarsi strategica, infatti già nel 1600 a.C. il popolo dei [[Pelasgi]] fece di Pescara una delle sue basi commerciali. Oltre ad essere favorita naturalmente negli scambi con il mare, in 30 minuti è possibile raggiungere le montagne abruzzesi eed il comprensorio sciistico di [[Passolanciano-Maielletta]].
=== Costa ===
== Geografia antropica e urbanistica ==
{{vedi anche|Storia di Pescara}}
[[File:Pescara Palazzo di Citta 01 (raboe).jpg|thumb|Palazzo di Città|alt=]]Tra il [[1510]] e [[1557]] fu eretta a cavallo tra le due sponde del fiume Pescara una [[Fortino del Pescara|fortezza]], sui resti delle precedenti fortificazioni bizantine, per volere di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]]; l'architettoil progettista, Erardo Barleduc, progettò un pentagono irregolare con 7 bastioni ai vertici<ref>{{cita web|url=http://www.ilpescara.it/cronaca/storia-fortezza-borbonica.html|titolo=Storia di Pescara: ecco cosa rimane della Fortezza Borbonica. - IlPescara.it|data=aprile 2016}}</ref>. In età napoleonica [[Castellammare Adriatico]], sulla sponda nord del fiume (che allora contava circa 1500 abitanti), divennesi Comuneseparò amministrativamente dalla fortezza pescarese diventando comune autonomo, aggregato al [[Distretto di Penne|circondario di Città Sant'Angelo]] ([[1807]]).
Dopo l'incorporazione al nascente [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] e fino agli inizi del Novecento, Castellammare e Pescara conobbero un primo, sostanziale sviluppo economico e un considerevole aumento della popolazione (particolarmente significativo nel ventennio [[1881]]-[[1901]]). Fondamentale per lo sviluppo delle due cittadine fu l'arrivo della [[Ferrovia Adriatica]] nel [[1863]], che stimolò la "discesa a valle" di Castellammare e la demolizione della fortezza a Pescara, dando il primo grande impulso allo sviluppo della città.
Nel 1912 [[Antonino Liberi]] progettaprogettò un intero quartiere in stile liberty, con 52 edificivillini immersi nella [[Riserva naturale di interesse provinciale Pineta Dannunziana|Pineta Dannunziana]] appena bonificata eed avente il fulcro nel [[Aurum - La fabbrica delle idee|Kursaal]], un padiglione culturale nato come stabilimento balneare e circolo ricreativo. L'idea, che però troverà solo parziale realizzazione, èfu quella di realizzare una ''città giardino''.
Il 2 gennaio [[1927]] venne firmato il decreto di unificazione delle due città sotto il nome di Pescara e la contestuale elevazione a capoluogo di provincia<ref>[[s:R.D.L. 2 gennaio 1927, n. 1 - Riordinamento delle circoscrizioni provinciali|R.D.L. 2 gennaio 1927, n. 1, art. 4]]</ref>.
LaL'espansione urbana della città haproseguì vistonel laperiodo fasedel di[[Storia maggioredel espansionefascismo urbanaitaliano|regime afascista]], partireche dall'impulsodotò fascistala città di nuovi e monumentali edifici pubblici (furono edificati tra gli anni '20 e gli anni '40 il ponte Littorio, cheil permettevapalazzo l'attraversamentodi sicuro del fiume, il Municipiocittà, il palazzo del Governo, la centrale del latte, il palazzo delle Poste, ospedali, scuole e chiese). Alla fine del secondo conflitto mondiale iniziò una fase di enorme crescita urbana favorita dal massiccio fenomeno di immigrazione interna abruzzese dall'interno verso la costa, con particolare rilevanza del periodo compreso tra gli anni '60 e '80, che ha portato alla nascita didei vari quartieri nei quali la città si suddivide.
=== Storia dell'urbanistica ===
=== Periodo romano: Aternum ===
{{vedi anche|Aternum}}
[[File:Ricostruzione Ostia Aterni.jpg|thumb|250px|Ipotetica ricostruzione di Atenrum]]
Il primo momento della realtà pescarese risale alla conquista romana del I secolo a.C., escludendo il fatto che delle casupole esistevano sin dall'epoca italica, quando i [[Vestini]] colonizzarono l'area attornocittadina ilai piedi del Collecolle del telegrafo (dove sono stati trovati reperti del neolitico), sancendo il controllo del fiume Aterno sino allo sbocco portuale, insieme alle realtà di Cerrano a nord (Matrinum, porto di [[Atri|Hadria]]) e [[Ortona]] a sud. Si ipotizza che il centro italico di ''Ostia Aterni'' fosse situato un po' più a monte della foce, proprio nell'odierno centro storico, laddove sorgeva il ponte che collegava le due rive lo facilitava. Gli storici ipotizzano un nucleo romano classico: tracciato stradale dominato dall'intersezione di cardo e decumano, che coincidevano con le due principali arterie della città: la [[Via Tiburtina Valeria|Claudia-Valeria]] e la Flaminia proveniente da nord, che diventerà la strada Frentana, e la nuova Giulia-Adriatica.<br/>La zona vicino alla foce dovevaospitava averele delleattività portuali e costruzioni commerciali; le case si disposero lungo la via Consolare presso l'imbocco del ponte lungo la sponda verso la foce. Il raccordo delle due direttrici fece pian piano assumere ad Aternum una forma triangolare, oppure trapezio allungato sulla sponda del fiume; bellada mappaalcune disegnatamappe disegnate riguardo la ricostruzione topografica dell'antica Aternum, sullasono sinistravisibili è visibile ili rimasuglioresti di una torre di guardia per l'accesso al porto, e di fronte un faro posto sulla penisoletta che si protendeva come difesa trasversale dai marosi.
Accanto alla torre èvi visibileera un sepolcro, e vicino il tempio di [[Nettuno (divinità)|Nettuno]], protettore dei traghettatori, di fronte il collegio dei nocchieri. La via Flaminia, che arrivava da nord fino alla roccafortecittadina, aveva una derivazione che portava sino alla foce, dove vi erano i magazzini cheutilizzati servivanodai aimercanti Vestini e ai Sabelli. Sulla riva destra si trovavano i magazzini dei Teatini[[Marrucini]] e dei [[Frentani]], che confluivano sulla via Valeria e la via Frentana dopo l'attraversamento. Le due sponde erano congiunte da un ponte in muratura che varcava il fiume all'altezza dell'attuale ponte "G. D'Annunzio"ferroviario. Il fiume inanticamente prossimitàaveva ipotizzabileuna dell'incrocio[[Delta trafluviale|foce strada prov.lea per Cepagattidelta]], e la via per L'ospedale, si biforcava verso settentrione con la diramazione nominata "''Aterni septentrionale Ostium"'', che proseguiva rettilinea verso il mare, e terminava in uno stagno costiero, ossia una palude, presso la foce detto ''Palus''. Si ipotizza che tale biforcazione si trovasse nei pressi piazza Luigi Pierangeli. Un altro braccio del fiume volgeva a meridione e sfociava in una palude costiera molto più vasta, il Lagolago delle Saline. Ampi restiResti della pavimentazione romana di un importante edificio sono stati rinvenuti presso iil sotterranei[[Museo didelle viagenti delle Casermed'Abruzzo]], pressosulla lagolena fortificazione spagnola-borbonicasud, con mosaicimosaico a tessere bianche e nere. PerSi quantoattesta riguardal'esistenza ilIl ponte romano, essosebbene rimaseparzialmente in piedicrollato, sino al 1703, quando crollòcrollarono definitivamente gli ultimi piloni (ed il ponte di legno che vi era stato costruito sopra), e fu sostituitorimpiazzato prima da unoun in[[ponte legno,di barche]] e poi, a metà Ottocento da uno in ferro; inveceera perpresente gliin edificicittà sacri,il sitempio ricordadedicato una tempio di ignotaGiove dedicazioneAternio, che dal VII-VIII secolo eraveniva usato sia da cristiani che ebrei, intitolato a Santa Maria di Gerusalemme. La chiesa rimase in piedi sino al 1200, quando venne sostituita da un modesto edificio demolito nel tardo Ottocento,. quandoIntorno al 1700 venne smantellatoiniziata la costruzione di una nuova grande chiesa, lasciandoche inavrebbe piedidovuto solosostituire Santa Gerusalemme, ma l'edificio restò incompiuto, ed il grande portale di accesso alla chiesa divenne una nuova porta cittadina, un arco che permetteva l'accesso da ovestsud alla cittadella antica, e per questo nominato volgarmente "Porta Nuova"''Portanuova'', toponimo poiin datoseguito esteso a tutto il quartiere. Anche questa costruzione venne smantellata a fine 800.
=== Dal Medioevo al Cinquecento ===
ConSuccessivamente laalla decadenza[[Caduta didell'Impero Romaromano neld'Occidente|caduta dell'Impero romano d'occidente]] del [[476]], non si hanno notizie di Pescara sino al [[VI secolo]] d.C., quando venne conquistata dai [[Bizantini]] durante la [[Guerra gotica (535-553)|guerra greco-gotica]]. SottoConquistata ilin nomeseguito deidai [[Longobardi]], Aterno assunse il toponimo "''Piscaria", e poi Pescara''. Il feudo fu sotto la giurisdizione dell'[[abbazia di Montecassino]], e poi dal [[XII secolo]] sotto [[Abbazia di San Giovanni in Venere|San Giovanni in Venere]], fin quando nel [[1140]] i [[Normanni]] la conquistarono. Passando dadi feudatario in feudatario, tra cui il poeta [[Sordello da Goito]], Pescara non conobbe al livello urbano grandi modificazioni, sefino non dalal 1510 con la decisione [[Carlo V]] d'Asburgo di costruire la fortezza. Nei registri di Chieti (San Giustino (Chieti) e di San Giovanni in Venere si sa che già nel XII-XIII secolo la città era dotata di diverse chiese: una dedicata al Salvatore, San Cetteo, a San Tommaso, a Santa Maria di Gerusalemme e a San Nicola. Molte di queste chiese vennero assorbite dai successivi monasteri che si crearono dal [[XIII sec,secolo]] come quello di San Francesco in Largo dei Frentani, quello di Sant'Agostino, e delle Benedettine (che stavasi trovava nell'area del mercato coperto Portadi NuovaPortanuova). Delle chiese storiche sopravvisserosopravvisse, almeno sino alle soglie del [[XX secolo]], lesolamente chiesela dimodesta Sanchiesa Cetteodel eSantissimo SantaSacramento, Mariasostituita dinegli Gerusalemmeanni (solo30 ldall'arco)odierna San Cetteo.
=== La fortezza spagnola ===
{{vedi anche|Fortino del Pescara}}
[[File:Piazzaforte pescara.jpg|thumb|La Piazzaforte di Pescara]]
Carlo V, vistecercando ledi numerosearginare scorrerieil problema dei <nowiki>[[Corsari barbareschi]]</nowiki> che Pescaraflagellavano subivale dacoste parteitaliane, decise di piratidotare turchi,il non[[Regno essendodi piùNapoli|Regno]] necessariedi nuove difese e fortificazioni: A Pescara le vecchie fortificazioni normanno-bizantine, e nemmenoed il castello fatto erigere negli anni '20 del Quattrocento da [[Giacomo Caldora]], diventarono rapidamente obsoleti in rapporto agli avanzamenti tecnologici delle artiglierie. Il sovrano si preoccupò dunque di realizzare una nuova imponente fortezza a difesa del porto e dei confini settentrionali del Regno. Il progetto fu di Eraldo di Belreduc, i lavori vennero proseguiti sino agli anni '60 del Cinquecento sottodurante il ducagoverno D'Alba:di il[[Pedro disegnoAfán fude quelloRibera]] dduca abbracciareD'Alba. tutto il circuito dellaLa cittadella, chenon rimanevaaveva sempremolti poco popolata daresidenti civili, sempre in minoranza deirispetto pochiai militari a guardia del porto, in modo da farci passare il fiume: cinque grandi bastioni vennero scavati nella parte sud del fiume, comprendendo l'abitato (bastioni Sant'Antonio, San Rocco, San Giacomo, San Nicola e San Cristoforo presso il castello) e gli altri due a nord del fiume (bastioni San Vitale e San Francesco, che inglobavano il deposito dei cannoni e la dogana). La cinta appare assai chiara nei disegni e nelle carte ritraenti Pescara, sul lato della sponda destra del fiume l'andamento si presenta irregolare perché influenzato dalle abitazioni preesistenti. L'opera fu concepita a pianta pentagonale irregolare, con le porte di accesso poste accanto i bastioni (sino al 1943 si conservava ancora la Porta maggiore presso le casermette borboniche); il ponte romano avrebbe costituito l'unico elemento per il passaggio da una riva all'altra.
Cinque grandi bastioni vennero eretti nella parte a sud del fiume, circondando l'abitato (bastioni Sant'Antonio, San Rocco, San Giacomo, San Nicola e San Cristoforo presso il castello) ed altri due a nord del fiume (bastioni San Vitale e San Francesco, che inglobavano il deposito dei cannoni e la dogana). L'opera fu concepita a pianta pentagonale irregolare, con le porte di accesso poste accanto i bastioni (sino al 1943 si conservava ancora la Porta maggiore presso le caserme borboniche); il ponte romano costituiva l'unico attraversamento del fiume.
Questi bastioni sono andati demoliti o interrati già nella metà dell'Ottocento per favorire lo sviluppo della città, fino al 1945 resisteva ancora il bastione San Vitale presso villa Rampigna, successivamente demolito anch'esso. Rimane solo la porzione muraria di via delle Caserme con l'ex bagno penale borbonico. Il bastione Sant'Antonio si trovava tra il Lungaterno sud e l'inizio di via Orazio, il coevo San Cristoforo (ancora visibile), presso Piazza Unione al termine di via delle Caserme, a sud, lungo viale Marconi, il bastione San Nicola stava all'incrocio di questa via con via Conte di Ruvo, il bastione San Giacomo in posizione centrale, stava presso il Piazzale Alessandrini, dove oggi si trova il Mediamuseum, la sua coeva cappella era quella di San Giacomo, distrutta nel 1943, poi c'era al termine di via Conte di Ruvo nel sottopassaggio ferroviario all'incrocio con via Orazio il bastione San Rocco, per poi risalire lungo la strada sino al Sant'Antonio. ▼
▲Questi bastioni sono andati demoliti o interrati già nella metà dell'Ottocento per favorire lo sviluppo della città ,; fino al 1945 resisteva ancora ilparte del bastione San Vitale presso villa Rampigna, successivamente demolito anch'esso. Rimane solo la porzione muraria di via delle Caserme con l'ex bagno penale borbonico. Il bastione Sant'Antonio si trovava tra il Lungaterno sud e l'inizio di via Orazio, il coevo San Cristoforo (ancora visibile), presso Piazza Unione al termine di via delle Caserme, a sud, lungo viale Marconi, il bastione San Nicola stavaera invece all'incrocio di questa via con via Contedei di RuvoMarrucini, il bastione San Giacomo in posizione centrale, stavasorgeva presso il Piazzalepiazza Alessandrini, dove oggi si trova il [[Mediamuseum ]], la sua coeva cappella era quella di San Giacomo, distrutta nel 1943, poi c'era al termine di via Conte di Ruvo nel sottopassaggio ferroviario all'incrocio con via Orazio il bastione San Rocco, per poi risalire lungo la strada sino al Sant'Antonio.
Presso Castellammare, i due bastioni San Vitale e San Francesco: il primo stava appunto presso il campo militare Rampigna, l'altro sorgeva tra corso Vittorio Emanuele e Piazza Duca d'Aosta, ma già negli anni '30, essendo stato demolito, vi fu costruito sopra un edificio che ne ricalcava le architetture, ossia il Teatro cinema Massimo. ▼
▲Presso Castellammare, i due bastioni San Vitale e San Francesco: il primo stavasi appuntotrovava presso illa campozona militaredi Rampigna, l'altro sorgeva tra corso Vittorio Emanuele II e Piazzapiazza Duca d'Aosta , ma già. negliNegli anni '30, essendodopo statola demolitosua demolizione, vi fu costruito sopra un edificio che ne ricalcava le architettureforme, ossia il [[Teatro cinemaMassimo (Pescara)|teatro Massimo ]].
▲=== Porta NuovaPortanuova ===
[[File:Via d'annunzio.jpg|thumb|260px|Veduta del primo '900 dell'attuale via D'Annunzio: in particolare la vecchia chiesa di San Cetteo]]
La "piazzaforte" rimase inalteratoinalterata nel suo aspetto sino ai primi anni del [[XVIII secolo]], quando le muraantiche fortificazioni vennero progressivamente ridotte e interratedemolite, lasciando in piedi solo ili trattotratti di via Orazio, via d'Annunzio, via delle Caserme, corsoe Manthoné, via dei Bastioni, Piazza del Ponte (poi Piazzapiazza Unione). Il muro della vecchia cinta oppostonormanna alsul fiume,lato rimasemeridionale avenne poco a pocoprogressivamente assorbito dai fabbricati civili e religiosi, lo spazio fra tale lato (appunto via dei Bastioni) e i nuovi bastioni (via Conte di Ruvo) venne lasciato sgombro per servire come luogo di manovra e guarnigionepiazza d'armi. L'altro lato della vecchia cinta normanna lungo il fiume, era tutto un muro unico a cui venne addossato un lungo fabbricato nella parte superiore, che fu adibito a magazzini e in parte alle carceri (il mutolungo edificio di via delle Caserme, che si estendeva dal ponte romano sino al castello-bastione San Cristoforo di Piazzapiazza Unione).<br/>Fortunatamente questaQuesta porzione resiste tutt'ancora oggi, dovee neldal [[1982]] è stato inseritoospita il [[Museo delle Genti d'Abruzzo]],. eL'edificio si mantiene ancora abbastanza conservato, malgrado l'arco moderno aperto nella parte dell'antica porta di accesso, bombardata nel 1943. Nelle carte storiche, degli edifici religiosi e civili, si individuano le piante delle chiese didel SanSantissimo CetteoSacramento (fortunosamente ancora visibile in fotografie di fine Ottocentoottocento, prima che nel 1929-38 fosse demolita e ricostruita), la chiesa del Rosario (in via dei Bastioni), e la chiesa di San Giacomo (via dei Bastioni-Largolargo dei Frentani). Dopo i disastrosi bombardamenti del settembre 1943, queste due chiese andarono distrutte, e si preferì costruire altre strutture, come la nuova chiesa dell'Adorazione eed il moderno Palazzopalazzo del Genio Civilecivile.
La quasi totalità delle abitazioni civili era divisa in 3 contrade: quella via delle Caserme, contrada del corso Manthoné (allora via di Mezzo) e contrada via dei Bastioni; vi erano due piazze, una a levante, (Piazzapiazza Unione), eed un'altra a ponente, (Piazzapiazza d'ArmiMunicipio, poi Garibaldi). Sulla riva sinistra, a cui si accedeva con un ponte di barche dopo la caduta del ponte romano, le abitazioni civili erano assai pochescarsissime: vi sorgevano la caserma di cavalleria (dove oggi si trova la caserma di polizia con l'ex cappella settecentesca del Carmine), accanto il bastione San Vitale nord-ovest (demolito dopo il [[1945]], allora era usato come deposito); e Villavilla Rampigna (oggi campo di calciosportivo, dove stavasorgeva il bastione) nella quale sorgeva il quartiere dei soldati, con appunto la cappella della Madonna del Carmine. Dalla parte esterna le mura del fortilizio erano lambite dalle acque stagnanti delle paludi; sulla riva sinistra le acque della Vallicella occupavano quasi tutta l'area dell'abitato odierno di Pescara Centrale, compresacomprese trafra il fiume e via Ravenna, limitataoccupavano adquasi esttutta dall'area maredell'odierno centro di Pescara.
=== Dal Settecento all'Ottocento ===
Sulla destra del fiume c'era l'altra palude della Palata, stagnante nella zona attualmente compresa tra viale G. Marconi e il mare. DallaDal costruzionegrande assalto della fortezzaflotta carolinaottomana del [[1556]], finoguidato alledall'ammiraglio ultime[[Piyale organizzazionePaşa]] delrespinto Ducada D'AlbaGiovan Girolamo Acquaviva [[Ducato di Atri|duca di Atri]], Pescara non vennesubì attacchi attaccatarilevanti sino alla guerra di successione spagnola-austriaca del [[1707]]. Gli [[Arciducato d'Austria|austriaci]] occuparono il [[Regno di Napoli]] ed arrivarono a Pescara il 7 settembre delldi quell'anno, mentre gli [[Impero spagnolo|spagnoli]] si asserragliavano con pochi uomini, capitanati dal duca [[Giovan Girolamo II Acquaviva. Gli austriaci abbandonarono la fortezza nel 1734, dopo che subirono ld'assedioAragona|Giovan degliGirolamo spagnoli,II che aprirono una breccia nel bastione San Vitale. Nel 1799 Pescara fu occupata dalle truppe francesi, resistendo all'accanimento delle milizie borboniche, che la conquistarono nel maggio dello stesso anno. Nel Settecento, al livello urbano, 2 terzi della popolazione erano disseminati ormai fuori dalle mura, divisi in due agglomerati distinti: Porta Nuova a sud, inclusa nel [[distretto di ChietiAcquaviva]], e [[Castellammarefurono Adriatico]]costretti a nordcapitolare deldopo fiume,un natolungo nella parte ad est del bastione San Francesco (corso Vittorio Emanuele-via Caduta del Forte)assedio. IlGli primoaustriaci nucleoabbandonarono dila Castellammare,fortezza compresosolo nel [[distretto di Teramo1734]], sidopo formòaver pressoa laloro selvavolta deisubito Ciappini, unl'areaassedio boschivadegli che si estendeva dalla depressione della Vallicella fino al fosso Mazzoccospagnoli, limitatache dalleaprirono attualiuna parallelebreccia dinel viabastione ReginaSan Margherita, col proseguimento di via Nicola Fabrizi e corso Vittorio Emanuele IIVitale.
La fortezza fu coinvolta anche nelle guerre napoleoniche: nel [[1799]] Pescara fu occupata dalle truppe [[Prima Repubblica francese|francesi]], venendo però riconquistata dalle milizie borboniche nel maggio dello stesso anno. Nel Settecento, al livello urbano, 2 terzi della popolazione erano disseminati ormai fuori dalle mura, divisi in due agglomerati distinti: Pescara a sud, inclusa nel [[distretto di Chieti]], e [[Castellammare Adriatico]], a nord del fiume, nato sui colli retrostanti. Il primo nucleo nella parte bassa di Castellammare si andò formando presso la selva dei Ciappini, un'area boschiva che si estendeva dalla depressione della Vallicella fino al fosso Mazzocco, nelle zone attualmente comprese fra via Regina Margherita e corso Vittorio Emanuele II (allora conosciuto come ''provinciale per Teramo''). Tuttavia la zona collinare resterà il baricentro del paese fino alla fine del 1800.
[[File:Castellammare Adriatico - Corso Vittorio Emanuele - cartolina.jpg|thumb|260px|Corso Vittorio Emanuele II nel 1910, incrocio con Corso Umberto I nell'allora Castellammare Adriatico|alt=]]
Sostanzialmente l'aspetto del litorale di Pescara era uguale a quello di Castellammare: una grossa estensione di pini comprendeva il territorio tra Palata e il fosso Vallelunga sino a [[Francavilla al Mare]]; le prime operazioni di bonifica delle due paludi ci furono neldel [[1819]], interrotte però l'anno seguente; vennero poi ripresiriprese nel [[1834]] con l'insabbiamento della Vallicella e la trasformazione didella Palata in insenatura marina (lail lago della Pineta Dannunziana), avviando quel processo di urbanizzazione con villini altoborghesi, che avrà l'apogeo tra la fine dell'Ottocentoottocento e il Novecento. Nucleoprimo separatonovecento.
Castellammare danel Castellammare, chefrattempo si stava sviluppando lungo l'ex Vallicella, consoprattutto lain seguito alla costruzione della [[Stazione di Pescara Centrale (RFI)|stazione centrale]] nel (1863), lungo ile due tracciatidirettrici principali di corso Vittorio Emanuele II e corso Umberto I fino al mare,. piùPiù ad est, sulla sponda nord del fiume, si trovava il rione del Borgoborgo Marinomarino, abitatoborgata poveropopolare compostoabitata daprevalentemente solidai pescatori, che pagavano l'affitto al barone De Riseis che qui aveva la sua villa e le sue piantagioni (oggidove vioggi sorge unl'omonimo parco pubblico). IlAlcuni Borgoedifici Marinodel invecchio parteborgo marino esistesono ancora oggiesistenti, sioccupando snodale lungozone di via Gobetti, via Puccini, via Lazio, e via don Bosco. Castellammare
Le prime attività di tipo industriale nella pianura castellammarese sorsero sorsegià alla fine del [[XVIII secolo]], sviluppandosi dalla fornace Muzii (con annessa cappella di Sant'Anna), in parte ancora conservata lungo il viale G. Bovio. Presso la fornace, che sino agli anni '60 era ancora adorna dell'ingresso monumentale ad arco con orologio, si trovava la villa di Leopoldo Muzii, sindaco illuminato di Castellammare, che vi istituì la sede municipale, e adottò i primi piani regolatori per lo sviluppo edilizio, facendo bonificare le aree circostanti, e realizzarerealizzando gli impianti fognari, provvedendo all'istituzione delle prime scuole e spostando definitivamente la sede comunale dalla sede collinare nella sede di viale Bovio dove oggi opera il [[Conservatorio Luisa D'Annunzio]].
[[File:Ponte pescara 2.png|thumb|Ponte di ferro sulla Pescara|alt=]]
Ben presto Castellammare andò sviluppandosi a sud, appunto lungo i due tracciatiassi di corso Vittorio Emanuele-Umberto I,II sie costituìcorso Umberto I: all'incrocio di questi venne istituito un piazzale del mercato, dedicato dapprima a Vittorio Emanuele II e attualmente al Sacro Cuore, dal nome della nuova parrocchia che vi venne eretta ivi dal 1886. Lo sviluppo vennedella città veniva dunque arretrato"conteso" da due direttrici, da una parte in direzione dello scalo ferroviario Centralee di Pescara, dove si trovavano le varie casupole dei ferrovieri, in gran parte demolite dai primi anni '30, per monumentalizzare il corso Vittorio Emanuele II, mentre dall'altra verso nord, nelle zone di viale Bovio e viale Muzii, dove risiedevano gli uffici pubblici e gli interessi dei latifondisti e proprietari del tempo.
Come diretta conseguenza della sistemazione degli impianti ferroviari della [[Ferrovia Adriatica|linea Ancona-Foggia]] ([[1862]]), Pescara cominciò a svilupparsi fuori dall'antico abitato delle mura, sulla riva sinistrameridionale del fiume, in una vasta area pianeggiante. Le prime demolizioni della fortezza, il tratto di via Orazio del bastione San Rocco-Sant'Antonio, furono provocate proprio dalla necessità di costruire la ferrovia con la [[Stazione di Pescara Porta Nuova|stazione Porta Nuova]]; il nuovo ponte ferroviario venne costruito sopraal quelloposto didel precedente in legno, appoggiandosi a destra sui resti del bastione Sant'Antonio. Altre aperture diNuove vie civennero furonocostruite nel [[1869]], con lo sviluppo sempre maggiore della città: un'uscita fu disposta fuori dal bastione San Nicola (via Conte di Ruvo all'incrocio con viale Marconi), la seconda ad ovest del bastione San Rocco con il sottopassaggio nel rilevato della ferrovia, ed infine un'altra aperta verso la campagna a sud in corrispondenza di viale G. D'Annunzio.
[[File:Pescara ex Stazione Centrale0001.JPG|thumb|Storica stazione di Pescara Centrale]]
LaUna pianta del [[1886]] testimonia lo sviluppo della città a sud, verso la Pineta. In base al piano di ampliamento del [[1884]] furono costruiti il Corsocorso della Marina (via Conte di Ruvo) con i giardini di Piazzapiazza XX Settembre (oggi Piazzapiazza Alessandrini), e il Corsocorso diUmberto Porta NuovaI (oggi viale d'Annunzio, all'altezza del Teatro Michetti e della chiesa di San Cetteo). Il primocorso della Marina, parallelo alla via dei Bastioni, scorreva alldall'uscita est del bastione San Nicola, a quella ovest del bastione San Rocco ed andava ad unirsi col(oggi tramite un sottopassaggio ferroviario) alla via Tiburtina. Il secondo corso iniziava da Piazzapiazza del Municipio (o dioggi Garibaldi), all'incrocio colcon corso Manthoné, e dopo aver tagliato per intersezioneincrociato via Conte di Ruvo, terminava in una semplice piazza rotonda in aperta campagna, all'altezza più o meno dell'ex Caserma Di Cocco. Lungo queste direttrici iniziarono a sorgere le prime ville in stile eclettico, molte delle quali progettate da [[Antonino Liberi]]. Il ponte metallico che univa le due rive di Pescara e Castellammare fu ultimato nel [[1893]]: (sila parlasua delcostruzione futurofu Ponteun Littorio,evento poimolto Risorgimento)importante per le due cittadine, primain vquanto in precedenza l'eraunico solocollegamento era il precario ponte di legnobarche, eessendo gli altri ponti sul fiume Pescara di Villanova e quello pressodi [[Alanno]], a vari km di distanza dadalla Pescaracittà. Nel [[1910]] via Vittoria Colonna segnava il limite sudmeridionale dell'abitato, condove iniziava la campagna. NonFu erapiù possibilecomplesso lo sviluppo della contrada RampognaRampigna, al di là del fiume, poiché il territorio facevapur parteappartenendo dial Castellammare,comune edi laPescara rivalitàera traal le due città non permise mai il raggiungimentocentro di accordi.numerose Sempredispute ae causacontese deicon canaliil dicomune prosciugamento della palude Saline, l'abitatodirimpettaio di Pescara in sostanza incontrò varie difficoltà ad espandersiCastellammare, se non a sud versoe la Pineta,rivalità atra differenzale delladue rivalecittà Castellammare,non chepermise continuòmai lail suaraggiungimento espansionedi ediliziaaccordi sempresoddisfacenti piùper versoentrambe ille mare,parti. divenendo presto un rinomato centro turistico.
A causa dei canali di prosciugamento della palude Saline inoltre l'abitato di Pescara incontrò varie difficoltà ad espandersi verso il mare, avendo il sud come unica possibile direzione di sviluppo, allungandosi verso la Pineta, a differenza della rivale Castellammare che continuò invece la sua espansione edilizia sempre più verso la riviera, divenendo presto un rinomato centro turistico.
Il deposito delle locomotive, che in origine si trovava a Porta Nuova, venne trasferito a Castellammare presso un grande scalo, che divenne punto di aggregazione di ferrovieri, che costruirono le loro case. Le caratteristiche differenti tra le due realtà cittadine sono ancora oggi, in parte visibili, malgrado le distruzioni del 1943 e la ricostruzione feroce e predatori della nuova città: Castellammare occupava tutta la fascia litoranea a nord del fiume con ville e villini lungo i due assi viari di corso Vittorio Emanuele e Umberto I, Pescara rimaneva ancora caratterizzata dalle piccole case a uno o due piani del corso Manthoné, a differenza delle sparute villette poste sul viale D'Annunzio. ▼
▲Il deposito delle locomotive, che in origine si trovava a Porta NuovaPescara, venne trasferito a Castellammare presso un grande scalo, che divenne punto di aggregazione didei ferrovieri , che qui costruirono le loro case. Le caratteristiche differenti tra le due realtà cittadine sono ancora oggi , in parteparzialmente visibili, malgrado le distruzioni del 1943 e la ricostruzione ferocetumultuosa e predatoriselvaggia della nuova città: Castellammare occupava tutta la fascia litoranea a nord del fiume con ville e villini lungo la riviera ed i due assi viari di corso Vittorio Emanuele II e corso Umberto I, Pescara rimanevainvece ancoraera caratterizzata dalle piccole case settecentesche a uno o due piani del corsocentro Manthonéstorico, adai differenzapalazzi dellesignorili sparuteottocenteschi villette poste suldi viale D'Annunzio e dai villini della Pineta Dannunziana del primo novecento.
=== Il primo Novecento e l'unione ===
[[File:Via-regina-elena-palazzo-ciaranca.jpg|thumb|Palazzo Ciaranca: incrocio via Regina Elena con il corso Umberto I]]
IGià dai primi progettianni didel unificazione900 si andava formando, in parallelo all'attenuarsi delle rivalità fra i due cittàcentri, avvennel'idea neldell'unificazione delle cittadine, ma primi concreti progetti di fusione risalgono al [[1922]], quando su interessamento di [[Giacomo Acerbo]] e [[Gabriele d'Annunzio]], datoessendo ilormai potenzialeevidenti enormele grandi potenzialità di sviluppo dell'area cittadina, malgradoiniziarono le rivalitàprime attività di [[Gruppo storichedi pressione|lobby]] sul governo centrale. In seguito [[Benito Mussolini]], nel [[1924]], annunciò dal balcone del Circolo Aternino l'imminente costituzione della quarta provincia d'Abruzzo, e infine l'opera avvenne nel [[1927]], quando la città venne unita e dotatacontestualmente elevata a capoluogo di una provincia che occupava i territori dell'ex circondario[[Circondario di [[Città Sant'AngeloPenne]], di(salvo il [[PenneMandamento (Italia)|Pennedi Bisenti]],) e dei comuni ala nordsud del fiume Pescara, sino aalla [[Popoli (Italia)|PopoliMajella]] e Bussi. IlA simboloricordo di questo processo fu la denominazionedenominato del piazzale del bastione San Cristoforo income "Piazzapiazza Unione", dove venne realizzato nel 1934 il Ponte Littorio per migliorare di fatto il collegamento tra le due città. Negli anni dopo il 1927 vennero completate le opere di bonifica, che permise l'edificazione di nuove case presso Porta Nuova, lungo il viale G. Marconi, sino alla Pineta, mentre Castellammare si estendeva con le sue ville e villini sino a Piazza San Francesco, compresa tra i due assi stradali di via Regina Margherita e via Regina Elena. A sud del fiume il nucleo originario di Pescara vecchia aveva perso il suo aspetto, accerchiato dalle nuove costruzioni sul settore via Gabriele d'Annunzio (dagli anni '60 prolungato in viale Pindaro) e viale Marconi; limitata a Castellammare era l'espansione verso il mare per la presenza del Borgo Marino, alla foce del fiume, mentre intorno al 1940 sulla riva sud prese forma il quartiere residenziale di Borgo Marino sud, con i villini del Liberi, il parco della pineta pubblica, il Kursaal Aurum e la chiesa di Stella Maris.
Negli anni seguenti il 1927 vennero completate le opere di bonifica delle ultime aree paludose a sud e a nord del fiume, permettendo l'edificazione di nuovi quartieri presso Portanuova, fra viale Marconi ed il mare; contestualmente Castellammare si estendeva con le sue ville e villini sino a piazza San Francesco, compresa tra i due assi stradali di via Regina Margherita e via Regina Elena. A sud del fiume il nucleo originario di Pescara vecchia aveva ormai perso il suo aspetto originario, accerchiato dalle nuove costruzioni su tutti i lati.
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[[File:Pescara, Province of Pescara, Italy - panoramio - trolvag (19).jpg|thumb|Palazzo del Governo]]
[[File:Ponte littorio.png|thumb|Ponte Littorio]]
Molti erano i villini di pregio a Castellammare, come palazzo Ciaranca all'incrocio di corso Umberto I con via Regina Elena, la villa Sabucchi in stile neogotico, villa De Riseis, i palazzetti in stile eclettico del corso Umberto I ed i villini liberty della riviera.
I villini principali di Castellammare erano palazzo Ciaranca all'incrocio di corso Umberto I con via Regina Elena, la villa Sabucchi in stile neogotico, villa De Riseis, i palazzetti in stile eclettico del corso Umberto I (rimangono oggi solo quelli della parte sinistra venendo dalla stazione, più la quinta d'accesso del palazzetto Imperato), poi quelli di via C. Battisti e via Firenze (anche se tutta l'area di via Bologna, via Ravenna, via Genova, via Campobasso ecc. era decorata da queste costruzioni. Con il fascismo, l'altra quinta d'accesso al corso Umberto I dalla stazione venne decorata dalla costruzione razionalista del Palazzo del Banco di Napoli. All'ingresso del corso faceva la sua figura la costruzione neoromanico, con accenni gotici, della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, mentre al termine del corso sul mare, si trovavano da una parte il palazzo Verrocchio (ancora esistente, in stile eclettico), e il teatro Pomponi (costruito nel 1922 e demolito nel 1962), che precedevano il piazzale del monumento ai caduti (dove oggi si trova ''La Nave'' di [[Pietro Cascella]] - 1987).
All'ingresso del corso, affacciata sull'allora piazza del Mercato, sorgeva la costruzione neoromanica, con accenni gotici, della [[Chiesa del Sacro Cuore di Gesù (Pescara)|chiesa del Sacro Cuore]], mentre al termine del corso, sul mare, si trovavano da una parte il palazzo Verrocchio (ancora esistente, in stile eclettico), ed il teatro Pomponi (costruito nel [[1922]] e successivamente demolito nel [[1962]]), che precedevano il piazzale del monumento ai caduti, dove oggi si trova la [[Fontana la Nave|fontana ''La Nave'']] di [[Pietro Cascella]].
AcheAnche a Portanuova vennero costruiti alcuni edifici di pregio, come il palazzo della sottoprefettura (distrutta nel 1943), che sorgeva accanto la chiesa di San Cetteo ed il teatro Vicentino Michetti del [[1910]], affiancato al palazzo in stile liberty di Camillo Michetti, nei pressi del vecchio arco di Portanuova. Le altre ville erette lungo la direttrice via Gabriele d'Annunzio erano il palazzo Perenich (ancora esistente) progettato nel [[1884]] da [[Antonino Liberi]] in stile rinascimentale fiorentino, la villa della scuola "Figlie di Maria" e la villa Argentieri; più a sud nel quartiere della Pineta, nei primi del Novecentonovecento venne inaugurato il [[Aurum - La fabbrica delle idee|Kursaal]], mentre Antonino Liberi, insieme a Nicola Simeone e Paolo De Cecco, realizzavano diversi villini in stile eclettico (liberty, neogotico, neoclassico, moresco e neorinascimentale), di cui i maggiori esempi sono villa Anna, villa De Lucretiis, villa Geniola, villa La Morgia, insieme alla chiesa neoromanica di Santa Maria Stella Maris.
[[File:Aurum, Pescara 2016.jpg|thumb|Il Kursaal Aurum]]
=== Urbanistica di Pescara nel fascismo ===
Il fascismo a Pescara promosse la monumentalizzazione dei due corsi Vittorio Emanuele II ed Umberto I e la bonifica delle ultime aree che ancora erano infestate dalle paludi. Per quanto riguarda la monumentalizzazione, essa prese decisivo avvio dal [[1933]] in poi con l'architetto De Collibus sotto il governo del podestà Giacinto Forcella. Vincenzo Pilotti e [[Cesare Bazzani]] furono incaricati di realizzare le principali infrastrutture della città, come il Palazzo di città, il Palazzo del Governo, la Prefettura, il palazzo della Camera di commercio (allora delle corporazioni), il palazzo delle poste, la Banca d'Italia, le scuole superiori, in particolare il liceo ginnasio "Gabriele d'Annunzio" ([[1936]]) e lo scientifico "Galileo Galilei". Nel [[1934]] fu anche inaugurato il monumentale ponte Littorio ain collegamentosostituzione del corsoprecedente Vittorio Emanuele con piazzain Unioneferro, dotato successivamente di sculture bronzee femminili opera di [[Nicola D'Antino]] e di aquile littorie. Vennero poi realizzate altre infrastrutture come la centrale del latte (1934) opera di Florestano Di Fausto (demolita nel [[2010]] dopo l'anni di abbandono) e l'istituto di credito.
NelNegli anni fra il [[1933-38,]] ed il [[1938]] (dopo la demolizione della precedente chiesa nel [[1929]] per peircoli statici e), su sollecitazione anche del poeta D'Annunzio,l'architetto [[Cesare Bazzani|Bazzani]] lavorò al cantiere della nuova [[Cattedrale di San Cetteo|Cattedrale di Pescara]], sempre dedicata a San Cetteo, cosegnando ai cittadini un edificio più moderno e ampio della duecentesca chiesetta del SS. FuSacramento. Per la nuova chiesa fu scelto lo stile neoromanico all'abruzzese.
=== Distruzione nella seconda guerra mondiale ===
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