Libertà di stampa nel Regno d'Italia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: spazio dopo segni di punteggiatura e modifiche minori
Riga 138:
 
Il 10 giugno [[1924]] un gruppo di [[Squadrismo|squadristi fascisti]], probabilmente agendo di propria iniziativa, rapì e uccise il deputato socialista [[Giacomo Matteotti]]. Il delitto scatenò un'ondata di indignazione morale in tutto il paese. La dura campagna giornalistica avviata dai quotidiani d'opposizione indusse Mussolini a rendere operativo il decreto sulla stampa che aveva tenuto fermo per un anno. L'8 luglio fu pubblicato nella ''Gazzetta Ufficiale'' del Regno. Il giorno successivo fu emanato il regolamento attuativo, sotto forma di [[decreto legge]]. Il regolamento conteneva due nuovi articoli, non presenti nel testo dell'anno precedente: uno di essi reintroduceva, dopo 18 anni, il [[sequestro preventivo]] dei giornali.<ref>{{cita web|url=http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5549|titolo=Verso il regime fascista|accesso=26/12/2013}}</ref><br/>
La risposta dei giornali indipendenti fu immediata: il 17 luglio la Federazione della Stampa si oppose con decisione al decreto; il 23 successivo undici testate si riunirono in un "Comitato per la difesa della libertà di stampa"<ref>Promosso dal quotidiano romano «Il Mondo», del comitato fecero parte «Corriere della Sera», «La Stampa», «Il Popolo di Roma», «Avanti!», «Il Lavoro», «La Giustizia», «Roma» e «Basilicata». Cfr. Mauro Forno, ''La stampa del ventennio, cit.'', p. 47.</ref>.
 
=== 1925: la legge fascista sulla stampa ===