Castellammare Adriatico: differenze tra le versioni

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Ma la rivalità rimase molto accesa, tanto che ci sono testimonianze di interventi della guarnigione militare borbonica per evitare la degenerazione delle scaramucce in vere e proprie battaglie.
L'economia del borgo non si sviluppò fino all'[[Risorgimento|unità d'Italia]], e rimase del tutto legata alla realtà rurale e campestre fino al il 16 maggio del [[1863]] quando, alla presenza del [[Regno d'Italia (1861-1946)|re d'Italia]] [[Vittorio Emanuele II]], fu inaugurata la [[Stazione di Pescara|stazione ferroviaria]] sulla [[Ferrovia Adriatica|linea adriatica]]. Questo evento rappresentò un grande impulso per l'economica locale, sia per l'inizio di attività legate al [[commercio]], sia per lo sviluppo del [[turismo]], settore fondamentale per la vita economica di Castellammare Adriatico. In effetti, prima della costruzione della stazione, i territori in pianura del comune erano molto desolati e l'abitato si sviluppava in buona parte lontano dalla linea ferroviaria, sui colli retrostanti. Nel giro di due decenni però la zona tra la stazione ed il mare prosperò e fu largamente edificata poiché i latifondisti teramani si avvidero delle possibilità di sviluppo ed acquistarono, a prezzi irrisori, le relative aree, facendo tracciare strade (a spese del comune) e cominciaronocominciando ad urbanizzare la zona. In seguito alla [[proclamazione del Regno d'Italia]], il paese passerà alla neonata [[Provincia di Teramo]].
 
=== L'era Muzii e la discesa a valle (1870-1903) ===
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=== Il nuovo ponte e la prima guerra mondiale (1903-18) ===
[[File:Pescara - Chiesa del Sacro Cuore 01.jpg|thumb|Chiesa del Sacro Cuore, costruita nel 1886, nell'omonima piazza (all'epoca piazza Vittorio Emanuele o piazza del Mercato).|upright|alt=]]Uno dei grandi dibattiti di quel periodo riguardò la costruzione di un nuovo ponte sul fiume Pescara: la costruzione di un ponte che finalmente unisse in modo sicuro e stabile le due sponde dopo il crollo definitivo dell'’antico ponte romano in muratura e l'evidente inadeguatezza del [[ponte di barche]], ricordato anche da D'Annunzio, che lo sostituiva ormai da secoli, diventò una questione non più rinviabile per i due comuni rivieraschi. Vi furono però molte polemiche tra Pescara e Castellammare, con i dirigenti pescaresi divisi tra coloro che continuavano a rifiutare qualsiasi forma di collaborazione con gli “odiati” cugini e coloro che invece cominciavano ad auspicare in maniera concreta una futura riunificazione dei due centri. Oggetto della contesa fu l'’ubicazione del ponte di ferro (che durò fino al [[1933]], quando fu sostituito dal ponte “Littorio”) C’'era infatti chi voleva sorgesse a monte del fiume (dove 70 anni dopo sorgerà il ponte D'Annunzio) per rimarcare la divisione con i teramani della sponda settentrionale e chi invece lo auspicava sulla direttrice di una delle vie principali di Castellammare (come poi avvenne): fu inaugurato il 27 aprile [[1893]] all'altezza dell'attuale Corsocorso Vittorio Emanuele II ed è ancora oggi, sostituito dalla nuova costruzione del ponte Risorgimento, l'arteria principale della città.
 
In questo periodo Castellammare crebbe molto più velocemente di Pescara (ancora alle prese con lo smantellamento della fortezza e la bonifica delle paludi della pineta), superando nettamente la storica rivale come mostrano le rilevazioni del censimento del [[1921]] che riportano 15.648 residenti a Castellammare Adriatico e 9630 a Pescara. Questo fattore comporterà il mantenimento del ruolo centrale castellammarese, anche dopo l'unificazione con Pescara.