Centro-sinistra in Italia: differenze tra le versioni
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[[File:Moro.jpg|thumb|Aldo Moro, capo del primo governo di centrosinistra italiano]]
{{vedi anche|Centro-sinistra "organico"}}
Nel tardo [[1963]] [[Aldo Moro]] compose il primo governo di centro-sinistra con la partecipazione attiva del [[Partito Socialista Italiano]], il cui leader [[Pietro Nenni]] ottenne la vicepresidenza: nacque così il ''[[Centro-sinistra "organico"|centro-sinistra organico]]'', formato appunto da DC, PSI, PSDI e PRI, che provocò una scissione dell'ala sinistra del Partito socialista, fedele all'idea di unità del movimento operaio e dunque all'alleanza coi comunisti, la quale diede vita al [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria]], (PSIUP). Il centro-sinistra si presentò con un ambizioso programma riformatore, ma la stretta creditizia invocata dal governatore della [[Banca d'Italia]] [[Guido Carli|Carli]] e attuata dal ministro del Tesoro [[Emilio Colombo|Colombo]] restrinsero i margini economici per una politica di riforme e la costruzione di un moderno sistema di [[Welfare]]. Rilevanti resistenze conservatrici (dal Vaticano ai costruttori, fino al presidente della Repubblica [[Antonio Segni|Segni]]) entrarono quindi in campo contro la progettata riforma urbanistica, che avrebbe comportato una parziale pubblicizzazione dei suoli. Lo scontro politico che ne derivò all'interno stesso della maggioranza portò alla caduta del governo (giugno 1964), e quindi alle minacce di colpo di Stato (il [[piano Solo]] del generale [[Giovanni De Lorenzo]], predisposto con l'avallo di Segni [? senza fonte, da verificare]). Il "rumore di sciabole" avvertito da Nenni indusse il leader socialista a rinunciare alle richieste più qualificanti nella stesura del programma del nuovo governo. Questo ebbe tra i suoi punti più rilevanti la realizzazione di un progetto di programmazione economica, che tuttavia avrà ben pochi riscontri concreti.
Lo stallo politico creato dalla mancanza di una seria politica di riforme contribuì alla grande ondata di lotte e di proteste del 1968-69, che di fatto mandarono in crisi il centro-sinistra. Quest'ultimo uscì male già dalle [[elezioni politiche del 1968]] e nel 1969 l'effimero Partito socialista unificato si spaccò in due gruppi che poi rifonderanno rispettivamente il PSI ed il PSDI.
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