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====Capitoli 19 - 25====
La '''nobilitas''', grazie ad alcune indiscrezioni <ref name="Fulvia">. Fulvia, amante del congiurato Curio, confida ad alcune nobildonne l'esistenza del piano rivoluzionario. </ref>), comincia a sospettare del complotto e sotto questo timore decide di affidare il consolato ad [[Gaio Antonio Ibrida|Antonio]] ed all<nowiki>'</nowiki>''[[homo novus]], [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]]. Catilina, dopo l'ennesimo insuccesso elettorale, prosegue i suoi preparativi in tutta Italia e con l’aiuto del sui [[accolito|accoliti]], Manlio e la corrota Sempronia, a cui Sallustio dedica un efficace ritratto (Cap. 25), raduna a [[Fiesole]] un esercito composto in larga parte da disperati e gente piombata nella miseria. Radunati nella sua ''[[domus]]'' i congiurati, promette loro in caso di buona riuscita dell'impresa grandi vantaggi e laute ricompense, e li congeda dopo un solenne discorso a cui fa seguito un giuramento:▼
▲La nobilitas, grazie ad alcune indiscrezioni <ref name= Fulvia, amante del congiurato Curio, confida ad alcune nobildonne l'esistenza del piano rivoluzionario. </ref>, comincia a sospettare del complotto e sotto questo timore decide di affidare il consolato ad [[Gaio Antonio Ibrida|Antonio]] ed all<nowiki>'</nowiki>''[[homo novus]], [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]]. Catilina, dopo l'ennesimo insuccesso elettorale, prosegue i suoi preparativi in tutta Italia e con l’aiuto del sui [[accolito|accoliti]], Manlio e la corrota Sempronia, a cui Sallustio dedica un efficace ritratto (Cap. 25), raduna a [[Fiesole]] un esercito composto in larga parte da disperati e gente piombata nella miseria. Radunati nella sua ''[[domus]]'' i congiurati, promette loro in caso di buona riuscita dell'impresa grandi vantaggi e laute ricompense, e li congeda dopo un solenne discorso a cui fa seguito un giuramento:
{{quote|Se il valor vostro e la fede non conoscessi per prova, indarno opportuna occasione ed altra speranza di dominio mi si sarebbero appresentate: né io per dappocaggine o leggerezza il certo abbandonerei per l'incerto.|Inizio del discorso di Catilina ai congiurati; [[Gaio Sallustio Crispo|Sallustio]], ''De Catilinae coniuratione'' - cap. 20, 2; trad. di [[Vittorio Alfieri]], ''Della congiura di Catilina''.|Ni virtus fidesque vostra spectata mihi forent, nequiquam opportuna res cecidisset; spes magna, dominatio in manibus frustra fuissent, neque ego per ignaviam aut vana ingenia incerta pro certis captarem.|lingua=la}}
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