Giulio Catoni: differenze tra le versioni
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==Biografia==
==I primi anni==
Giulio Catoni nacque a [[Trento]] il 6 settembre del 1869 da una famiglia benestante, il nonno era un medico e il padre, Matteo Luigi, aveva sposato la baronessa Ottilia Lichtensturn.
Ottenne la maturità classica al Ginnasio Liceo di Trento. Proseguì gli studi diplomandosi come enotecnico all’[[Istituto agrario di San Michele all'Adige|Istituto agrario di San Michele all’Adige]] nel 1893<ref>{{cita libro | curatore=Gauro Coppola | curatore2=Antonio Passerini | curatore3=Gianfranco Zandonati | titolo=Un secolo di vita dell'Accademia degli Agiati : (1901-2000) | anno=2003 | editore=Rovereto (TN) : Accademia roveretana degli Agiati | città=Rovereto | pagina=257 }}</ref>; frequentò corsi di viticoltura ed enologia presso gli Istituti Agrari di Klosterneuburg e Geissenheim. Allargò il suo bagaglio di ricercatore tecnico frequentando gli Istituti botanici di Vienna, Bonn e Berlino. Successivamente perfezionò la sua preparazione nelle Reali scuole di viticoltura ed enologia di [[Alba]] e [[Conegliano]], nelle Scuole Agrarie nazionali di Montpellier e Bordeaux e all’Istituto “Pasteur” di Parigi.<ref>{{cita libro | curatore=Roberta Bernardi | titolo=Annuario 2014/2015 | anno=2015 | editore= Fondazione Edumund Mach | città=San Michele all'Adige | pagina=12}}</ref>
Dal 1890 al 1900, ancora giovanissimo, diresse l’azienda vitivinicola Fontanafredda dei conti Mirafiori ad Alba. Lì ebbe l'opportunità di dedicarsi alla ricerca e alla sperimentazione nel campo viticolo ed enologico, pubblicando studi e analisi sull’uso dei fermenti in enologia, sull’influenza delle precipitazioni sull’uva, sulla concimazione chimica, sulle operazioni colturali della vite.
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Nel 1905 sposò la nobildonna [[Pia de Trentini]], figlia di un Cavaliere Aulico dell’Impero e di una de Mersi. Dal matrimonio non nacquero figli, anche se i due coniugi adottarono in seguito un nipote che ne divenne l’erede.<ref>{{cita libro | curatore=Roberta Bernardi | titolo=Annuario 2014/2015 | anno=2015 | editore= Fondazione Edumund Mach | città=San Michele all'Adige | pagina=13}}</ref>
Nel 1906 venne insignito prima della carica di Segretario della sezione trentina della [[Lega Nazionale|Lega Nazionale]], presieduta da Antonio Tambosi, e poi presidente. Anche se con l’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale si dimise, venne ugualmente internato a [[Campo di concentramento di Natzweiler| Natzweiler]], a Salisburgo, dove rimase per quasi tre anni. Dopo la guerra partecipò alla ricostruzione e allo sviluppo dell’agricoltura trentina.
== Dal 1918 alla fine della seconda guerra mondiale==
Nel 1918 fu nominato presidente dell’Agricoltura del Consiglio provinciale facendo ripartire l’intero settore agricolo, coinvolgendo tutte e tre le sezioni del Consiglio, cioè l’Istituto bacologico, il Vivaio Viticolo e l’Azienda Agraria di San Michele.
Nell’ottobre del 1921 [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Re Vittorio Emanuele III]] visitò la sede del Consiglio e Catoni lo accolse ringraziandolo per l’unione del Trentino con l’Italia.<ref>{{cita libro | curatore=Roberta Bernardi | titolo=Annuario 2014/2015 | anno=2015 | editore= Fondazione Edumund Mach | città=San Michele all'Adige | pagina=15}}</ref>
Nel settembre 1924 a Trento con l’organizzazione dell’Esposizione Nazionale di frutta e uve da tavola e il Congresso nazionale pomologico il Consiglio ebbe il suo periodo più florido. I due eventi segnarono il ritorno del Trentino alla normalità dopo la guerra.
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All’inizio del 1925 il [[fascismo]] riformò l’istituzione dei Consigli agrari provinciali, trasformandoli in organi decentrati dell’azione dello Stato in campo agricolo, e Catoni fu confermato Presidente. Pochi mesi dopo si dimise sia dalla carica di Presidente del Consiglio dell’agricoltura sia da quella di presidente della Cattedra Ambulante di Agricoltura, per via dei contrasti con i gerarchi fascisti trenini del tempo.<ref>{{cita libro | curatore=Roberta Bernardi | titolo=Annuario 2014/2015 | anno=2015 | editore= Fondazione Edumund Mach | città=San Michele all'Adige | pagina=16}}</ref> Durante il periodo fascista si ritirò dalla vita pubblica, continuando le ricerche presso il Museo di Storia naturale.<ref>{{cita libro | curatore=Roberta Bernardi | titolo=Annuario 2014/2015 | anno=2015 | editore= Fondazione Edumund Mach | città=San Michele all'Adige | pagina=17}}</ref>
Nel 1929 il periodo di [[Grande depressione|grande depressione economica]] portò Catoni a specializzarsi e ad occuparsi prevalentemente sul controllo delle patate da seme e dei vivai di viti in relazione alle “malattie della degenerazione infettiva”. Nel suo laboratorio, i campioni di tralci, presi dai [[Vivaismo|vivaisti]] trentini, venivano esaminati per eliminare le viti affette da malattie. Fu il primo a catalogare le caratteristiche delle varietà delle uve trentine. Contribuì anche al rilancio del frumento. Nella seconda metà degli anni venti vennero pubblicati i volumi sulle patologie legate alla vita, al pero, al melo, al ciliegio e al gelso.<ref>{{cita libro | curatore=Roberta Bernardi | titolo=Annuario 2014/2015 | anno=2015 | editore= Fondazione Edumund Mach | città=San Michele all'Adige | pagina=17}}</ref>
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Si occupò di micologia e fu uno stretto collaboratore dell’abate [[Giacomo Bresadola]] nonchè membro attivo del Comitato per l’Enciclopedia micologica, a cui contribuì anche con alcune sue illustrazioni. <ref>{{cita libro| curatore=Roberta Bernardi|titolo=Annuario 2014/2015|anno=2015|editore=Fondazione Edumund Mach|città=San Michele all'Adige|pagina=17}}</ref>
Durante la [[seconda guerra mondiale]], un bombardamento che colpì il [[Museo tridentino di scienze naturali| Museo di Storia Naturale]] distrusse la maggior parte del materiale da lui accumulato in molti anni di ricerca e studio, soprattutto quello riguardante le conseguenze delle gelate sulla vite.
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