Fontanot: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Errori di Lint: Link Link
Recupero di 3 fonte/i e segnalazione di 0 link interrotto/i. #IABot (v2.0beta14)
Riga 36:
<br />
La tesi di [[Arrigo Petacco]] è sostanzialmente ribaltata da Anna Di Gianantonio<ref>autrice fra gli altri di *''È bello vivere liberi. [[Ondina Peteani]]. Una vita tra lotta partigiana, deportazione ed impegno sociale'' [[Irsml]] Friuli-Venezia Giulia - 2007
*''Gorizia operaia. I lavoratori e le lavoratrici isontini tra storia e memoria 1920-1947'' [[Editrice Goriziana]] - 2000. Anna Di Gianantonio è professoressa ed ha l'incarico di ricercatrice per l<nowiki>'</nowiki>''Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia''. Fra le ricerche pubblicate vi sono i suoi studi sulla storia politico-sociale delle aree della regione, ricavati da interviste con le persone che hanno vissuto il regime fascista sia come semplici cittadini ed operai, sia di partigiani e partigiane, si è inoltre occupata in particolar modo del dopoguerra monfalconese, oltre i già citati articoli, ha anche curato i volumi ''L'immaginario imprigionato'' e il documentario ''Storie resistenti. Da [[Monfalcone]] a [[Salcano]].'' sempre per le edizioni dell<nowiki>'</nowiki>''Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia''</ref> presentando dei fatti secondo cui furono alcuni gruppi di "Monfalconesi", ormai ben integrati nel mondo del lavoro Jugoslavo che, rimasti fedeli al [[cominform]], presero contatti con [[Vittorio Vidali]] ed il [[Partito Comunista Italiano|Pci]] per costruire una lotta politica pro [[Stalin]] in opposizione a [[Josip Broz Tito|Tito]], essendo appoggiati dal [[Partito Comunista Italiano|Pci]] che, in quel periodo, era su posizioni coincidenti con quelle di [[Stalin]], soprattutto per quanto riguardava l'evoluzione del [[socialismo]] in [[Jugoslavia]]. La testimonianza di Mario Tonzar sembra infatti avvalorare maggiormente questa tesi.<ref>{{collegamentoCita web interrotto|1url=[http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Settembre-2006/pagina.php?cosa=0609lm30.01.html |titolo=Tragico destino degli operai «cominformisti» Anna Di Gianantonio] |dateaccesso=marzo28 gennaio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110610221820/http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Settembre-2006/pagina.php?cosa=0609lm30.01.html |dataarchivio=10 giugno 20182011 |boturlmorto=InternetArchiveBot }}</ref>. In ogni caso, le ipotesi sia di Petacco che della Gianantonio si possono ritenere convergenti sul piano dei risultati, indipendentemente se sia stato il [[Partito Comunista Italiano|PCI]] a formare la "quinta colonna" di comunisti fedeli al [[cominform]] o se siano stati i comunisti fedeli al [[cominform]] a chiedere aiuto al [[Partito Comunista Italiano|PCI]] per fare opposizione a Tito in difesa dello [[stalinismo]], ed è comprensibile che in un periodo storico così lacerante per i comunisti italiani in [[Jugoslavia]], non ha troppa importanza se vi era una tattica organizzata dietro al [[Partito Comunista Italiano|PCI]] o la tattica scaturì dalle loro posizioni riportate ai dirigenti del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] da parte di gruppi dei suddetti comunisti espatriati in [[Jugoslavia]], probabilmente ogni fattore servì da rinforzo ed amplificazione dell'altro.
 
=== La testimonianza nel libro di memorie di Mario Tonzar, operaio monfalconese ===
 
La situazione in quel periodo è ben illustrata dalla testimonianza di Mario Tonzar<ref>Mario Tonzar, nasce a [[Turriaco]] nel 1920, muore nel 2007, di origini contadine entra nel cantiere di [[Monfalcone]] nel 1935 dove inizia la sua formazione politica, ed è arrestato dai [[fascisti]] il 27 aprile 1943, per gli scontri di piazza avvenuti in diverse località del monfalconese. Presto rilasciato inizia la lotta clandestina [[antifascista]] fino a quando per sfuggire alla cattura deve abbandonare il lavoro nel '44 e inizia la collaborazione con L'«[[Gruppi di Azione Patriottica#Notizie localistiche sui GAP|Intendenza Montes]] senza prendere parte alle azioni di battaglia dei [[Gruppi di Azione Patriottica|GAP]] ma facendo supporto. Subito dopo la [[Caduta della Repubblica Sociale Italiana|Liberazione]] entra a far parte nelle ''milizie popolari'' diventando responsabile settore giovanile del [[Partito Comunista Italiano|Pci]] nella [[Regione Giulia]].Un paio di anni dopo decide di trasferirsi in [[Jugoslavia]]. Prima si reca in [[Bosnia]] e poi a [[Fiume (Croazia)|Fiume]] ma resta fedele al dettame [[stalinista]] del [[Cominform]] per cui viene arrestato e mandato ai lavori forzati nel campo di [[Uljanik]] e [[Bilece]]. Nel 1952 viene rilasciato e l'anno seguente torna in giugno a [[Turriaco]] {{collegamento interrotto|1=[http://www.anpi.it/patria_2008/002/F_INSERTO_XI-XIII.pdf da ANPI] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> nel libro di Alessandro Morena "''La valigia e l'idea. Memorie di Mario Tonzar''"<ref>{{collegamentoCita web interrotto|1url=[http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Settembre-2006/pagina.php?cosa=0609lm30.01.html |titolo=Tragico destino degli operai "cominformisti" di Anna Di Gianantonio] |dateaccesso=marzo28 gennaio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110610221820/http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Settembre-2006/pagina.php?cosa=0609lm30.01.html |dataarchivio=10 giugno 20182011 |boturlmorto=InternetArchiveBot }}</ref> Secondo l'autore si era creato un forte legame fra partigiani jugoslavi ed italiani che risiedevano in quelle zone, ciò che li accomunava era un passato di lotta contro i [[nazifascisti]], lo stesso evento fu visto come tradimento dagli jugoslavi, facendo riferimento ai partigiani e operai andati in Jugoslavia, ma rimasti fedeli allo stalinismo. La sua lunga intervista permette di capire quali fossero i sentimenti di una parte della gente di confine in quelle zone ed in quel periodo, vi furono manifestazioni affinché tali territori fossero annessi alla Jugoslavia, con episodi che arrivarono all'aggressione dei corridori durante il giro d'Italia del '46 presso il ponte di [[Pieris (San Canzian d'Isonzo)|Pieris]]<ref>Giro preso a sassate a Pieris (http://www.ilterritorio.ccm.it/lib/files/territorio_bollettino_it_645_pdf_.pdf)</ref>. All'epoca Trieste era ancora contesa tra le due nazioni e gli italiani che erano stati partigiani con i compagni jugoslavi, erano favorevoli ad una annessione alla Jugoslavia. In seguito però vi fu la rottura fra Stalin e Tito, con le conseguenze per gli emigrati in Jugoslavia di cui si è trattato sopra; il fatto più sconcertante è che, non molti anni dopo, Stalin ebbe le critiche dei comunisti italiani e questo normalizzò in parte i rapporti fra i due partiti ma, nel frattempo, gli operai fedeli al [[cominform]] ed espatriati in Jugoslavia, avevano già subito dure pene.
 
== Note ==
Riga 80:
*{{cita web|http://www.unionesegrate.it/ante3.html|antefatti foibe 3}}
*[https://web.archive.org/web/20090106025321/http://www.storiain.net/arret/num139/artic5.asp Tito DICE NO A Stalin]
*{{cita web|url=http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Settembre-2006/pagina.php?cosa=0609lm30.01.html|titolo=Tragico destino degli operai " cominformisti " di Anna Di Gianantonio|urlmorto=sì|accesso=28 gennaio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110610221820/http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Settembre-2006/pagina.php?cosa=0609lm30.01.html|dataarchivio=10 giugno 2011}}
 
{{Antifascismo}}