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POLIMERO
POLIMERI
{{nota disambigua2|Se stai cercando i materiali artificiali formulati a partire da polimeri, vedi '''[[Tecnofibre]]''', '''[[Materie plastiche]]''' e '''[[Gomma]]'''.}}
[[File:Single Polymer Chains AFM.jpg|thumb|Singole catene polimeriche visualizzate al [[microscopio a forza atomica]].]]
 
Un '''polimero''' (dal [[lingua greca antica|greco]] ''"che ha molte parti"''<ref>{{Treccani|polimero|v=sì}}</ref>) è una [[macromolecola]], ovvero una [[molecola]] dall'elevato [[peso molecolare]], costituita da un gran numero di gruppi molecolari (detti ''unità ripetitive'') uguali o diversi (nei [[copolimeri]]), uniti "a catena" mediante la ripetizione dello stesso tipo di [[legame chimico|legame]] ([[legame covalente|covalente]]).
 
I termini "unità ripetitiva" e "[[monomero]]" non sono sinonimi: infatti un'unità ripetitiva è una parte di una molecola o macromolecola, mentre un monomero è una molecola composta da un'unica unità ripetitiva. Nel seguito, quando si parla di "monomeri" s'intendono dunque i [[reagente|reagenti]] da cui si forma il polimero attraverso la [[reazione chimica|reazione]] di [[polimerizzazione]], mentre con il termine "unità ripetitive" si intendono i gruppi molecolari che assieme ai [[Gruppo terminale|gruppi terminali]] costituiscono il polimero (che è il prodotto della reazione di polimerizzazione).<ref>{{Cita|Gedde|p. 1}}</ref>
 
Per definire un polimero bisogna conoscere:
* la natura dell'unità ripetente;
* la natura dei [[Gruppo terminale|gruppi terminali]];
* la presenza di ramificazioni e/o [[reticolazione|reticolazioni]];
* gli eventuali difetti nella sequenza strutturale che possono alterare le caratteristiche meccaniche del polimero.
 
Benché a rigore anche le macromolecole tipiche dei sistemi viventi ([[proteine]], [[acidi nucleici]], [[glucidi|polisaccaridi]]) siano polimeri, nel campo dell'[[industria chimica]] col termine "polimeri" s'intendono comunemente le macromolecole di origine [[sintesi organica|sintetica]]: [[materie plastiche]], [[gomma (materiale)|gomme]] sintetiche e [[fibra tessile|fibre tessili]] (ad esempio il [[nylon]]), ma anche polimeri sintetici biocompatibili largamente usati nelle industrie farmaceutiche, cosmetiche ed alimentari, tra cui i [[Glicole polietilenico|polietilenglicoli]] (PEG), i [[Poliacrilato|poliacrilati]] ed i [[poliamminoacidi sintetici]].
 
I polimeri inorganici più importanti sono a base di [[silicio]] ([[silice colloidale]], [[siliconi]], [[silani|polisilani]]).<ref>[http://pslc.ws/italian/inorg.htm Polimeri Inorganici<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=http://chimica-cannizzaro.it/files/le_frontiere_del_silicio.pdf |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>{{Cita|Brisi|pp. 457-458}}</ref>
 
== Cenni storici ==
{{vedi anche|Materie plastiche}}
 
Il termine "polimero" fu coniato da [[Jöns Jacob Berzelius]], con un'accezione differente dall'attuale. Tale termine può indicare sia i polimeri naturali (tra i quali il [[caucciù]], la [[cellulosa]] e il [[DNA]]) sia i polimeri sintetizzati in laboratorio (in genere utilizzati per la produzione di [[materie plastiche]]).
La storia dei polimeri ha quindi inizio molto prima dell'avvento delle materie plastiche, sebbene la commercializzazione delle materie plastiche abbia aumentato notevolmente l'interesse della comunità scientifica verso la scienza e la tecnologia dei polimeri.
 
I primi studi sui polimeri sintetici si devono a [[Henri Braconnot]] nel [[1811]], il quale ottenne dei composti derivati dalla cellulosa.
 
Fu il chimico tedesco [[Hermann Staudinger]] nel [[1920]] a ipotizzare la struttura [[macromolecole|macromolecolare]] delle materie plastiche.<ref name=Microsoft>{{Cita|Microsoft Student}}</ref> Sempre negli [[anni 1920|anni venti]] [[Wallace Carothers]] si dedicò allo studio delle reazioni di [[polimerizzazione]].
 
Nel corso degli anni sono stati svolti molti studi sul comportamento reologico dei polimeri e sulla loro caratterizzazione, nonché sulle metodiche di polimerizzazione. In particolare nel [[1963]] [[Karl Ziegler]] e [[Giulio Natta]] ottengono il [[premio Nobel per la chimica]] come riconoscimento dei loro studi sui polimeri<ref name=Microsoft/> (in particolare per la scoperta dei cosiddetti "[[catalizzatori di Ziegler-Natta]]").
 
Nel [[1974]] il premio Nobel per la chimica fu consegnato a [[Paul Flory]], che concentrò i propri studi sulla [[cinetica chimica|cinetica]] delle [[polimerizzazioni a stadi]] e [[polimerizzazioni a catena]], sul [[trasferimento di catena]], sugli effetti di [[volume escluso]] e sulla [[teoria di Flory–Huggins delle soluzioni]].
 
== Classificazione dei polimeri ==
 
I polimeri possono essere classificati in vari modi:
 
* I polimeri prodotti da monomeri tutti uguali sono detti '''omopolimeri''',<!-- no wikilink perché [[omopolimero]] è un redirect a questa sezione--><ref>{{en}} [http://goldbook.iupac.org/H02854.html IUPAC Gold Book, "homopolymer"]</ref> mentre quelli prodotti da monomeri rappresentati da due o più [[specie chimica|specie chimiche]] differenti sono detti '''[[copolimero|copolimeri]]'''.<ref>{{Cita|Callister|p. 451}}</ref>
* A seconda della loro struttura, possono essere classificati in polimeri lineari, ramificati o reticolati.<ref>{{Cita|Callister|pp. 455-457}}</ref>
* In relazione alle loro proprietà dal punto di vista della deformazione, si differenziano in [[termoplastici]], [[termoindurenti]] e [[elastomeri]].
* Esistono polimeri naturali ''[[composto organico|organici]]'' (ad esempio [[cellulosa]] e [[caucciù]]), polimeri artificiali, ossia ottenuti dalla modificazione di polimeri naturali (come l'acetato di cellulosa) e polimeri sintetici, ossia polimerizzati artificialmente (ad esempio [[polivinilcloruro|PVC]] e [[polietilene|PET]]).
* A seconda del tipo di processo di [[polimerizzazione]] da cui sono prodotti si distinguono in "polimeri di addizione" e "polimeri di condensazione".
* In relazione all'omogeneità del peso molecolare si possono distinguere i polimeri ''omogenei'' da quelli ''eterogenei'' o ''[[polidispersità|polidispersi]]'', con questi ultimi caratterizzati da alta variabilità del peso molecolare medio.
 
===Classificazione dal diagramma sforzo-deformazione===
[[File:Courbe.JPG|thumb|Diagramma sforzo-deformazione per i polimeri<br />
A) fibre<br />
B) termoplastici<br />
C) elastomeri.]]
 
Ogni [[materiale]], in seguito ad uno [[Azione esterna|sforzo]] risponde con una deformazione, a cui è associata un maggiore o minore allungamento percentuale. Nel caso dei polimeri si distingue tra:
* [[Tecnofibre|Fibre]]
* [[Polimeri termoindurenti]]
* [[Polimeri termoplastici]]
* [[Elastomeri]].
 
In linea di massima, i polimeri con maggiore [[cristallinità]] (fibre) sono più [[Fragilità|fragili]], mentre i polimeri amorfi (elastomeri) sono più [[Duttilità|duttili]] e più [[Plasticità (fisica)|plastici]].
 
A partire dal [[diagramma sforzo-deformazione]] è possibile ricavare i seguenti parametri:
* [[Modulo di elasticità]]: aumenta all'aumentare della cristallinità del polimero
* Allungamento percentuale alla rottura: diminuisce all'aumentare della cristallinità del polimero
* [[Resistenza meccanica|Tensione di rottura]]: aumenta all'aumentare della cristallinità del polimero
* [[Tensione di snervamento]]: aumenta all'aumentare della cristallinità del polimero.
 
===Classificazione dei polimeri per struttura===
 
La struttura dei polimeri viene definita a vari livelli, tutti tra loro interdipendenti e decisivi nel concorrere a formare le proprietà reologiche del polimero, dalle quali dipendono le applicazioni e gli usi industriali.
 
====Classificazione in base alla struttura chimica====
 
Esclusi i [[gruppo funzionale|gruppi funzionali]] direttamente coinvolti nella reazione di polimerizzazione, gli eventuali altri gruppi funzionali presenti nel monomero conservano la loro reattività chimica anche nel polimero. Nel caso dei polimeri biologici (le [[proteina|proteine]]) le proprietà chimiche dei gruppi disposti lungo la catena polimerica (con le loro affinità, attrazioni e repulsioni) diventano essenziali per modellare la struttura tridimensionale del polimero stesso, struttura da cui dipende l'attività biologica della proteina stessa.
 
====Classificazione in base alla struttura stereochimica====
 
L'assenza o la presenza di una regolarità nella posizione dei gruppi laterali di un polimero rispetto alla catena principale ha un notevole effetto sulle proprietà reologiche del polimero e di conseguenza sulle sue possibili applicazioni industriali. Un polimero i cui gruppi laterali sono distribuiti senza un ordine preciso ha meno probabilità di formare regioni cristalline rispetto ad uno stereochimicamente ordinato.
:Un polimero i cui gruppi laterali sono tutti sul medesimo lato della catena principale viene detto ''[[tatticità|isotattico]]'', uno i cui gruppi sono alternati regolarmente sui due lati della catena principale viene detto ''sindiotattico'' ed uno i cui gruppi laterali sono posizionati a caso ''atattico''.
 
La scoperta di un [[catalizzatore]] capace di guidare la polimerizzazione del [[propene|propilene]] in modo da dare un polimero isotattico è valsa il [[premio Nobel]] a [[Giulio Natta]]. L'importanza industriale è notevole, il polipropilene isotattico è una plastica rigida, il polipropilene atattico una gomma pressoché priva di applicazioni pratiche.
 
Due nuove classi di polimeri sono i [[polimeri comb]] e i [[dendrimeri]].
 
[[File:Sindiotactico.JPG|thumb|upright=2.3|center|Modello di un polimero sindiotattico]]
 
====Classificazione in base al peso molecolare====
 
I polimeri (al contrario delle molecole aventi peso molecolare non elevato o delle proteine) non hanno peso molecolare definito, ma variabile in rapporto alla lunghezza della catena polimerica che li costituisce. Lotti di polimeri sono caratterizzati da un parametro tipico di queste sostanze macromolecolari ovvero dall'[[indice di polidispersità]] (PI), che tiene conto della distribuzione di pesi molecolari riferibile ad una sintesi.
 
Si fa inoltre uso del [[grado di polimerizzazione]], che indica il numero di unità ripetitive costituenti il polimero,<ref>{{Cita|Gedde|p. 11}}</ref> e che può essere:
* basso: sotto 100 unità ripetitive;
* medio: tra 100 e 1000 unità ripetitive;
* alto: oltre 1000 unità ripetitive.
 
Dal grado di polimerizzazione dipendono le proprietà fisiche e [[reologia|reologiche]] del polimero, nonché le possibili applicazioni.
 
Nel caso in cui il grado di polimerizzazione sia molto basso si parla più propriamente di [[oligomero]] (dal greco ''"oligos-"'', "pochi").
 
====Polimeri amorfi e semicristallini====
[[File:Polymerketten - amorph und kristallinEN.svg|thumb|upright=1.4|Conformazione di un polimero amorfo (a sinistra) e semicristallino (a destra).]]
 
I '''polimeri amorfi''' sono generalmente resine o gomme. Essi sono fragili al di sotto di una data temperatura (la "[[temperatura di transizione vetrosa]]") e fluidi viscosi al di sopra di un'altra (il "punto di scorrimento"). La loro struttura può essere paragonata ad un groviglio disordinato di spaghetti.
 
I '''polimeri semicristallini''' sono generalmente plastiche rigide; le catene di polimero, ripiegandosi, riescono a disporre regolarmente loro tratti più o meno lunghi gli uni a fianco degli altri, formando regioni cristalline regolari (dette "[[cristallite|cristalliti]]") che crescono radialmente attorno a "siti di nucleazione", questi possono essere molecole di sostanze capaci di innescare la cristallizzazione ("[[agenti nucleanti]]") o altre catene di polimero stirate dal flusso della massa del polimero.
 
Una situazione intermedia tra i polimeri amorfi e i polimeri semicristallini è rappresentata dai [[polimeri a cristalli liquidi]] (''LCP, Liquid-Crystal Polymers''), in cui le molecole mostrano un orientamento comune ma sono libere di scorrere in maniera tra loro indipendente lungo la direzione longitudinale, modificando quindi la loro struttura cristallina.<ref>{{Cita|Gedde|p. 14}}</ref>
 
====Polimeri reticolati====
[[File:Structures of macromolecules.png|thumb|upright=1.4|left|Un polimero lineare (a sinistra) e uno reticolato (a destra) messo a confronto. I cerchietti neri indicano i punti di reticolazione.]]
 
Un polimero viene detto "reticolato" se esistono almeno due cammini diversi per collegare due punti qualsiasi della sua molecola; in caso contrario viene detto "ramificato" o "lineare", a seconda che sulla catena principale siano innestate o meno catene laterali.
 
Un polimero reticolato si può ottenere direttamente in fase di reazione, miscelando al monomero principale anche una quantità di un altro monomero simile, ma con più siti reattivi (ad esempio, il co-polimero tra [[stirene]] e [[1,4-divinilbenzene]]) oppure può essere reticolato successivamente alla sua sintesi per reazione con un altro composto (ad esempio, la reazione tra lo [[zolfo]] ed il polimero del [[2-metil-1,3-butadiene]], nota come [[vulcanizzazione]]).
 
Un polimero reticolato è generalmente una plastica rigida, che per riscaldamento decompone o brucia, anziché rammollirsi e fondere come un polimero lineare o ramificato.
 
====Copolimeri====
{{vedi anche|copolimero}}
 
Quando il polimero è costituita da due unità ripetitive di natura diversa, si dice che esso è un [[copolimero]].
 
Nell'ipotesi di avere due monomeri, vi sono 4 modi di concatenamento delle unità ripetitive A e B che derivano da tali monomeri:<ref>{{Cita|Brisi|pp. 433-434}}</ref>
* random: le unità ripetitive A e B si avvicendano in maniera casuale;
* alternato: se le unità ripetitive si susseguono in coppia, prima A, poi B, poi di nuovo A e così via;
* a blocchi: se le unità ripetitive di uno stesso tipo (A) sono in blocchi che si alternano con i blocchi costituiti dall'altra unità ripetitiva (B);
* a innesto: se le unità ripetitive di uno stesso tipo (A) formano un'unica catena, sulla quale s'innestano le catene laterali costituite dalle unità ripetitive del secondo tipo (B).
 
I copolimeri random, alternati e a blocchi sono copolimeri lineari, mentre i copolimeri a innesto sono polimeri ramificati.
 
[[File:Copolymers.svg|thumb|upright=2|center|Tipologie di copolimeri:<br />
1) polimero semplice (visualizzato a titolo di paragone)<br />
2) copolimero alternato<br />
3) copolimero random<br />
4) copolimero a blocchi<br />
5) copolimero a innesto.]]
 
== Elenco di polimeri ==
 
In base alle normative [[Deutsches Institut für Normung|DIN]] 7728 e 16780 (nonché la [[ISO]] 1043/1<ref>[http://pslc.ws/italian/nomenclatura.htm glossary<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>), ad ogni materia plastica è associata una sigla, che la identifica univocamente.
 
{{multiCol}}
* CA – [[Acetato di cellulosa]]
* CAB – [[Acetobutirrato di cellulosa]]
* CN – [[Nitrato di cellulosa]]
* CP – [[Propionato di cellulosa]]
* EP – [[Epossidi]]
* MF – [[Melammina-formaldeide]]
* PA – [[Poliammidi]]
* PAI – [[Poliammidiimmide]]
* PAN – [[Poliacrilonitrile]]
* PB – [[Polibutene-1]]
* PBT – [[Polibutilentereftalato]]
* PC – [[Policarbonato]]
* PCTFE – [[Policlorotrifluoroetilene]]
* PDAP – [[Polidialliftalato]]
* PE – [[Polietilene]]
* PE-C – [[Polietilene clorurato]]
* PEI – [[Polieterimmide]]
 
{{ColBreak}}
* PEK – [[Polieterchetone]]
* PEEK – [[Polietereterchetone]]
* PES – [[Fibre ottiche polimeriche|Polietersolfoni]]
* PET – [[Polietilentereftalato]]
* PF – [[Fenolformaldeide]]
* PI – [[Poliimmide]]
* PIB – [[Poliisobutilene]]
* PMI – [[Polimetacrilimmide]]
* PMMA – [[Polimetilmetacrilato]]
* PMP – [[Poli-4-metilpentene-1]]
* POM – [[Poliossimetilene]], [[Poliformaldeide]], [[Poliacetale]]
* PP – [[Polipropilene]]
* PPE – [[Polifeniletere]]
* PPO – [[Polifenilenossido]]
* PPS – [[Polifenilensolfuro]]
 
{{ColBreak}}
* PS – [[Polistirene]]
* PSU – [[Polisolfone]]
* PT – [[Politiofene]]
* PTFE – [[Politetrafluoroetilene]] (Teflon)
* PUR – [[Poliuretano]]
* PVB – [[Polivinilbutirrale]]
* PVC – [[Polivinilcloruro]]
* PVC-C – [[Polivinilcloruro clorurato]]
* PVDC – [[Polivinildencloruro]]
* PVDF – [[Polivinildenfluoruro]]
* PVF – [[Polivinilfluoruro]]
* RC – [[Cellulosa rigenerata]]
* SI – [[Siliconi]]
* UF – [[Urea-formaldeide]]
* UP – [[Poliestere insaturo]]
* PDMS – [[Polidimetilsilossano]]
{{EndMultiCol}}
 
==Caratterizzazione dei polimeri==
 
La caratterizzazione dei polimeri avviene tramite l'utilizzo di numerose tecniche standardizzate dall'[[American Society for Testing and Materials|ASTM]], [[Society of the Plastic Industry|SPI]] e [[Society of Plastic Engineers|SPE]], tra cui (accanto a ciascuna tecnica s'indicano le grandezze misurate):<ref>{{Cita|Gedde|p. 10}}</ref><ref>http://chifis.unipv.it/mustarelli/dpp.pdf</ref>
* analisi dei [[gruppo funzionale|gruppi]] terminali: [[peso molecolare]] medio numerico;
* ebulliometria, crioscopia e osmometria: peso molecolare medio numerico;
* ''[[Diffusione ottica|light scattering]]'': peso molecolare medio ponderale;
* [[viscosimetria]]: peso molecolare medio viscometrico;
* [[cromatografia di esclusione molecolare]]: distribuzione della massa molare;
* [[calorimetria differenziale a scansione]] (DSC) e [[analisi termica differenziale]] (DTA): [[calore]] di [[fusione (fisica)|fusione]], [[calore di reazione]], [[calore specifico]], [[temperatura di transizione vetrosa]], velocità di [[cristallizzazione]];
* [[termogravimetria]] (TG): [[velocità di reazione]], [[purezza (chimica)|purezza]];
* [[analisi termomeccanica]] (TMA): [[coefficiente di espansione termica]], [[modulo elastico]], [[temperatura di rammolimento]];
* [[analisi dinamico-meccanica]] (DMA): modulo elastico, temperatura di transizione vetrosa;
* test di [[solubilità]];
* test di [[diffusione molecolare|diffusione]] e [[permeabilità]];
* [[microscopio ottico]]: [[indice di rifrazione]];
* [[spettrofotometro]]: [[riflettanza]], [[trasmittanza]];
* [[test di indice di ossigeno]];
* [[test di resistenza chimica]];
* [[test di resistenza agli agenti atmosferici]];
* resistenza a [[trazione (fisica)|trazione]];
* misura della [[deformazione permanente]].
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* {{cita libro| cognome=| nome=| titolo=Materie plastiche. Microsoft Student 2008 (DVD)| editore=Microsoft Corporation| città=| anno=2007| cid=Microsoft Student| url=http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761553604/Materie_plastiche.html| urlmorto=sì| urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090216014350/http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761553604/Materie_plastiche.html| dataarchivio=16 febbraio 2009}}
* {{cita libro | cognome= Brisi | nome= Cesare | titolo= Chimica applicata | editore= Levrotto & Bella | edizione= 3 | città= Torino | anno= 1997 | pp= 431-458 | isbn= 88-8218-016-6 | cid= Brisi}}
* {{cita libro|cognome= Villavecchia |nome= Vittorio |coautori= Gino Eigenmann |curatore= Gino Eigenmann, I. Ubaldini |titolo= Nuovo dizionario di merceologia e chimica applicata (volume 5° Mangimi-Polistirene) |url= http://books.google.it/books?id=rZU5kEeKOEMC&printsec=frontcover&source=gbs_navlinks_s |anno= 1975 |editore= Hoepli |isbn= 88-203-0532-1 |cid= Villavecchia }}
* {{cita libro|cognome= Marchese|nome= Bernardo |titolo= Tecnologia dei materiali e chimica applicata |url= http://books.google.it/books?id=m4MTd-kkk9UC&printsec=frontcover&source=gbs_navlinks_s |edizione= 2 |anno= 1975 |editore= Liguori Editore Srl |pp= 405-445 |isbn= 88-207-0390-4 |cid= Marchese }}
* {{cita libro|cognome= Cangialosi |nome= Filippo |titolo= Proprietà e lavorazione delle materie plastiche |url= http://books.google.it/books?id=CzBAkfXON2oC&dq=polimeri&lr=&source=gbs_navlinks_s |editore= EuroPass |isbn= 88-89354-00-3 |cid= Cangialosi }}
* Sergio Antonio Salvi, Plastica Tecnologia Design, Milano, Hoepli, 1997, ISBN 88-203-2294-3.
* {{cita libro|cognome= Ram |nome= Arie |titolo= Fundamentals of polymer engineering |url= http://books.google.it/books?id=oquPY-e4ypgC&dq=polymer&lr=&source=gbs_navlinks_s |anno= 1997 |editore= Springer |lingua= inglese |isbn= 0-306-45726-1 |cid= Arie }}
* {{cita libro|cognome= Archer |nome= Ronald D. |titolo= Inorganic and Organometallic Polymers |url= http://books.google.it/books?id=9KFwwpv6bGcC&dq=polymer&lr=&source=gbs_navlinks_s |anno= 2001 |editore= Wiley-VCH |lingua= inglese |isbn= 0-471-24187-3 |cid= Archer }}
* {{cita libro|cognome= Sperling |nome= Leslie Howard |titolo= Introduction to physical polymer science |url= http://books.google.it/books?id=i7HMbG9MwnIC&dq=polymer&lr=&source=gbs_navlinks_s |anno= 2006 |edizione= 4 |editore= John Wiley and Sons |lingua= inglese |isbn= 0-471-70606-X |cid= Sperling }}
* {{cita libro|cognome= Bart |nome= Jan C J |titolo= Polymer Additive Analytics: Industrial Practice and Case Studies |url= http://books.google.it/books?id=HQ6ZniMlUP4C&dq=polymer&lr=&source=gbs_navlinks_s |anno= 2006 |editore= Firenze University Press |lingua= inglese |isbn= 88-8453-379-1 |cid= Bart }}
* {{cita libro|cognome= Gedde |nome= Ulf W. |titolo= Polymer physics |url= http://books.google.it/books?id=Iem3fC7XdnkC&source=gbs_navlinks_s |anno= 1995 |editore= Springer |lingua= inglese |isbn= 0-412-62640-3 |cid= Gedde }}
* {{cita libro | cognome= Callister | nome= William D. | titolo= Material Science and Engineering: An Introduction | editore= John Wiley & Sons Inc |ed= 5 | anno= 1999 |lingua= inglese |isbn= 0-471-35243-8 |cid= Callister |url= http://books.google.it/books?id=hFoEAAAACAAJ&source=gbs_navlinks_s}}
* {{cita libro | cognome= Martuscelli | nome= Ezio | titolo= Dalla scoperta di Natta lo sviluppo dell'industria e della ricerca sulle plastiche in Italia | editore= Istituto di Ricerca e Tecnologia delle Materie Plastiche "Arco Felice" | città= Napoli | anno= | url= http://www.eziomartuscelli.net/content/dalla-scoperta-di-natta-lo-sviluppo-dellindustria-e-della-ricerca-sulle-plastiche-italia | urlmorto= sì }}
* {{cita libro | cognome= Martuscelli | nome= Ezio | titolo= La ricerca sui polimeri in Italia | editore= Istituto di Ricerca e Tecnologia delle Materie Plastiche "Arco Felice" | città= Napoli | anno= | url= http://www.eziomartuscelli.net/content/la-ricerca-sui-polimeri-italia | urlmorto= sì | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20090306120445/http://www.eziomartuscelli.net/content/la-ricerca-sui-polimeri-italia | dataarchivio= 6 marzo 2009 }}
 
==Voci correlate==
* [[Chimica dei polimeri e delle macromolecole]]
* [[Dimero]]
* [[Grado di polimerizzazione]]
* [[Materie plastiche]]
* [[Melt flow index]]
* [[Monomero]]
* [[Nanopolimeri]]
* [[Oligomero]]
* [[Pentamero]]
* [[Polimeri conduttori]]
* [[Polimerizzazione]]
* [[Rigonfiamento dei polimeri]]
* [[Stampaggio di materie plastiche]]
* [[Trimero]]
 
; Riviste accademiche
* ''[[Polymer Bulletin]]''
* ''[[Polymer Journal]]''
* ''[[Polymers for Advanced Technologies]]''
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|b=Chimica industriale/Polimeri|wikt=polimero}}
{{Wikilibro|Materie plastiche}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.dea.uniroma3.it/elchem/Resources/Polimeri_1.pdf|Polimeri}}
* {{cita web|http://www.pslc.ws/italian/index.htm|La Macrogalleria}}
* {{cita web|http://omero.humnet.unipi.it/matdid/322/0%20-%20%20polimeri%5B1%5D.pdf|I polimeri - Lanterna}}
* {{cita web|http://www.enco-journal.com/costruzione/fambri.html|I polimeri - Luca Fambri - Theonis Riccò, Università di Trento}}
* {{cita web|http://chifis1.unipv.it/materials/CMS/poli8.pdf|Processing dei materiali polimerici}}
* {{cita web|http://omero.humnet.unipi.it/matdid/322/4%20-%20polimeri%20meccanismi%20e%20propriet%C3%A0.pdf|Polimeri per il consolidamento dei materiali lapidei}}
* {{cita web|http://win.spazioinfo.com/public/POLIMERI%202006-2007.pdf|Polimeri - win.spazioinfo.com}}
* {{cita web|http://www.eziomartuscelli.net/files/Future.pdf|Polymers: commodities or specialties?}}
* {{cita web|http://www.doitpoms.ac.uk/tlplib/polymers/index.php|Crystallinity in polymers|lingua=en}}
 
{{Polimeri}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|chimica|ingegneria}}
 
<!-- [[Categoria:Chimica dei polimeri e delle macromolecole]]
[[Categoria:Chimica industriale]]
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[[Categoria:Materia soffice]] -->