Ars oratoria: differenze tra le versioni

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== Storia ==
===Origini arcaiche===
L'oratoria rimase a [[Roma antica|Roma]] uno strumento riservato alla ''nobilitas'' per avanzare nel [[cursus honorum]]. L'arte dell'oratoria veniva applicata inizialmente solo da schiavi, liberti e italici, e veniva considerata un'attività legata agli ''otia'', cioè al tempo libero. Viene considerato l'iniziatore della prosa oratoria latina [[Appio Claudio Cieco]].Si tratta del discorso che tenne al senato nel 280 a.C., per persuadere i senatori a non accettare le condizioni di pace poste dal re dell'Epiro, [[Pirro]] subito dopo la vittoria di [[Eraclea]]. Alla fine del II secolo a.C. le orazioni mostrano una prima assimilazione delle teorie greche. Nascono in questo modo i primi trattati latini di retorica, con [[Marco Antonio]], e [[Lucio Licinio Crasso]], che individuava l'importanza dell'arte retorica nella vasta e raffinata cultura e nello stile utilizzato, l'''[[elocutio]]'', capacità di scegliere i termini per poi adattarli elegantemente nel testo. La retorica romana nell'età della grande espansione territoriale è caratterizzata soprattutto dalla preminenza della figura di [[Marco Porcio Catone]], detto anche [[Catone il Vecchio]]. I suoi discorsi sono caratterizzati da uno stile semplice e conciso, da frasi taglienti, debitrici dell'influsso greco, anche se tanto attaccato dalla politica di Catone. È un'opera oratoria quasi esclusivamente politica le cui tematiche sono: il ruolo degli ''equites'', la questione del lusso, politica interna ed estera. I conflitti politici del II secolo a.C. incentivarono l'arte oratoria. Molti oratori di questo periodo provengono dal [[Circolo degli Scipioni]], oppositori del progetto politico dei fratelli [[Gracchi]] Tiberio e Caio.
 
====Marco Porcio Catone====
{{Vedi anche|Marco Porcio Catone}}
Marco Porcio Catone è tra le principali personalità della [[storia della letteratura latina|letteratura latina arcaica]]: egli fu oratore, storiografo e trattatista. Fu autore di una vasta raccolta di manuali tecnico-pratici, con i quali intendeva difendere i valori tradizionali del ''[[mos maiorum]]'' contro le tendenze [[ellenismo|ellenizzanti]] dell'aristocrazia legata al [[circolo degli Scipioni]], indirizzata al figlio Marco, i ''[[Libri ad Marcum filium]]'' o ''[[Praecepta ad Marcum filium]]'', di cui si conserva per intero soltanto il ''[[Liber de agri cultura]]'', in cui esamina, soprattutto, l'azienda schiavile che tanto spazio si conquisterà poi in età imperiale.<ref>Antonio Saltini ''Storia delle scienze agrarie'' (nuova edizione accresciuta coedizione Museo Galileo - Fondazione Nuova Terra Antica ISBN 9788896459096) pag. 46</ref> Affrontò inoltre la tematica dei valori tradizionali romani anche in un ''[[Carmen de moribus]]'' di cui sono ad oggi pervenuti pochissimi frammenti.
 
Fin dalla giovinezza si dedicò, inoltre, all'attività [[oratoria]]: pronunciò in tutta la sua vita oltre centocinquanta orazioni,<ref name="Brutus_65">Cicerone, ''Brutus'', 65.</ref> ma sono attualmente conservati frammenti di varia estensione riconducibili a circa ottanta orazioni diverse.<ref name="Pontiggia_159">Pontiggia; Grandi, p. 159.</ref> Si distinguono tra esse ''orationes deliberativae'', ovvero discorsi pronunciati in [[senato romano|senato]] a favore o contro una proposta di legge, e ''orationes iudiciales'', discorsi giudiziari di accusa o difesa.
 
Catone individua nel culmine del percorso educativo la formazione di un "vir bonus, dicendi peritusperitus” (''(uomo di valore, esperto nel dire), espressione che sarà il cardine del successivo modello educativo romano). (pedagogiaPedagogia dall'età antica al medioevoMedioevo, avalle maranzaAvalle-Maranza ed. paraviaParavia)''
 
L'opera letteraria di Porcio Catone, in particolare quella storica e oratoria, fu elogiata da [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]],<ref>''Brutus'', 63-69.</ref> che definì il censore primo grande oratore romano, e il più degno d'essere letto. Nella prima [[impero romano|età imperiale]], nonostante l'ideologia di M. Porcio Catone coincidesse in buona parte con la politica restauratrice del ''[[mos maiorum]]'' promossa da [[Augusto]], l'operala disua Porcio Catoneopera fu oggetto di sempre minore interesse. Con l'affermarsi delle tendenze arcaizzanti nel [[II secolo|II secolo d.C.]], invece, essa fu oggetto di grandi attenzioni, seppure a carattere esclusivamente linguistico ed erudito: [[Aulo Gellio|Gellio]] e [[Marco Cornelio Frontone|Cornelio Frontone]] ne tramandarono molti frammenti, e l'[[imperatore romano|imperatore]] [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] dichiarò di preferire Porcio Catone anche allo stesso Cicerone.<ref name="Pontiggia_165">Pontiggia; Grandi, p. 165.</ref>
 
=== L'oratoria latina nell'ultimo secolo della repubblica ===
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# ELOCUTIO: consiste nel sistemare il testo da un punto di vista stilistico (''colores orationes'')
# MEMORIA: consiste nell'imparare a memoria il testo
# ACTIO: esporre l'orazione con graziegrande gestualità quasi teatrale come se fosse una parte scenica.
 
La struttura invece dell'[[orazione]] in sé si divide in: