Concezio Chiaretti: differenze tra le versioni

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L'[[Armistizio dell'8 settembre 1943]] lo coglie a Leonessa, paese natìo della famiglia, nel quale è parroco.
Da sacerdote accoglie e sostiene chiunque abbia necessità, senza tenere conto dell'orientamento di ciascuno.
Da sacerdote accoglie e sostiene chiunque abbia necessità, senza tenere conto dell'orientamento di ciascuno. Nel marzo 1944 nasce nel [[Leonessa|borgo laziale]] una delegazione del [[Comitato Liberazione Nazionale]], costituito da elementi [[Brigata Gramsci|"Antonio Gramsci" brigata di partigiani comunisti]] costituitasi agli inizi del mese precedente<ref>Ghini C., ''La Resistenza in Umbria'' in S. Bovini (a cura di), ''L'Umbria nella Resistenza'', vol. I, Editori Riuniti, Roma 1972</ref>. Negli stessi periodo e zona combatte anche una formazione militare, la banda di [[Mario Lupo (partigiano)|Mario Lupo]]<ref>Marcellini M., ''I giustizieri'', Mursia 2009</ref> <ref>Gubitosi G., ''Alfredo Filipponi, diario di un comandante partigiano'', Editrice Umbra 1991</ref>, con base a [[Cepparo]] frazione di [[Rivodutri]], responsabile dell'attacco alle forze di polizia e della [[Guardia Nazionale Repubblicana]] a [[Poggio Bustone]], nel corso del quale perdono la vita 14 militi della [[RSI]] e il [[Questore]] di [[Terni]] [[Bruno Pennaria|Bruno Pannaria]]<ref>Marcellini M., in ''op. cit.''</ref> (10 marzo 1944).
Contribuisce a fondare [[Leonessa|borgo laziale]] una delegazione del [[Comitato Liberazione Nazionale]]. Nel frattempo, agli inizi del 1944, comincia ad operare nell'area umbra e alto-laziale la [[Brigata Gramsci|"Antonio Gramsci" brigata di partigiani comunisti]], formazione partigiana comunista costituitasi agli inizi del mese precedente<ref>Ghini C., ''La Resistenza in Umbria'' in S. Bovini (a cura di), ''L'Umbria nella Resistenza'', vol. I, Editori Riuniti, Roma 1972</ref>. Negli stessi periodo e zona combatte anche una formazione militare, la banda di [[Mario Lupo (partigiano)|Mario Lupo]]<ref>Marcellini M., ''I giustizieri'', Mursia 2009</ref> <ref>Gubitosi G., ''Alfredo Filipponi, diario di un comandante partigiano'', Editrice Umbra 1991</ref>, con base a [[Cepparo]] frazione di [[Rivodutri]], responsabile dell'attacco alle forze di polizia e della [[Guardia Nazionale Repubblicana]] a [[Poggio Bustone]], nel corso del quale perdono la vita 14 militi della [[RSI]] e il [[Questore]] di [[Terni]] [[Bruno Pennaria|Bruno Pannaria]]<ref>Marcellini M., in ''op. cit.''</ref> (10 marzo 1944). Così l'intensificarsi dell'attività partigiana, la morte del funzionario e la necessità di rendere sicuri i collegamenti fra la [[Capitale]] e le [[Appennino centrale|aree appenniniche]], spingono il Comando tedesco di [[Rieti]] ad organizzare un articolato attacco (Operazione "Osterei")<ref>Climinti E., Il gruppo di combattimento «Schanze» nella grande impresa contro le bande, Settimo Sigillo, coll. Historiae 2006</ref> guidata dal [[Oberst|colonnello]] [[Ludwig Schanze]] che, fra il 29 [[marzo]] e il 7 [[aprile]] [[1944]], costringecoinvolge Leonessa e le frazioni Albaneto, Cumulata,Ponte Riovalle, Vallunga, Villa Carmine, Villa Pulcini costringendo i partigiani a trincerarsi nel borgo di [[Leonessa]]. In una seconda fase dell'offensiva, i resistenti abbandonano rapidamente il paese rapidamente conquistato dai [[Wehrmacht|militari germanici]] (appartenenti a [[Heer]], [[Luftwaffe]], [[Waffen SS]])<ref>Carlo Gentile ITINERARI DI GUERRA: LA PRESENZA DELLE TRUPPE TEDESCHE NEL LAZIO OCCUPATO 1943-1944, pubblicazione a cura di Deutsches Historisches Institut in Rom Istituto Storico Germanico di Roma</ref>; segue la caccia e l'arresto ai fiancheggiatori della Resistenza alcuni dei quali denunciati dietro delazione di una donna del luogo che indica in don Concezio un sostenitore dei partigiani.
 
L'intensificarsi dell'attività partigiana, la morte del funzionario e la necessità di rendere sicuri i collegamenti fra la [[Capitale]] e le [[Appennino centrale|aree appenniniche]], spingono il Comando tedesco di [[Rieti]] ad organizzare un articolato attacco (Operazione "Osterei")<ref>Climinti E., Il gruppo di combattimento «Schanze» nella grande impresa contro le bande, Settimo Sigillo, coll. Historiae 2006</ref> guidata dal [[Oberst|colonnello]] [[Ludwig Schanze]] che, fra il 29 [[marzo]] e il 7 [[aprile]] [[1944]], costringe i partigiani a trincerarsi nel borgo di [[Leonessa]]. In una seconda fase dell'offensiva, i resistenti abbandonano rapidamente il paese rapidamente conquistato dai [[Wehrmacht|militari germanici]] (appartenenti a [[Heer]], [[Luftwaffe]], [[Waffen SS]])<ref>Carlo Gentile ITINERARI DI GUERRA: LA PRESENZA DELLE TRUPPE TEDESCHE NEL LAZIO OCCUPATO 1943-1944, pubblicazione a cura di Deutsches Historisches Institut in Rom Istituto Storico Germanico di Roma</ref>; segue la caccia e l'arresto ai fiancheggiatori della Resistenza alcuni dei quali denunciati dietro delazione di una donna del luogo che indica in don Concezio un sostenitore dei partigiani.
Condannato a morte è giustiziato il 7 aprile, giorno della [[Pasqua]] '44, insieme a 50 concittadini.