Cerello: differenze tra le versioni
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Sede di abitazioni già all'epoca dei romani, a quel periodo si possono ricondurre le locali coltivazioni di vino bianco, decantato come eccezionale, e prodotto sino al XIX secolo con successo anche nell'esportazione. Di tale vino si trovò notizia in alcuni ritrovamenti attuati sul territorio da [[Carlo Dossi|Carlo Alberto Pisani-Dossi]].<ref>Informazioni su questi ritrovamenti si possono trovare in [[Carlo Dossi|Dossi Carlo]], ''Note Azzurre''; Balzarotti Andrea, ''Castellazzo de' Stampi - Volti di un borgo tra storia e natura'', Amministrazione Comunale di Corbetta, Tipolitografia Crespi, Corbetta, 2008; Prada Luciano, ''Città di Corbetta 1989'', Amministrazione Comunale di Corbetta, Tipolitografia Crespi, Vittuone, 1989</ref>
Il territorio di Cerello era nell'[[XIX secolo|Ottocento]] un latifondo di proprietà della famiglia Casnati, la quale, oltre al possesso di un'ampia corte rurale nella piazza del centro abitato, fece erigere in loco la chiesa di [[Vincenzo di Saragozza|San Vincenzo]], dapprima come cappella privata e successivamente come luogo aperto anche ai contadini che lavoravano in quelle terre.
Nel [[1859]], durante la [[Battaglia di Magenta]], a Cerello si accampò la divisione di cavalleria del felmaresciallo luogotenente conte [[Alessandro di Mensdorff]], futuro Primo Ministro e Ministro degli Esteri dell'Impero austro-ungarico, il quale si distinse in paese come modello di militare-gentiluomo, riuscendo a farsi benvolere dalla popolazione locale.<ref>Balzarotti Andrea, ''Castellazzo de' Stampi - Volti di un borgo tra storia e natura'', Amministrazione Comunale di Corbetta, Tipolitografia Crespi, Corbetta, 2008</ref>
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