Gabria: differenze tra le versioni
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'''Gabria'''<ref>Cfr. il toponimo "Gabria" a p. 66 sull'''Atlante geografico Treccani'', vol I, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2008.</ref><ref name="IGM">Gabria in: [http://opac.isprambiente.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/jpg/cgip40a.jpg Carta geologica delle Tre Venezie – Gorizia, Foglio 40<sup>a</sup> della Carta d'Italia al 100.000 dell'Istituto Geografico Militare – Firenze 1951]</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.gov.si/arhiv/kataster/imgb/g/g082a03.jpg Gabria e il colle San Pietro – Catasto austriaco franceschino 1822] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> (in [[lingua slovena|sloveno]]: '''''Gaberje''''', in [[lingua tedesca|tedesco]] ''Gabria''<ref
La località , che si trova a 191.3 metri s.l.m. ed a 21.6 kilometri dal confine italiano, è situata sulle colline del [[Vipacco (fiume)|Vipacco]] (''Vipavski griči'') a 8.7 km dal capoluogo comunale.<br>
L'insediamento (''naselja'') è anche costituito dagli agglomerati di: ''Spodnji konec'', ''Jegno'', ''Plac'', ''Gornji konec'', ''Griža'', ''Uhajne'', ''Peganska vas'' e ''Drsalca''.
== Storia ==
La località fu abitata fin dalle epoche più antiche. Difatti, nei suoi pressi sorse un [[Cultura dei castellieri|castelliere]] [[Illiria|illirico]], e più tardi una fortificazione romana denominata ''Castra ad fluvium frigidum'' nelle fonti dell'epoca (''castra'', infatti, significa ''cittadella fortificata'', in [[lingua latina|latino]]), a pianta ovoidale e con funzione di caposaldo del [[vallum|vallo]] di difesa delle [[Alpi Giulie]] sulla strada [[Aquileia]] - Emona ([[Lubiana]]). Sono tuttora visibili qualche resto delle mura e delle torri del castro romano, sul quale sorge gran parte dell'abitato locale.
Dal 1920 al 1947 fece parte del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], inquadrato nella [[Provincia di Gorizia]] e fu comune autonomo fino al 1928 quando fu soppresso e aggregato a [[San Daniele del Carso]]<ref>R.D. 2 febbraio 1928, n. 219</ref>; passò poi alla Jugoslavia e quindi alla [[Slovenia]].▼
Dopo la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], e la parentesi del [[Regno ostrogoto]], a seguito della [[Guerra gotica (535-553)|Guerra gotica]] promossa dall'imperatore [[Giustiniano I]] entrò a far parte del [[Prefettura del pretorio d'Italia]] in mano ai [[Impero bizantino|bizantini]].<br />
Anche dopo la calata, nel [[568]], attraverso la [[Valle del Vipacco]] nell'Italia settentrionale dei [[Longobardi]], seguiti poi da popolazioni [[Slavi|slave]], rimase nell'[[Istria]] [[Impero bizantino|bizantina]].
Annientati i [[Longobardi]] nel [[781]], [[Carlo Magno]], [[re dei Franchi]], nel [[788]] occupò anche l'[[Istria]] [[Impero bizantino|bizantina]] inglobandola nel [[Regnum Italiae]].</br>
Nell'[[803]] venne istituita la ''Marchia Austriae et Italiae'' che comprendeva il Friuli, la Carinzia, la Carniola e l'Istria; l'Istria venne così a far parte della [[Marca del Friuli]] come ''comitatus'' o contea.</br>
Alla morte di [[Pipino d'Italia|Pipino]] nell'810, il territorio passò in mano al figlio [[Bernardo d'Italia|Bernardo]]<ref>[http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/2b/Carolingian_empire_814.svg Mappa dell'Impero carolingio all'ascesa di Ludovico I (814)]</ref><ref>[http://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/c/cb/Central_Europe%2C_814.jpg Mappa dell'Impero Carolingio con la Marca del Friuli nell'814] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140531090808/http://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/c/cb/Central_Europe%2C_814.jpg |data=31 maggio 2014 }} – The Historical Atlas by William R. Shepherd, 1923</ref>.<br />
Con la morte di [[Carlo Magno]] nell'[[814]] la carica imperiale passò a [[Ludovico il Pio|Ludovico I]]; questi, dopo aver deposto il nipote [[Bernardo d'Italia|Bernardo]], affidò poi il [[Regno d'Italia (781-1014)|Regno d'Italia]] al suo primogenito [[Lotario I|Lotario]], il quale già nell'[[828]] (dopo aver deposto [[Balderico del Friuli|Baldrico]], ultimo duca del Friuli, per non aver saputo difendere le frontiere orientali dagli Slavi) divise la parte orientale del Regno, in quattro contee (divenute poi [[Marca_(circoscrizione)|marche]]): [[Marca_di_Verona|Verona]], [[Marca_del_Friuli|Friuli]], Carniola e [[Marca_d'Istria|Istria]] (comprendente il Carso e parte della [[Carniola interna]]). Da allora le contee del Friuli e dell'Istria vennero conglobate nella nuova “marca d'Aquileia”, come parte del Regno d'Italia.
In seguito al [[Trattato di Verdun]], nell'[[843]], il suo territorio entrò a far parte della [[Francia Media]]<ref>[http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/42/Partage_de_l'Empire_carolingien_au_Traité_de_Verdun_en_843.JPG la ''Francia Media'' (con l'Italia) (in verde) nell'impero carolingio con le tre principali suddivisioni dell'anno 843]</ref> in mano a [[Lotario I]] e più specificatamente dall'[[846]] della [[Marca del Friuli]], in mano al marchese [[Eberardo del Friuli|Eberardo]] a cui succedettero prima il figlio [[Unroch del Friuli|Urnico]] e poi l'altro figlio [[Berengario del Friuli|Berengario]]; anche dopo i trattati di [[Trattato di Prüm (855)|Prüm]] e [[Trattato di Meerssen|Meerssen]] rimase nel ''Regnum Italicum''.
Cessato il dominio franco con la deposizione di [[Carlo il Grosso]], [[Berengario del Friuli|Berengario]], divenuto re d'Italia, passò il marchesato aquileiese al suo vassallo [[Vilfredo (Marchese del Friuli)|Vilfredo]] che venne poi nell'[[895]] da lui nominato marchese del Friuli e dell'Istria.
Nel 952 l'imperatore [[Ottone_I_di_Sassonia|Ottone I]] obbligò il re d'Italia [[Berengario_II_d'Ivrea|Berengario II]] a rinunciare alle contee "Friuli et Istria" subordinandole al [[Ducato di Baviera]] tenuto dal suo fratellastro [[Enrico_I_di_Baviera|Enrico I]]; nel [[976]] passò al [[Ducato di Carinzia]]<ref>La valle del Vipacco nella Marca d'Istria (Mgft. Histria) all'interno della [https://it.wikipedia.org/wiki/Ducato_di_Carinzia#/media/File:Bajovaria_1000AD.png Ducato di Carinzia intorno all'anno 1000] - ritaglio della mappa ''Heiliges Römisches Reich um 1000'', Allgemeiner historischer Handatlas, Gustav Droysen</ref> appena costituito dall'imperatore [[Ottone II di Sassonia|Ottone II]].
Nel [[1077]] passò al [[Patriarcato di Aquileia|Principato ecclesiastico di Aquileia]] e poi ai [[Contea di Gorizia|Conti di Gorizia]]<ref name="Cappellaris">Gabria in: [https://teca.bncf.firenze.sbn.it/ImageViewer/servlet/ImageViewer?idr=BNCF0003493691 ''Carta delle Contee di Gorizia, di Gradisca, Distretto di Trieste e del Friuli veneto, dedicata all'Imperiale Regia Società d'Agricoltura delle medesime Contee nuovamente misurata e disegnata dal cesareo regio provincial Ingegnere Giannantonio Cappellaris, in Venezia per P. Santini, 1780''], Carta 1.2</ref>, in quanto "''[[Avvocazia|advocati]]''" del patriarca, che acquisirono gradualmente una larga parte di tali territori, frazionati in feudi minori fra i loro ministeriali, i veri e propri strumenti di governo comitale sul [[Carso]]<ref>S. Rutar, ''Završniška gospoščina na Krasu'', in ''Izvestjia Muzejska društva za Kranisko'', letnik V (1895), pp. 127 : si attesta la donazione da parte dell'imperatore [[Corrado II]] al [[Patriarcato di Aquileia|patriarca di Aquileia]] [[Poppone di Carinzia|Poppone]] di tutto il territorio carsico (''totam Carsiam'') per aver respinto nel 1028 gli ungheresi che erano penetrati nella [[Carniola]]</ref> e la vicina [[Istria]]<ref>P. Štih., ''op. cit.'', pp. 23-24; 78; P. Štih. ''Il posto dei ministeriali nell'organizzazione e nell'amministrazione dei conti di Gorizia'' in ''La contea di Gorizia nel Medioevo'', a cura di S. Tavano, Gorizia 2002, p. 95.</ref>.
Con il [[trattato di Schönbrunn]] ([[1809]]) entrò a far parte delle [[Province Illiriche]].<br />
Col [[Congresso di Vienna]] nel [[1815]] tornò in mano asburgica nel [[Regno d'Illiria]] come comune autonomo<ref name="franceschino"/>.
Dopo la prima guerra mondiale fu annesso al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], venendo provvisoriamente assegnato alla [[Provincia di Gorizia (1919-1923)|provincia di Gorizia]].<br />
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==Alture principali==
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