Brigate Matteotti: differenze tra le versioni
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|Didascalia =
|Nazione = [[Italia]]
|Ruolo = Sconfitta dei paesi dell'[[Potenze dell'Asse|Asse]] e dei [[nazifascismo|nazifascisti]]
|Descrizione_ruolo = Obiettivo
|Servizio = [[Partito Socialista Italiano|Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria]]
|Tipo = [[Brigate partigiane]]
|Battaglie = [[Seconda guerra mondiale]]
|Descrizione_struttura_di_comando =
|Struttura_di_comando = [[Corpo Volontari della Libertà]]
|Descrizione_reparti_dipendenti =
|Reparti_dipendenti =
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== Storia ==
=== La genesi ===
Le Brigate Matteotti possono considerarsi eredi ideali dell'omonimo battaglione, nato nel dicembre [[1936]] da una scissione della [[Colonna Italiana]], che, costituitosi il 17 agosto 1936, aveva combattuto nella [[Guerra civile spagnola]] contro le forze [[Franchisti|franchiste]]. Tale scissione fu determinata dal rifiuto dell'ala [[Anarchismo|anarchica]] di accettare come ufficiale [[Ottorino Orlandini]], antifascista cattolico; nel nuovo ''Battaglione Matteotti'' erano quindi confluiti i militanti repubblicani, [[Comunismo|comunisti]] e di ''[[Giustizia e Libertà]]'' e nomi di spicco quali [[Libero Battistelli]], Angelo Monti e [[Ottorino Orlandini]]<ref>{{cita web|url=http://www.geocities.com/soho/den/7257/numero3/antg3.html|titolo=da ''LA RISVEGLIA''
Nella [[Resistenza Italiana]], sin dal 9 settembre [[1943]] erano attive, a [[Roma]] e nel [[Lazio]], alcune ''"squadre" Matteotti'', poi riorganizzate in ''Brigata Matteotti'' al comando di [[Giuseppe Gracceva]] ed alle dipendenze di [[Giuliano Vassalli]], membro della Giunta militare centrale del [[CLN]]<ref name=Roma>{{cita libro|Davide| Conti|Le brigate Matteotti a Roma e nel Lazio|2006|Edizioni Odradek|Roma|isbn=88-86973-75-6}} - Vedi anche [http://www.anpi.it/media/uploads/patria/2008/3/42-44_LIBRI.pdf Recensione dell'ANPI].</ref>.
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:In seguito, le Brigate Matteotti romane subiranno forti perdite: il 3 aprile [[1944]] sono arrestati [[Giuliano Vassalli]] e il comandante [[Giuseppe Gracceva]]; reclusi a Via Tasso, saranno entrambi torturati e condannati a morte. Il 26 maggio, [[Eugenio Colorni]] è assassinato da un fascista della [[banda Koch]]. Dopo l'arresto di Buozzi e Vassalli e l'[[Eccidio delle Fosse Ardeatine]], Malfatti rimane l'unico comandante superstite operativo della colonna socialista romana del movimento partigiano.
:Il 3 giugno, mentre gli alleati si accingono ad entrare da sud nella Capitale, i tedeschi in fuga caricano due camion di prigionieri di [[Via Tasso]] per deportarli in Germania. Giuliano Vassalli scampa alla deportazione per intercessione del [[Città del Vaticano|Vaticano]]<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/11/Giuliano_Vassalli_cosi_Karl_Hass_co_0_97061115901.shtml Dichiarazioni di Giuliano Vassalli al Processo Priebke].</ref>. Gracceva e i passeggeri del primo camion si salvano perché l'automezzo è guasto e non parte<ref name="Tompkins">Peter Tompkins, ''Una spia a Roma'', Il Saggiatore, Milano, 2002, pagg. 358-359.</ref>. Sul secondo camion ci sono 14 prigionieri, in gran parte socialisti<ref>Facevano parte delle formazioni Matteotti: Borjan Frejdrik del Comando militare, Luigi Castellani, Libero De Angelis e Alberto Pennacchi.</ref>; il convoglio pernotta [[Eccidio di La Storta|nei pressi di La Storta]], sulla Via Cassia. Il giorno dopo, i tedeschi li portano in una zona cespugliosa e li uccidono con un colpo di pistola alla testa. Tra gli assassinati anche [[Bruno Buozzi]], leader sindacale socialista<ref name="Tompkins"/>.
* In '''Piemonte''': l'offensiva su [[Cuorgnè]], nei primi giorni di giugno 1944, in cui cadde la medaglia d'oro [[Italo Rossi (partigiano)|Italo Rossi]]; l'attacco a reparti paramilitari della [[Repubblica Sociale Italiana]] nei pressi di [[Pont Canavese]], in cui venne ferito il ministro fascista [[Alessandro Pavolini]]; lo scontro vittorioso sostenuto dalla divisione Marengo contro un contingente repubblicano a Cisterna d'Asti, a fianco di raggruppamenti appartenenti a [[Brigate Giustizia e Libertà|Giustizia e Libertà]] e alle [[Brigate Garibaldi|Brigate d'assalto Garibaldi]], la liberazione dei prigionieri politici rinchiusi nel carcere di [[Alba (Italia)|Alba]], operata il 23 marzo [[1945]] dalla XXI Brigata con un'azione temeraria divenuta leggendaria (le forze nazi-fasciste presenti in città erano di gran lunga superiori per numero e armamento); la lotta urbana per la liberazione di Torino, sostenuta dalla ''Bruno Buozzi'' che si affiancò alle altre formazioni partigiane piemontesi (Brigate d'assalto Garibaldi, GL, Brigate Autonome, Brigate cattoliche ecc.) nelle ultime fasi di guerra.
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