Achille Papa: differenze tra le versioni

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fece e non fecce
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=== Prima guerra mondiale ===
==== Sulle Dolomiti e sull'Isonzo ====
Dopo l'entrata in guerra il reggimento alle dipendenze della 4ª Armata del generale [[Luigi Nava]] si spostò in [[Val Cordevole|Alta Val Cordevole]] e partecipò alle azioni offensive dell'estate/autunno 1915 nella zona del [[Col di Lana]] e [[Sass de Stria|Sasso di Stria]]. In quel periodo Papa non risparmiò critiche in confronto alle strategie applicate, e cioè di attaccare le linee avversarie senza una dettagliata ricognizione e senza speranza di successo, soffrendo al contempo perdite consistenti. Proprio sul Col di Lana fu testimone di questi attacchi, condotti sotto il comando di [[Peppino Garibaldi]]. Già in questa prima fase della guerra vide l'importanza del legame tra comandanti e truppa e si occupò costantemente a ridurre i disagi dei soldati, chiedendo ad esempio ai comandi superiori una adeguata fornitura di vestiario invernale, inoltre feccefece riposare regolarmente le sue truppe nelle retrovie.<ref>{{Cita|Campostrini 2014|p. 23-37}}</ref>
 
Il 30 novembre 1915 gli fu assegnato il comando della [[Brigata Liguria]] schierata sull'[[Isonzo]] nella zona del [[Monte Nero (Alpi Giulie)|Monte Nero]] tra [[Caporetto]] e [[Tolmino]]. Dopo un breve periodo di riposo a [[Treviso]] dalla sua famiglia iniziò il nuovo incarico ai primi di dicembre. Questo passaggio avvenuto comportò in automatico la promozione a [[generale]], formalizzata poi nel marzo 1916. Il suo compito nell'inverno 1915/16 fu il riordino della brigata, in parte colpita da una epidemia di [[colera]], e il rafforzamento delle postazioni. Durante il periodo che trascorse con la Liguria sull'Isonzo svolse anche la funzione di comandante di piazza di Caporetto e di sindaco. Si curò particolarmente della popolazione civile rimasta e costruì un ricreatorio con una scuola per i bambini di strada chiedendo aiuti finanziari anche ai suoi amici e conoscenti.<ref>{{Cita|Campostrini 2014|p. 44-60}}</ref><ref>{{Cita|Martinelli 1989|p. 50-56}}</ref>