Etiopia: differenze tra le versioni
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|stato precedente =[[File:Flag of Ethiopia (1987–1991).svg|20px|border]] [[Repubblica Popolare Democratica d'Etiopia]]
}}
}}L'<nowiki/>'''Etiopia''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/eˈtjɔpja/|it}}<ref>{{DOP|id=61083|lemma=Etiopia}}</ref>; in [[lingua amarica|amarico]] ኢትዮጵያ? ,'''Ītyōṗṗyā'' {{Link audio|Ityopya.ogg}}), ufficialmente denominata '''Repubblica federale democratica dell'Etiopia''' (የኢትዮጵያ ፌዴራላዊ ዲሞክራሲያዊ ሪፐብሊክ, ''ye-Ītyōṗṗyā Fēdēralāwī Dīmōkrāsīyāwī Rīpeblīk'' {{Link audio|Ye_Ityopya_Federalawi_Dimokrasiyawi_Ripeblik.ogg}}), è uno Stato situato nel [[Corno d'Africa]] con una popolazione di 102,3 milioni di abitanti e capitale [[Addis Abeba]].▼
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Confina a nord con l'[[Eritrea]], a nord-est con [[Gibuti]], ad est con la [[Somalia]], ad ovest con il [[Sudan]] e il [[Sudan del Sud|Sud Sudan]] e a sud con il [[Kenya]]. Priva di [[Stato senza sbocco al mare|sbocchi sul mare]], occupa una superficie totale di {{formatnum:1100000}} chilometri quadrati.<ref name="CIA">{{Cita web|titolo=Ethiopia|url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/et.html|sito=The World Factbook|editore=CIA|accesso=18 gennaio 2013}}</ref>
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|didascalia2 = Mappa dell'Eritrea ed Etiopia nel 1896.<ref>Meyers Konversations Lexikon</ref>
}}
L'Etiopia, nella sua forma più moderna, ebbe inizio con il regno di [[Menelik II]], imperatore dal [[1889]] fino alla sua morte nel [[1913]]. Dalla sua base nella provincia centrale della [[Scioà]], Menelik decise di annettere all'Etiopia i territori del sud-est e sud-ovest,<ref>{{Cita pubblicazione| doi = 10.1080/01436599814415|titolo= Regionalism and democracy in Ethiopia|rivista= Third World Quarterly|volume= 19|numero= 2|pp= 191|anno= 1998|cognome1= Young |nome1= J. }}</ref> abitati dagli [[oromo]], dai [[Sidama|sidamo]], dai [[guraghé]], dai wolaytae e da altri gruppi.<ref name=igg
Durante il suo regno, Menelik II realizzò molte innovazioni: costruì strade, distribuì l'elettricità, diffuse l'istruzione, sviluppò un sistema di tassazione centrale e fondò la città di [[Addis Abeba]], che nel [[1881]] divenne la capitale della provincia di Scioà e nel 1889, dopo la salita al potere dell'Imperatore, la nuova capitale dell'Etiopia. Dal 1888 al 1892 l'Etiopia subì una grande carestia.<ref>[http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,966291-3,00.html Famine Hunger stalks Ethiopia once again – and aid groups fear the worst]. ''Time''. 21 December 1987</ref><ref>{{Cita pubblicazione| doi = 10.1093/jhmas/XXI.2.95|titolo= The Great Ethiopian Famine of 1888–1892: A New Assessment|rivista= Journal of the History of Medicine and Allied Sciences|numero= 2|pp= 95|anno= 1966|cognome1= Pankhurst |nome1= R. }}</ref>
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{{Vedi anche|Guerra d'Etiopia}}
[[File:ETH-BIB-Kaiser Haile Selassie I. zu Pferd an einer Parade-Abessinienflug 1934-LBS MH02-22-0402.tif|thumb|left|L'imperatore [[Hailé Selassié]] nel 1934.]]
In seguito alla morte di Menelik II, divenne reggente d'Etiopia il nipote [[Ligg Iasù|Iasù V]],<ref>{{cita|Nicolosi|p. 263.}}</ref> ma non fu mai incoronato e, a causa delle sue simpatie musulmane, fu detronizzato tre anni dopo, in seguito al suo tentativo di spostare la capitale nella [[regione di Harar]], a maggioranza islamica.<ref name="Beltrami
[[File:Italian East Africa map 1936.jpg|thumb|Mappa dell'[[Africa Orientale Italiana]] nel 1936.]]
In seguito all'[[incidente di Ual Ual]] del dicembre 1934, il Regno d'Italia il 3 ottobre 1935 attaccò dall'Eritrea e dalla [[Somalia italiana]] l'Impero d'Etiopia. Hailé Selassié si appellò alla Società delle Nazioni, che deliberò delle [[Sanzioni economiche all'Italia fascista|sanzioni economiche contro l'Italia]];<ref>{{cita|Beltrami|pp. 254-256.}}</ref> l'Imperatore fu quindi nominato [[Persona dell'anno]] dal ''[[Time]]'', acquistando notorietà in tutto il mondo.<ref>{{cita news|url=http://content.time.com/time/covers/0,16641,19360106,00.html|titolo=Man of the Year|editore=TIME|data=6 gennaio 1936|accesso=4 settembre 2017}}</ref> Il comando dell'esercito italiano fu affidato al generale [[Pietro Badoglio]], che riuscì a sconfiggere la resistenza degli etiopi utilizzando in alcuni casi anche [[armi chimiche]];<ref>{{cita|Beltrami|pp. 257-258.}}</ref> il 2 maggio Hailé Selassié partì in esilio volontario per la [[Gran Bretagna]] e tre giorni dopo Badoglio entrò nella capitale [[Addis Abeba]]; l'8 maggio il generale [[Rodolfo Graziani]] espugnò la regione di Harar e il giorno seguente [[Mussolini]] annunciò la nascita dell'Impero, di cui si proclamò Fondatore, mentre il [[re d'Italia|re]] [[Vittorio Emanuele III]] assunse il titolo di Imperatore d'Etiopia.<ref name="Beltrami
Ciò nonostante, numerosi ras, tra i quali [[Immirù Hailé Selassié]], non si sottomisero e continuarono a combattere attraverso una efficace guerriglia, nonostante le dure azioni repressive di risposta delle forze italiane.<ref>{{cita|Beltrami|pp. 266-267.}}</ref> L'episodio più significativo si verificò in seguito al fallito attentato al governatore Graziani del 19 febbraio del 1937, in cui morirono sette persone e ne furono ferite oltre cinquanta:<ref>{{cita|Del Boca|p. 83}}</ref> la repressione dei tre giorni seguenti, nota come [[strage di Addis Abeba]], provocò la morte di migliaia di abitanti della capitale e, a [[Massacro di Debre Libanos|Debre Libanos]], di centinaia di monaci del [[Debre Libanos|monastero]].<ref>{{cita|Beltrami|p. 269.}}</ref> Di conseguenza si accesero qua e là nel paese altri focolai di rivolta contenuti a fatica; solo con la sostituzione di Graziani con il principe [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo duca d'Aosta]] affiancato dal nuovo vicegovernatore [[Guglielmo Nasi]], venne impostato un approccio più morbido e realistico nei confronti dei patrioti ribelli, che consentì agli italiani di stringere una serie di accordi con alcuni notabili locali, senza tuttavia riuscire a stroncare la resistenza che proseguì in varie zone della nazione;<ref>{{cita|Beltrami|p. 271.}}</ref> una discreta tregua fu raggiunta solo intorno alla metà del 1939, quando le principali vie di comunicazione e la maggioranza delle località dell'Etiopia passarono sotto il completo controllo italiano.<ref>{{cita|Beltrami|p. 278.}}</ref>
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Nel frattempo il governo italiano pianificò una serie di lavori pubblici in tutto il Paese, tra cui il [[piano regolatore di Addis Abeba del 1938]], ma molte opere non furono completate o neppure avviate a causa dell'entrata dell'Italia nella [[seconda guerra mondiale]]<ref>{{cita|Beltrami|pp. 274-276.}}</ref> il 10 giugno del 1940; 13 giorni dopo Hailé Selassié partì per [[Khartum]], per dimostrare il suo sostegno ai patrioti etiopi. Sempre negli anni precedenti la guerra, furono varati piani per la colonizzazione agricola del territorio: un esempio è la creazione, nel [[1937]], dell'Ente di colonizzazione "Romagna di Etiopia", il cui primo presidente fu l'ingenere [[Forlì|forlivese]] [[Arnaldo Fuzzi]]: si trattava di costituire piccole proprietà agrarie nella zona dell'Asmara, affidandole a coltivatori di origina romagnola. L'Ente fu definitivamente chiuso nel [[1959]].<ref>[http://search.acs.beniculturali.it/OpacACS/authority/IT-ACS-SP00001-00000429 ''Ente colonizzazione Romagna d'Etiopia'']</ref>
Nel corso della [[campagna dell'Africa Orientale Italiana]], le forze britanniche insieme ai combattenti etiopi ''[[arbegnuoc]]'' riuscirono a riconquistare il Paese e Hailé Selassié rientrò ad Addis Abeba il 5 maggio del 1941.<ref>{{cita|Beltrami|p. 310.}}</ref> La nazione fu quindi liberata dalle forze militari britanniche e Hailé Selassié tornò alla guida dell'Impero, seppur inizialmente limitato nei poteri in base al trattato anglo-etiope del 1942,<ref name="Shinn
L'Eritrea divenne una regione autonoma federata dell'Etiopia in base alla risoluzione 390 del [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]] del 2 dicembre 1950, ma nel 1962 fu annessa per decisione unilaterale di Hailé Selassié; ciò scatenò l'avvio della trentennale [[Guerra d'indipendenza dell'Eritrea|guerra per l'indipendenza]] condotta dal [[Fronte di Liberazione Eritreo]] e, dal 1973, dal [[Fronte di Liberazione del Popolo Eritreo]].<ref name="Centro
L'Imperatore proseguì negli anni l'opera di modernizzazione del Paese e soprattutto della capitale Addis Abeba; incaricò vari architetti occidentali della progettazione di nuovi edifici governativi e, in continuità col piano regolatore italiano, dell'estensione della rete viaria cittadina.<ref>{{cita|Levin|pp. 447-450.}}</ref> Nel 1963 Hailé Selassié svolse un ruolo di primo piano nella fondazione dell'[[Organizzazione dell'unità africana]], con sede ad Addis Abeba.<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/unione-africana_%28Dizionario-di-Storia%29/|titolo=Unione Africana|sito=www.treccani.it|accesso=6 settembre 2017}}</ref> Ciò nonostante, il potere rimase sempre fortemente accentrato nelle sue mani e il Paese non riuscì a uscire dall'organizzazione di stampo feudale; per questo un primo tentativo di [[colpo di Stato]] si verificò nel 1960, ma dopo tre giorni la ribellione ebbe termine.<ref name="
Nel 1973 la [[Crisi energetica (1973)|crisi energetica mondiale]] e la forte carestia che colpì l'Etiopia causando circa {{formatnum:100000}} morti, unite al malcontento della classe media e all'incertezza sulla successione al trono, esasperarono la popolazione, che nel mese di febbraio dell'anno seguente iniziò i primi scioperi<ref name="
=== Dittatura del Derg (1974-1991) ===
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{{Vedi anche|Guerra civile in Etiopia|Terrore rosso (Etiopia)}}
[[File:EPRP.jpg|thumb|[[Fronte Democratico Rivoluzionario del Popolo Etiope|Partito Rivoluzionario del Popolo Etiope]] (EPRP) che si scontrò con il [[Derg]] durante il [[Terrore rosso (Etiopia)|Terrore Rosso]].]]
Nonostante i tentativi di sedare le rivolte da parte dell'Imperatore, il 12 settembre 1974 scoppiò la [[Guerra civile in Etiopia|guerra civile]], condotta dal [[Derg]], giunta militare di stampo [[marxista-leninista]], che depose Hailé Selassié<ref>{{Cita|Valdes Vivo|p. 25.}}</ref> e incoronò al suo posto il figlio [[Amhà Selassié]]. Tuttavia, il 12 marzo del 1975 il Consiglio d'amministrazione militare provvisorio proclamò la fine del regime imperiale,<ref>{{cita|Shinn, Ofcansky|p. 55.}}</ref> trasformando l'Etiopia in uno [[Stato comunista]]. Hailé Selassié, imprigionato nel [[palazzo di Menelik II]], morì il 27 agosto di quell'anno, probabilmente soffocato con un cuscino.<ref name="
Nella lotta interna tra le diverse fazioni del Derg, prevalse nel 1977 quella più radicale guidata dal maggiore [[Menghistu Hailè Mariàm]], che, sostenuto dall'[[Unione Sovietica]], divenne il leader incontrastato eliminando tutti gli oppositori e instaurando il cosiddetto [[Terrore rosso (Etiopia)|Terrore Rosso]],<ref name="Giovagnoli
Nel frattempo nel 1977 la [[Somalia]] [[guerra dell'Ogaden|invase la regione dell'Ogaden]], abitata da somali ma appartenente all'Etiopia, che contrattaccò con l'aiuto militare di una coalizione comprendente URSS, [[Cuba]], [[Yemen del Sud]], [[Repubblica Democratica Tedesca]] e [[Corea del Nord]], tra cui l'invio di {{formatnum:15000}} truppe da combattimento cubane;<ref>{{Cita libro|cognome=Dagne|nome=Haile Gabriel|titolo=The commitment of the German Democratic Republic in Ethiopia: a study based on Ethiopian sources|editore=Lit; Globalanno=2006|città=Münster, London|isbn=978-3-8258-9535-8}}</ref> gli scontri proseguirono fino alla firma del trattato di pace nel 1988.<ref>{{cita|Centro Studi Internazionali|p. 5.}}</ref>
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=== Repubblica federale Democratica (1991-presente) ===
[[File:Meles Zenawi - World Economic Forum Annual Meeting 2012.jpg|thumb|left|upright|[[Meles Zenawi]], primo ministro dal [[1995]] al [[2012]].]]
In seguito alla cacciata di Menghistu Hailè Mariàm, fu istituito un governo di transizione composto da un Consiglio di 87 membri e guidato da una carta nazionale quale costituzione provvisoria e di transizione.<ref>{{cita|Lyons|pp. 121-123.}}</ref> Si concluse inoltre la guerra con l'Eritrea, che nel 1993 si costituì come Stato indipendente con l'approvazione del Fronte di Liberazione del Tigrè guidato da [[Meles Zenawi]].<ref name="Centro
Nel 1994 fu promulgata la nuova costituzione, con la formazione di un parlamento bicamerale e di un nuovo sistema giudiziario. La prima elezione formalmente pluripartitica si svolse nel maggio 1995 e comportò l'elezione di Meles Zenawi come primo ministro e [[Negasso Gidada]] come presidente.<ref>{{cita|Lyons|pp. 131-132.}}</ref>
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Nel [[2004]] il governo diede avvio al piano di ricollocamento di circa due milioni di persone dagli altopiani aridi dell'est verso le regioni dell'ovest, allo scopo di diminuire la scarsità di cibo.<ref>{{cita news|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/in_pictures/3640227.stm|titolo=In Pictures: Ethiopia's great resettlement|pubblicazione=news.bbc.co.uk|data=22 aprile 2004|accesso=13 settembre 2017|lingua=en}}</ref>
Il 15 maggio 2005 si svolsero le [[Elezioni parlamentari in Etiopia del 2005|prime vere elezioni multipartitiche]], ma furono segnalate gravi irregolarità dall'organismo di controllo indipendente [[Carter center]] e dagli altri osservatori internazionali e i partiti di opposizione denunciarono brogli.<ref name="Risoluzione
[[File:Hailemariam Desalegn - Closing Plenary- Africa's Next Chapter - World Economic Forum on Africa 2011.jpg|thumb|upright|[[Haile Mariam Desalegn]], primo ministro dal [[2012]] al [[2018]].]]
Nelle successive [[Elezioni parlamentari in Etiopia del 2010|elezioni legislative del 2010]], il partito di Meles Zenawi vinse ancora accaparrandosi oltre il 90 % dei voti; profonde irregolarità, brogli e intimidazioni furono però denunciati dalle forze di opposizione e dagli osservatori internazionali.<ref>{{cita news|url=http://www.ilpost.it/2010/05/27/etiopia-proteste-contro-i-risultati-delle-elezioni/|titolo=Etiopia: proteste contro i risultati delle elezioni|pubblicazione=www.ilpost.it|data=27 maggio 2010|accesso=7 settembre 2017}}</ref><ref>{{cita news|autore=Antonella Napoli|url=http://www.limesonline.com/etiopia-un-voto-contestato/13206|titolo=Etiopia: un voto contestato|pubblicazione=www.limesonline.com|data=10 giugno 2010|accesso=7 settembre 2017}}</ref>
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Il primo ministro Meles Zenawi morì improvvisamente il 20 agosto 2012 a [[Bruxelles]]<ref>{{cita news|titolo=Ethiopian Prime Minister Meles has died: state television |url=http://www.reuters.com/article/2012/08/21/us-ethiopia-meles-idUSBRE87K04K20120821|editore=Reuters|data=21 agosto 2012|accesso=7 settembre 2017|lingua=en}}</ref> e il suo vice [[Haile Mariam Desalegn]] ne assunse il ruolo per i tre anni successivi.<ref>{{cita news|autore=Richard Lough|titolo=Ethiopia acting PM to remain at helm until 2015|url=http://www.reuters.com/article/2012/08/22/us-ethiopia-meles-leader-idUSBRE87L0B820120822|editore=Reuters|data=22 agosto 2012|accesso=7 settembre 2017|lingua=en}}</ref>
[[File:Abiy.jpg|thumb|left|Il primo ministro [[Abiy Ahmed Ali]]]]
Le [[Elezioni parlamentari in Etiopia del 2015|elezioni parlamentari del 2015]] confermarono ancora il partito del premier Haile Mariam Desalegn, che ottenne il 100 % dei seggi; intimidazioni furono denunciate dagli osservatori internazionali, mentre molti dei rappresentanti dei partiti di opposizione furono arrestati, quando ancora vari prigionieri di coscienza si trovavano in carcere dalle elezioni di 10 anni prima; le manifestazioni di protesta furono duramente represse dalle forze di sicurezza, che provocarono almeno 140 morti, parecchie centinaia di feriti e numerosissimi arresti anche tra i giornalisti.<ref name="Risoluzione
Tra il 2016 e il 2017, probabilmente come conseguenza del [[El Niño|Niño]],<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/solidarieta/cibo-e-ambiente/2017/02/02/news/corno_d_africa_milioni_di_persone_devono_affrontare_carenza_di_cibo-157432640/|titolo=Corno d'Africa, milioni di persone fuggono per non affrontare la carenza di cibo|pubblicazione=www.repubblica.it|data=2 febbraio 2017|accesso=7 settembre 2017}}</ref> una nuova carestia colpì pesantemente l'Etiopia e i Paesi adiacenti, peggiorata dalla [[guerra in Somalia]] e dai mancati aiuti governativi.<ref>{{cita news|autore=Anna Maria De Luca|url=http://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2017/04/24/news/carestia-163794793/|titolo=Carestia, Sud Sudan, Corno d'Africa e Lago Chad: è la fame per 30 milioni di persone|pubblicazione=www.repubblica.it|data=24 aprile 2017|accesso=7 settembre 2017}}</ref>
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[[File:Ethiopia, Trends in the Human Development Index 1970-2010.png|thumb|left|Valutazione dell'Etiopia [[indice di sviluppo umano]] 1970-2010.]]
[[File:Ethiopian Commercial Bank Addis Abeba.jpg|thumb|[[Banca nazionale d'Etiopia|Commercial Bank of Ethiopia]] in [[Addis Abeba]].]]
Secondo il [[Fondo monetario internazionale]], l'Etiopia è una delle economie in più rapida crescita economica al mondo: il 10% dal [[2004]] al [[2009]]. L'Etiopia è l'economia africana in più rapida crescita non dipendente dal petrolio negli anni 2007 e 2008.<ref>{{cita web |url=http://www.ice.it/paesi/pdf/etiopia.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=25 giugno 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150626110534/http://www.ice.it/paesi/pdf/etiopia.pdf |dataarchivio=26 giugno 2015 }}</ref> La crescita nel 2012 è stata del 7%<ref name="Outlook
=== Agricoltura ===
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| 2013 || 93.8 ||>10.9
|}
La popolazione etiope è cresciuta dai 33,5 milioni del 1983-1987 ai 90 milioni nel 2014.<ref>name="Federal Demographic Republic of Ethiopia
=== Etnie ===
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Tra i gruppi non autoctoni stranieri si segnalano [[yemen]]iti, [[india]]ni, [[armeni]], [[greci]], [[italiani]] e, singolarmente, una piccola comunità di [[Rastafarianesimo|rastafariani]] provenienti dalla [[Giamaica]]. Nel paese è presente anche una piccola comunità di immigrati italiani stabilitisi in Etiopia anche dopo il 1941.<ref>{{cita news|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/1639646.stm|autore=Nita Bhalla|titolo=The town that Rastafarians built|editore=BBC News|data=5 novembre 2001|accesso=7 aprile 2010}}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.ethiopianembassy.org/population.shtml |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080130033851/http://www.ethiopianembassy.org/population.shtml |dataarchivio=30 gennaio 2008 |lingua=en |editore=Ambasciata d'Etiopia a Washington}}</ref>
Nel 2009, l'Etiopia ha ospitato una popolazione di rifugiati e richiedenti asilo di circa 135.200 persone. La maggior parte di queste è giunta da [[Somalia]] (circa 64.300 persone), [[Eritrea]] (41.700) e [[Sudan]] (25.900).<ref name="World
=== Lingue e dialetti ===
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L'Islam in Etiopia risale alla fondazione della religione nel [[615]], quando un gruppo di musulmani, su consiglio del profeta [[Maometto]], fuggì in Etiopia, nazione allora governata da [[Aṣḥama ibn Abjar|Sahama]], un imperatore di Axum riconosciuto come un pio cristiano,<ref name="Ofcansky" /> a causa delle persecuzioni subite a [[La Mecca]]. Un piccolo gruppo antico di [[ebrei]] vive nel nord-ovest dell'Etiopia anche se la maggior parte è immigrata in Israele, soprattutto nel corso degli ultimi decenni del XX secolo come parte delle missioni di salvataggio del governo israeliano ([[Operazione Mosè]] e [[Operazione Salomone]]).<ref>{{Cita web|url=https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Judaism/ejhist.html |titolo=The History of Ethiopian Jews |editore=Jewishvirtuallibrary.org |accesso=16 marzo 2009}}</ref><ref>Weil, Shalva (2011) [http://www.isn.ethz.ch/isn/Current-Affairs/ISN-Insights/Detail?ord538=grp1&ots591=eb06339b-2726-928e-0216-1b3f15392dd8&lng=en&id=129480&contextid734=129480&contextid735=129244&tabid=129244 "Operation Solomon 20 Years On"], International Relations and Security Network (ISN). isn.ethz.ch</ref>
L'Operazione Salomone fu un'operazione segreta militare israeliana, avvenuta nel 1991, il cui obbiettivo era il trasporto aereo di ebrei etiopi in Israele. Secondo il censimento della popolazione nel 2007, circa {{formatnum:1957944}} persone in Etiopia erano seguaci di [[Religioni africane|fedi tradizionali]]. Altri {{formatnum:471861}} residenti praticano altre fedi.<ref name=2007Census
=== Urbanizzazione ===
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[[File:Gonder from the Goha hotel.jpg|thumb|[[Gondar]]]]
[[File:On The Road To Simien Mountains National Park, Ethiopia 1.jpg|thumb|Zona rurale nel [[Parco nazionale del Semien|Parco Nazionale del Semien]].]]
La crescita della popolazione, le migrazioni, l'urbanizzazione hanno reso sempre più difficile e complesso fornire alle persone i tradizionali servizi di base.<ref>Racin, L. (4 March 2008) [http://www.wilsoncenter.org/event/future-shock-how-environmental-change-and-human-impact-are-changing-the-global-map "Future Shock: How Environmental Change and Human Impact Are Changing the Global Map"]. Woodrow Wilson International Center for Scholars.</ref> L'urbanizzazione è in costante aumento, crescita che si è concentrata in due specifichi periodi. In primo luogo, nel 1967-1975, quando le popolazioni dei centri urbani si sono triplicate.<ref name="countrystudies1991">Ofcansky, T and Berry, L. "Ethiopia: A Country Study". Editied by Washington: GPO for the Library of Congress, 1991. [http://countrystudies.us/ethiopia Countrystudies.us]</ref> Il secondo periodo di crescita è avvenuto nel momento in cui le popolazioni rurali hanno iniziato a migrare verso i centri urbani in cerca di lavoro e di migliori condizioni di vita.<ref name="Accessed
{{Città principali
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[[File:Kenenisa Bekele Berlin 2009.jpg|thumb|left|[[Kenenisa Bekele]], detentore del record mondiale e olimpico record sia 5000m e 10000m.]]
{{Vedi anche|Ethiopian Premier League|Ethiopian Cup|Saint-George SA|Cotton Factory Club}}
Gli atleti etiopi si sono sempre distinti nelle [[Atletica leggera|discipline atletiche]] del [[Fondo (atletica leggera)|fondo e del mezzofondo]],<ref>{{Cita web|titolo=Ethiopian Olympic Committee|url=http://www.olympic.org/ethiopia|editore=International Olympic Committee|accesso=3 gennaio 2013}}</ref> con una tradizione che risale agli anni sessanta del secolo scorso grazie alle imprese del maratoneta [[Abebe Bikila]], vincitore nelle olimpiadi di [[Giochi della XVII Olimpiade|Roma 1960]] e [[Giochi della XVIII Olimpiade|Tokyo 1964]].<ref name="en
===Giochi olimpici===
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== Arte ==
Ricche e abbondanti sono anche l'arte e l'architettura religiosa, che riflettono la lunga [[storia del cristianesimo]] etiope. Le chiese e gli affreschi che si trovano al loro interno, testimoniano influenze [[Regno di Axum|axumite]], [[Impero bizantino|bizantine]] e [[Copti|copte]].<ref name="aecfederazione
=== Architettura ===
Intorno al [[I millennio a.C.|I millennio a.C]]. il regno di Axum subì influenze sudarabiche a cui si aggiunsero quelle [[asia]]tico-[[siria]]niche. A cavallo dell'era [[Cristo|cristiana]] si diffusero anche influenze indiane, si crearono templi rupestri isolati con motivi decorativi architettonici caratteristici, seguiti da elementi dell'arte [[Chiesa ortodossa copta|copta]].<ref name="M">Le muse, De Agostini, Novara, 1966, Vol.IV, paG.410-411</ref> L'arte etiopica si sviluppò sia nella fase medioevale, dal [[VII secolo]] al [[XVI secolo]], che in tempi più recenti. Nel primo periodo furono soprattutto le zone del nord e del centro del Paese a godere di un pregevole sviluppo architettonico, mentre il resto del Paese era impegnato in aspre lotte con le forze [[islam]]iche. La caratteristica principale dell'arte etiopica si riconosce nello sviluppo orizzontale, tipico degli edifici religiosi e civili, stile che si è differenziato tra le regioni nel paese. Il motivo ricorrente è antico, in quanto ricorda steli paleo-etiopiche, sia a sfondo religioso-funerario, sia a fini politici per esaltare il palazzo del re.<ref name="aecfederazione
=== Scultura ===
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