Etiopia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Annullata la modifica 104348303 di 5.171.105.255 (discussione)
Etichetta: Annulla
Annullata la modifica 104348406 di 151.48.201.214 (discussione)
Etichetta: Annulla
Riga 25:
|superficieOrdine = 27
|superficieAcqua = 0,7
|popolazioneTotale = 102.374.044<ref name="cia%252Egov.gov">{{cita web|url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/rankorder/2119rank.html#et}}</ref>
|popolazioneAnno = 2016<ref name="cia%252Egov.gov"/>
|popolazioneOrdine = 14
|popolazioneDensita = 76
Riga 38:
|PILAnno = 2016
|PILOrdine = 70
|PILprocapite = 795<ref name="gdp%2520pro%2520capita pro capita">{{cita web|https://tradingeconomics.com/ethiopia/gdp-per-capita|Ethiopia GDP per capita 1981-2017 - Trading Economy|1 agosto 2017}}</ref>
|PILprocapiteValuta = $
|PILprocapiteAnno = 2017
Riga 60:
|note = <references group="nota"/>
|stato precedente =[[File:Flag of Ethiopia (1987–1991).svg|20px|border]] [[Repubblica Popolare Democratica d'Etiopia]]
}}
}}L'<nowiki/>'''Etiopia''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/eˈtjɔpja/|it}}<ref>{{DOP|id=61083|lemma=Etiopia}}</ref>; in [[lingua amarica|amarico]] ኢትዮጵያ? ,'''Ītyōṗṗyā'' {{Link audio|Ityopya.ogg}}), ufficialmente denominata '''Repubblica federale democratica dell'Etiopia''' (የኢትዮጵያ ፌዴራላዊ ዲሞክራሲያዊ ሪፐብሊክ, ''ye-Ītyōṗṗyā Fēdēralāwī Dīmōkrāsīyāwī Rīpeblīk'' {{Link audio|Ye_Ityopya_Federalawi_Dimokrasiyawi_Ripeblik.ogg}}), è uno Stato situato nel [[Corno d'Africa]] con una popolazione di 102,3 milioni di abitanti e capitale [[Addis Abeba]].
 
}}L'<nowiki/>'''Etiopia''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/eˈtjɔpja/|it}}<ref>{{DOP|id=61083|lemma=Etiopia}}</ref>; in [[lingua amarica|amarico]] ኢትዮጵያ? ,'''Ītyōṗṗyā'' {{Link audio|Ityopya.ogg}}), ufficialmente denominata '''Repubblica federale democratica dell'Etiopia''' (የኢትዮጵያ ፌዴራላዊ ዲሞክራሲያዊ ሪፐብሊክ, ''ye-Ītyōṗṗyā Fēdēralāwī Dīmōkrāsīyāwī Rīpeblīk'' {{Link audio|Ye_Ityopya_Federalawi_Dimokrasiyawi_Ripeblik.ogg}}), è uno Stato situato nel [[Corno d'Africa]] con una popolazione di 102,3 milioni di abitanti e capitale [[Addis Abeba]].
 
Confina a nord con l'[[Eritrea]], a nord-est con [[Gibuti]], ad est con la [[Somalia]], ad ovest con il [[Sudan]] e il [[Sudan del Sud|Sud Sudan]] e a sud con il [[Kenya]]. Priva di [[Stato senza sbocco al mare|sbocchi sul mare]], occupa una superficie totale di {{formatnum:1100000}} chilometri quadrati.<ref name="CIA">{{Cita web|titolo=Ethiopia|url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/et.html|sito=The World Factbook|editore=CIA|accesso=18 gennaio 2013}}</ref>
Riga 142 ⟶ 144:
|didascalia2 = Mappa dell'Eritrea ed Etiopia nel 1896.<ref>Meyers Konversations Lexikon</ref>
}}
L'Etiopia, nella sua forma più moderna, ebbe inizio con il regno di [[Menelik II]], imperatore dal [[1889]] fino alla sua morte nel [[1913]]. Dalla sua base nella provincia centrale della [[Scioà]], Menelik decise di annettere all'Etiopia i territori del sud-est e sud-ovest,<ref>{{Cita pubblicazione| doi = 10.1080/01436599814415|titolo= Regionalism and democracy in Ethiopia|rivista= Third World Quarterly|volume= 19|numero= 2|pp= 191|anno= 1998|cognome1= Young |nome1= J. }}</ref> abitati dagli [[oromo]], dai [[Sidama|sidamo]], dai [[guraghé]], dai wolaytae e da altri gruppi.<ref name=igg%252F/> Le conquiste di Menelik, rese possibili grazie all'aiuto del ras Gobena Dache, shoano della milizia Oromo,<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Great Britain and Ethiopia 1897–1910: Competition for Empire |autore=Keefer, Edward C. |rivista=International Journal of African Studies |volume=6 |numero=3 |anno=1973 |p=470 |jstor=216612}}</ref> si diressero in particolare contro i sovrani feudali Oromo, che nel secolo precedente avevano dominato il Paese durante l'"Era dei principi"; la principale dinastia regnante era stata quella degli Yejju, alla quale erano appartenuti i ras Aligaz di Yejju e suo fratello Ali I di Yejju;<ref>Great Britain and Ethiopia 1897–1910: Competition for Empire Keefer, Edward C. International Journal of African Studies volume=6 issue=3 year=1973 page=470</ref><ref name="Kanno">{{Cita libro|cognome=Martial (de Salviac, père.)|nome=Ayalew Kanno|titolo=An Ancient People in the State of Menelik: The Oromo (said to be of Gallic Origin) Great African Nation|anno=2005|editore=Ayalew Kanno|isbn=1-59975-189-5|p=8|url=http://books.google.com/books?id=pZpyAAAAMAAJ}}</ref> era stato in particolare quest'ultimo il fondatore della città di [[Debre Tabor]] nella [[regione degli Amara]], capitale del Paese durante la dominazione della dinastia.<ref>{{Cita|Abir|p. 30}}.</ref>
 
Durante il suo regno, Menelik II realizzò molte innovazioni: costruì strade, distribuì l'elettricità, diffuse l'istruzione, sviluppò un sistema di tassazione centrale e fondò la città di [[Addis Abeba]], che nel [[1881]] divenne la capitale della provincia di Scioà e nel 1889, dopo la salita al potere dell'Imperatore, la nuova capitale dell'Etiopia. Dal 1888 al 1892 l'Etiopia subì una grande carestia.<ref>[http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,966291-3,00.html Famine Hunger stalks Ethiopia once again – and aid groups fear the worst]. ''Time''. 21 December 1987</ref><ref>{{Cita pubblicazione| doi = 10.1093/jhmas/XXI.2.95|titolo= The Great Ethiopian Famine of 1888–1892: A New Assessment|rivista= Journal of the History of Medicine and Allied Sciences|numero= 2|pp= 95|anno= 1966|cognome1= Pankhurst |nome1= R. }}</ref>
Riga 152 ⟶ 154:
{{Vedi anche|Guerra d'Etiopia}}
[[File:ETH-BIB-Kaiser Haile Selassie I. zu Pferd an einer Parade-Abessinienflug 1934-LBS MH02-22-0402.tif|thumb|left|L'imperatore [[Hailé Selassié]] nel 1934.]]
In seguito alla morte di Menelik II, divenne reggente d'Etiopia il nipote [[Ligg Iasù|Iasù V]],<ref>{{cita|Nicolosi|p. 263.}}</ref> ma non fu mai incoronato e, a causa delle sue simpatie musulmane, fu detronizzato tre anni dopo, in seguito al suo tentativo di spostare la capitale nella [[regione di Harar]], a maggioranza islamica.<ref name="Beltrami%2520249 249">{{cita|Beltrami|p. 249.}}</ref> Fu quindi nominata imperatrice la zia [[Zauditù d'Etiopia|Zauditù]], figlia di Menelik II, che fu fin da subito affiancata nel governo dal cugino ras [[Hailé Selassié|Tafarì Maconnèn]],<ref>{{cita|Nicolosi|p. 273.}}</ref> in qualità di ''enderassié'' (ossia reggente e vicario imperiale).<ref name="Beltrami%2520249 249"/> Tafarì intraprese una campagna di modernizzazione del Paese già nei primi anni di reggenza e nel 1923 ottenne l'ingresso del Paese nella [[Società delle Nazioni]].<ref>{{cita|Beltrami|p. 250.}}</ref> Infine il 2 novembre 1930, in seguito alla morte di Zauditù, fu nominato imperatore d'Etiopia col nome di Hailé Selassié ("Forza della Trinità").<ref>{{cita|Beltrami|p. 251.}}</ref>
[[File:Italian East Africa map 1936.jpg|thumb|Mappa dell'[[Africa Orientale Italiana]] nel 1936.]]
In seguito all'[[incidente di Ual Ual]] del dicembre 1934, il Regno d'Italia il 3 ottobre 1935 attaccò dall'Eritrea e dalla [[Somalia italiana]] l'Impero d'Etiopia. Hailé Selassié si appellò alla Società delle Nazioni, che deliberò delle [[Sanzioni economiche all'Italia fascista|sanzioni economiche contro l'Italia]];<ref>{{cita|Beltrami|pp. 254-256.}}</ref> l'Imperatore fu quindi nominato [[Persona dell'anno]] dal ''[[Time]]'', acquistando notorietà in tutto il mondo.<ref>{{cita news|url=http://content.time.com/time/covers/0,16641,19360106,00.html|titolo=Man of the Year|editore=TIME|data=6 gennaio 1936|accesso=4 settembre 2017}}</ref> Il comando dell'esercito italiano fu affidato al generale [[Pietro Badoglio]], che riuscì a sconfiggere la resistenza degli etiopi utilizzando in alcuni casi anche [[armi chimiche]];<ref>{{cita|Beltrami|pp. 257-258.}}</ref> il 2 maggio Hailé Selassié partì in esilio volontario per la [[Gran Bretagna]] e tre giorni dopo Badoglio entrò nella capitale [[Addis Abeba]]; l'8 maggio il generale [[Rodolfo Graziani]] espugnò la regione di Harar e il giorno seguente [[Mussolini]] annunciò la nascita dell'Impero, di cui si proclamò Fondatore, mentre il [[re d'Italia|re]] [[Vittorio Emanuele III]] assunse il titolo di Imperatore d'Etiopia.<ref name="Beltrami%2520265 265">{{cita|Beltrami|p. 265.}}</ref> L'Etiopia divenne quindi parte dell'[[Africa Orientale Italiana]] insieme a Eritrea e Somalia italiana.<ref name="Beltrami%2520265 265"/><ref>Clapham, Christopher, "Ḫaylä Śəllase" in Siegbert von Uhlig, ed., ''Encyclopaedia Aethiopica: D-Ha'' (Wiesbaden:Harrassowitz Verlag, 2005), pp. 1062–3.</ref>
 
Ciò nonostante, numerosi ras, tra i quali [[Immirù Hailé Selassié]], non si sottomisero e continuarono a combattere attraverso una efficace guerriglia, nonostante le dure azioni repressive di risposta delle forze italiane.<ref>{{cita|Beltrami|pp. 266-267.}}</ref> L'episodio più significativo si verificò in seguito al fallito attentato al governatore Graziani del 19 febbraio del 1937, in cui morirono sette persone e ne furono ferite oltre cinquanta:<ref>{{cita|Del Boca|p. 83}}</ref> la repressione dei tre giorni seguenti, nota come [[strage di Addis Abeba]], provocò la morte di migliaia di abitanti della capitale e, a [[Massacro di Debre Libanos|Debre Libanos]], di centinaia di monaci del [[Debre Libanos|monastero]].<ref>{{cita|Beltrami|p. 269.}}</ref> Di conseguenza si accesero qua e là nel paese altri focolai di rivolta contenuti a fatica; solo con la sostituzione di Graziani con il principe [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo duca d'Aosta]] affiancato dal nuovo vicegovernatore [[Guglielmo Nasi]], venne impostato un approccio più morbido e realistico nei confronti dei patrioti ribelli, che consentì agli italiani di stringere una serie di accordi con alcuni notabili locali, senza tuttavia riuscire a stroncare la resistenza che proseguì in varie zone della nazione;<ref>{{cita|Beltrami|p. 271.}}</ref> una discreta tregua fu raggiunta solo intorno alla metà del 1939, quando le principali vie di comunicazione e la maggioranza delle località dell'Etiopia passarono sotto il completo controllo italiano.<ref>{{cita|Beltrami|p. 278.}}</ref>
Riga 161 ⟶ 163:
Nel frattempo il governo italiano pianificò una serie di lavori pubblici in tutto il Paese, tra cui il [[piano regolatore di Addis Abeba del 1938]], ma molte opere non furono completate o neppure avviate a causa dell'entrata dell'Italia nella [[seconda guerra mondiale]]<ref>{{cita|Beltrami|pp. 274-276.}}</ref> il 10 giugno del 1940; 13 giorni dopo Hailé Selassié partì per [[Khartum]], per dimostrare il suo sostegno ai patrioti etiopi. Sempre negli anni precedenti la guerra, furono varati piani per la colonizzazione agricola del territorio: un esempio è la creazione, nel [[1937]], dell'Ente di colonizzazione "Romagna di Etiopia", il cui primo presidente fu l'ingenere [[Forlì|forlivese]] [[Arnaldo Fuzzi]]: si trattava di costituire piccole proprietà agrarie nella zona dell'Asmara, affidandole a coltivatori di origina romagnola. L'Ente fu definitivamente chiuso nel [[1959]].<ref>[http://search.acs.beniculturali.it/OpacACS/authority/IT-ACS-SP00001-00000429 ''Ente colonizzazione Romagna d'Etiopia'']</ref>
 
Nel corso della [[campagna dell'Africa Orientale Italiana]], le forze britanniche insieme ai combattenti etiopi ''[[arbegnuoc]]'' riuscirono a riconquistare il Paese e Hailé Selassié rientrò ad Addis Abeba il 5 maggio del 1941.<ref>{{cita|Beltrami|p. 310.}}</ref> La nazione fu quindi liberata dalle forze militari britanniche e Hailé Selassié tornò alla guida dell'Impero, seppur inizialmente limitato nei poteri in base al trattato anglo-etiope del 1942,<ref name="Shinn%252C%2520Ofcansky, Ofcansky">{{cita|Shinn, Ofcansky|p. 43}}</ref> mentre l'esercito italiano proseguì fino a novembre 1941 in una sorta di guerriglia; il riconoscimento della piena sovranità dell'Etiopia avvenne infine con la firma del trattato anglo-etiope del dicembre 1944,<ref>Clapham,"Ḫaylä Ś�llase", ''Encyclopaedia Aethiopica'', p. 1063.</ref> anche se l'[[Ogaden]] e altre aree rimasero ancora per anni sotto il controllo britannico.<ref name="Shinn%252C%2520Ofcansky, Ofcansky"/> Il 26 agosto 1942 Hailé Selassié emise un proclama per l'abolizione della schiavitù<ref>{{cita web|url=http://mertsahinoglu.com/research/chronology-of-slavery/|titolo=Chronology of slavery|sito=MertSahinoglu.com|data=23 febbraio 1994|accesso=29 settembre 2009}}</ref> seguendo le disposizioni amministrative italiane, tra cui quella di [[Emilio De Bono|De Bono]] nel [[Regione dei Tigrè|Tigrè]] del 1935.
 
L'Eritrea divenne una regione autonoma federata dell'Etiopia in base alla risoluzione 390 del [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]] del 2 dicembre 1950, ma nel 1962 fu annessa per decisione unilaterale di Hailé Selassié; ciò scatenò l'avvio della trentennale [[Guerra d'indipendenza dell'Eritrea|guerra per l'indipendenza]] condotta dal [[Fronte di Liberazione Eritreo]] e, dal 1973, dal [[Fronte di Liberazione del Popolo Eritreo]].<ref name="Centro%2520Studi%2520Internazionali%252010 Studi Internazionali 10">{{cita|Centro Studi Internazionali|p. 10.}}</ref>
 
L'Imperatore proseguì negli anni l'opera di modernizzazione del Paese e soprattutto della capitale Addis Abeba; incaricò vari architetti occidentali della progettazione di nuovi edifici governativi e, in continuità col piano regolatore italiano, dell'estensione della rete viaria cittadina.<ref>{{cita|Levin|pp. 447-450.}}</ref> Nel 1963 Hailé Selassié svolse un ruolo di primo piano nella fondazione dell'[[Organizzazione dell'unità africana]], con sede ad Addis Abeba.<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/unione-africana_%28Dizionario-di-Storia%29/|titolo=Unione Africana|sito=www.treccani.it|accesso=6 settembre 2017}}</ref> Ciò nonostante, il potere rimase sempre fortemente accentrato nelle sue mani e il Paese non riuscì a uscire dall'organizzazione di stampo feudale; per questo un primo tentativo di [[colpo di Stato]] si verificò nel 1960, ma dopo tre giorni la ribellione ebbe termine.<ref name="Hail%25C3%25A9%2520Selassi%25C3%25A9%252C%2520per%2520la%2520leggenda%2520discendente%2520di%2520re%2520SalomoneHailé Selassié, per la leggenda discendente di re Salomone">{{cita web|autore=Renzo Paternoster|url=http://win.storiain.net/arret/num117/artic1.asp|titolo=Hailé Selassié, per la leggenda discendente di re Salomone|sito=win.storiain.net|accesso=6 settembre 2017}}</ref>
 
Nel 1973 la [[Crisi energetica (1973)|crisi energetica mondiale]] e la forte carestia che colpì l'Etiopia causando circa {{formatnum:100000}} morti, unite al malcontento della classe media e all'incertezza sulla successione al trono, esasperarono la popolazione, che nel mese di febbraio dell'anno seguente iniziò i primi scioperi<ref name="Hail%25C3%25A9%2520Selassi%25C3%25A9%252C%2520per%2520la%2520leggenda%2520discendente%2520di%2520re%2520SalomoneHailé Selassié, per la leggenda discendente di re Salomone"/> e manifestò contro il governo.<ref>{{Cita|Valdes Vivo|p. 115.}}</ref> Il [[Primi ministri dell'Etiopia|Primo ministro]] [[Aklilu Habte-Wold]] fu allontanato e sostituito con [[Endelkachew Makonnen]],<ref>{{Cita|Valdes Vivo|p. 21.}}</ref> mentre furono arrestati vari funzionari corrotti e fu promessa una nuova Costituzione.<ref name="Hail%25C3%25A9%2520Selassi%25C3%25A9%252C%2520per%2520la%2520leggenda%2520discendente%2520di%2520re%2520SalomoneHailé Selassié, per la leggenda discendente di re Salomone"/>
 
=== Dittatura del Derg (1974-1991) ===
Riga 174 ⟶ 176:
{{Vedi anche|Guerra civile in Etiopia|Terrore rosso (Etiopia)}}
[[File:EPRP.jpg|thumb|[[Fronte Democratico Rivoluzionario del Popolo Etiope|Partito Rivoluzionario del Popolo Etiope]] (EPRP) che si scontrò con il [[Derg]] durante il [[Terrore rosso (Etiopia)|Terrore Rosso]].]]
Nonostante i tentativi di sedare le rivolte da parte dell'Imperatore, il 12 settembre 1974 scoppiò la [[Guerra civile in Etiopia|guerra civile]], condotta dal [[Derg]], giunta militare di stampo [[marxista-leninista]], che depose Hailé Selassié<ref>{{Cita|Valdes Vivo|p. 25.}}</ref> e incoronò al suo posto il figlio [[Amhà Selassié]]. Tuttavia, il 12 marzo del 1975 il Consiglio d'amministrazione militare provvisorio proclamò la fine del regime imperiale,<ref>{{cita|Shinn, Ofcansky|p. 55.}}</ref> trasformando l'Etiopia in uno [[Stato comunista]]. Hailé Selassié, imprigionato nel [[palazzo di Menelik II]], morì il 27 agosto di quell'anno, probabilmente soffocato con un cuscino.<ref name="Hail%25C3%25A9%2520Selassi%25C3%25A9%252C%2520per%2520la%2520leggenda%2520discendente%2520di%2520re%2520SalomoneHailé Selassié, per la leggenda discendente di re Salomone"/><ref>{{cita|Shinn, Ofcansky|p. 195.}}</ref> Il colpo di Stato provocò insurrezioni e moti popolari in 8 delle 14 province dell'Etiopia, mentre un'incipiente siccità causò enormi problemi ai rifugiati.<ref name="Giovagnoli%252C%2520Pons, Pons">{{cita|Giovagnoli, Pons|p. 413.}}</ref>
 
Nella lotta interna tra le diverse fazioni del Derg, prevalse nel 1977 quella più radicale guidata dal maggiore [[Menghistu Hailè Mariàm]], che, sostenuto dall'[[Unione Sovietica]], divenne il leader incontrastato eliminando tutti gli oppositori e instaurando il cosiddetto [[Terrore rosso (Etiopia)|Terrore Rosso]],<ref name="Giovagnoli%252C%2520Pons, Pons"/> durante il quale persero la vita almeno {{formatnum:500000}} persone, in parte anche a causa delle deportazioni forzate o dell'uso della fame come arma.<ref>[[Il libro nero del comunismo]] pp. 687–695</ref><ref>{{cita news|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/africa/575405.stm|titolo=US admits helping Mengistu escape|pubblicazione=news.bbc.co.uk|data=22 dicembre 1999|accesso=6 settembre 2017|lingua=en}}</ref><ref name="Pedrazzi">{{cita|Pedrazzi|p. 226.}}</ref>
 
Nel frattempo nel 1977 la [[Somalia]] [[guerra dell'Ogaden|invase la regione dell'Ogaden]], abitata da somali ma appartenente all'Etiopia, che contrattaccò con l'aiuto militare di una coalizione comprendente URSS, [[Cuba]], [[Yemen del Sud]], [[Repubblica Democratica Tedesca]] e [[Corea del Nord]], tra cui l'invio di {{formatnum:15000}} truppe da combattimento cubane;<ref>{{Cita libro|cognome=Dagne|nome=Haile Gabriel|titolo=The commitment of the German Democratic Republic in Ethiopia: a study based on Ethiopian sources|editore=Lit; Globalanno=2006|città=Münster, London|isbn=978-3-8258-9535-8}}</ref> gli scontri proseguirono fino alla firma del trattato di pace nel 1988.<ref>{{cita|Centro Studi Internazionali|p. 5.}}</ref>
Riga 186 ⟶ 188:
=== Repubblica federale Democratica (1991-presente) ===
[[File:Meles Zenawi - World Economic Forum Annual Meeting 2012.jpg|thumb|left|upright|[[Meles Zenawi]], primo ministro dal [[1995]] al [[2012]].]]
In seguito alla cacciata di Menghistu Hailè Mariàm, fu istituito un governo di transizione composto da un Consiglio di 87 membri e guidato da una carta nazionale quale costituzione provvisoria e di transizione.<ref>{{cita|Lyons|pp. 121-123.}}</ref> Si concluse inoltre la guerra con l'Eritrea, che nel 1993 si costituì come Stato indipendente con l'approvazione del Fronte di Liberazione del Tigrè guidato da [[Meles Zenawi]].<ref name="Centro%2520Studi%2520Internazionali%252010 Studi Internazionali 10"/>
 
Nel 1994 fu promulgata la nuova costituzione, con la formazione di un parlamento bicamerale e di un nuovo sistema giudiziario. La prima elezione formalmente pluripartitica si svolse nel maggio 1995 e comportò l'elezione di Meles Zenawi come primo ministro e [[Negasso Gidada]] come presidente.<ref>{{cita|Lyons|pp. 131-132.}}</ref>
Riga 194 ⟶ 196:
Nel [[2004]] il governo diede avvio al piano di ricollocamento di circa due milioni di persone dagli altopiani aridi dell'est verso le regioni dell'ovest, allo scopo di diminuire la scarsità di cibo.<ref>{{cita news|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/in_pictures/3640227.stm|titolo=In Pictures: Ethiopia's great resettlement|pubblicazione=news.bbc.co.uk|data=22 aprile 2004|accesso=13 settembre 2017|lingua=en}}</ref>
 
Il 15 maggio 2005 si svolsero le [[Elezioni parlamentari in Etiopia del 2005|prime vere elezioni multipartitiche]], ma furono segnalate gravi irregolarità dall'organismo di controllo indipendente [[Carter center]] e dagli altri osservatori internazionali e i partiti di opposizione denunciarono brogli.<ref name="Risoluzione%2520del%2520Parlamento%2520europeo%2520sulla%2520situazione%2520in%2520Etiopia del Parlamento europeo sulla situazione in Etiopia">{{cita web|url=http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+TA+P6-TA-2005-0383+0+DOC+PDF+V0//IT|sito=www.europarl.europa.eu|titolo=Situazione in Etiopia - Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Etiopia|accesso=7 settembre 2017}}</ref> I risultati furono resi noti solo il mese seguente, ma fin da subito il [[Fronte Democratico Rivoluzionario del Popolo Etiope]] del premier Meles Zenawi si autoproclamò vincitore; i principali partiti di opposizione, costituiti dalla [[Coalizione per l'unità e la democrazia]] (Cud) e dalle [[Forze unite democratiche etiopiche]] (Uedf), non ebbero più accesso alla radio e alla televisione;<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/2005/f/sezioni/esteri/etiopiaprot/etiopiaprot/etiopiaprot.html|titolo=Etiopia, scontri dopo le elezioni morti e feriti, cacciati i giornalisti|pubblicazione=www.repubblica.it|data=8 giugno 2005|accesso=7 settembre 2017}}</ref> manifestazioni di protesta e scioperi si diffusero nelle settimane seguenti nella capitale, represse violentemente dalle forze di sicurezza, che provocarono almeno 42 morti, centinaia di feriti e numerosi arresti anche tra deputati dell'opposizione e giornalisti,<ref name="Risoluzione%2520del%2520Parlamento%2520europeo%2520sulla%2520situazione%2520in%2520Etiopia del Parlamento europeo sulla situazione in Etiopia"/> tra i quali il leader del Cud Hailu Shawel,<ref>{{cita|Centro Studi Internazionali|p. 7.}}</ref> definiti [[Prigioniero di coscienza|prigionieri di coscienza]] da [[Amnesty International]].<ref name="Risoluzione%2520del%2520Parlamento%2520europeo%2520del%252021%2520gennaio%25202016%2520sulla%2520situazione%2520in%2520Etiopia del Parlamento europeo del 21 gennaio 2016 sulla situazione in Etiopia">{{cita web|url=http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P8-TA-2016-0023+0+DOC+XML+V0//IT|sito=www.europarl.europa.eu|titolo=Risoluzione del Parlamento europeo del 21 gennaio 2016 sulla situazione in Etiopia|accesso=7 settembre 2017}}</ref>
[[File:Hailemariam Desalegn - Closing Plenary- Africa's Next Chapter - World Economic Forum on Africa 2011.jpg|thumb|upright|[[Haile Mariam Desalegn]], primo ministro dal [[2012]] al [[2018]].]]
Nelle successive [[Elezioni parlamentari in Etiopia del 2010|elezioni legislative del 2010]], il partito di Meles Zenawi vinse ancora accaparrandosi oltre il 90 % dei voti; profonde irregolarità, brogli e intimidazioni furono però denunciati dalle forze di opposizione e dagli osservatori internazionali.<ref>{{cita news|url=http://www.ilpost.it/2010/05/27/etiopia-proteste-contro-i-risultati-delle-elezioni/|titolo=Etiopia: proteste contro i risultati delle elezioni|pubblicazione=www.ilpost.it|data=27 maggio 2010|accesso=7 settembre 2017}}</ref><ref>{{cita news|autore=Antonella Napoli|url=http://www.limesonline.com/etiopia-un-voto-contestato/13206|titolo=Etiopia: un voto contestato|pubblicazione=www.limesonline.com|data=10 giugno 2010|accesso=7 settembre 2017}}</ref>
Riga 202 ⟶ 204:
Il primo ministro Meles Zenawi morì improvvisamente il 20 agosto 2012 a [[Bruxelles]]<ref>{{cita news|titolo=Ethiopian Prime Minister Meles has died: state television |url=http://www.reuters.com/article/2012/08/21/us-ethiopia-meles-idUSBRE87K04K20120821|editore=Reuters|data=21 agosto 2012|accesso=7 settembre 2017|lingua=en}}</ref> e il suo vice [[Haile Mariam Desalegn]] ne assunse il ruolo per i tre anni successivi.<ref>{{cita news|autore=Richard Lough|titolo=Ethiopia acting PM to remain at helm until 2015|url=http://www.reuters.com/article/2012/08/22/us-ethiopia-meles-leader-idUSBRE87L0B820120822|editore=Reuters|data=22 agosto 2012|accesso=7 settembre 2017|lingua=en}}</ref>
[[File:Abiy.jpg|thumb|left|Il primo ministro [[Abiy Ahmed Ali]]]]
Le [[Elezioni parlamentari in Etiopia del 2015|elezioni parlamentari del 2015]] confermarono ancora il partito del premier Haile Mariam Desalegn, che ottenne il 100 % dei seggi; intimidazioni furono denunciate dagli osservatori internazionali, mentre molti dei rappresentanti dei partiti di opposizione furono arrestati, quando ancora vari prigionieri di coscienza si trovavano in carcere dalle elezioni di 10 anni prima; le manifestazioni di protesta furono duramente represse dalle forze di sicurezza, che provocarono almeno 140 morti, parecchie centinaia di feriti e numerosissimi arresti anche tra i giornalisti.<ref name="Risoluzione%2520del%2520Parlamento%2520europeo%2520del%252021%2520gennaio%25202016%2520sulla%2520situazione%2520in%2520Etiopia del Parlamento europeo del 21 gennaio 2016 sulla situazione in Etiopia"/> Ribellioni contro il governo, espressione della minoranza [[Tigrè (popolo)|tigrina]], si diffusero l'anno seguente inizialmente nell'[[Oromia]], per allargarsi all'adiacente [[Regione degli Amara|Amara]], da parte dei due principali gruppi etnici del Paese, [[oromo]] e [[Amhara (popolo)|amara]]; secondo l'[[Human Rights Watch]] nelle proteste morirono almeno 500 persone, mentre ne furono arrestate circa 1600; le cifre furono contestate dal governo, che il 9 ottobre dichiarò lo [[stato di emergenza]] per almeno 6 mesi.<ref>{{cita news|autore=Emanuela Citterio|url=https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/la-ribellione-degli-oromo-ora-fa-tremare-letiopia-2|titolo=Minoranze etniche e diritti. La ribellione oromo fa tremare l'Etiopia|pubblicazione=www.avvenire.it|data=22 ottobre 2016|accesso=7 settembre 2017}}</ref>
 
Tra il 2016 e il 2017, probabilmente come conseguenza del [[El Niño|Niño]],<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/solidarieta/cibo-e-ambiente/2017/02/02/news/corno_d_africa_milioni_di_persone_devono_affrontare_carenza_di_cibo-157432640/|titolo=Corno d'Africa, milioni di persone fuggono per non affrontare la carenza di cibo|pubblicazione=www.repubblica.it|data=2 febbraio 2017|accesso=7 settembre 2017}}</ref> una nuova carestia colpì pesantemente l'Etiopia e i Paesi adiacenti, peggiorata dalla [[guerra in Somalia]] e dai mancati aiuti governativi.<ref>{{cita news|autore=Anna Maria De Luca|url=http://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2017/04/24/news/carestia-163794793/|titolo=Carestia, Sud Sudan, Corno d'Africa e Lago Chad: è la fame per 30 milioni di persone|pubblicazione=www.repubblica.it|data=24 aprile 2017|accesso=7 settembre 2017}}</ref>
Riga 382 ⟶ 384:
[[File:Ethiopia, Trends in the Human Development Index 1970-2010.png|thumb|left|Valutazione dell'Etiopia [[indice di sviluppo umano]] 1970-2010.]]
[[File:Ethiopian Commercial Bank Addis Abeba.jpg|thumb|[[Banca nazionale d'Etiopia|Commercial Bank of Ethiopia]] in [[Addis Abeba]].]]
Secondo il [[Fondo monetario internazionale]], l'Etiopia è una delle economie in più rapida crescita economica al mondo: il 10% dal [[2004]] al [[2009]]. L'Etiopia è l'economia africana in più rapida crescita non dipendente dal petrolio negli anni 2007 e 2008.<ref>{{cita web |url=http://www.ice.it/paesi/pdf/etiopia.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=25 giugno 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150626110534/http://www.ice.it/paesi/pdf/etiopia.pdf |dataarchivio=26 giugno 2015 }}</ref> La crescita nel 2012 è stata del 7%<ref name="Outlook%25202012 2012">{{Cita web|titolo=World Economic Outlook|url=http://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2012/02/pdf/text.pdf|editore=[http://www.imf.org IMF]|accesso=13 gennaio 2013}}</ref><ref>{{Cita web|titolo=Ethiopia: IMF Positive on Country's Growth Outlook|url=http://allafrica.com/stories/200706181790.html|editore=[http://www.allAfrica.com allAfrica]|accesso=13 gennaio 2013}}</ref> e si prevede che scenderà al 6,5% per il futuro riflettendo una più debole domanda estera e un ambiente sempre più vincolato per l'attività del settore privato.<ref name=statement>{{Cita web|titolo=Statement by an IMF Staff Mission on the 2012 Article IV Consultation with Ethiopia|url=http://www.imf.org/external/np/sec/pr/2012/pr12224.htm|editore=[http://www.imf.org IMF]|accesso=13 gennaio 2013|data=14 giugno 2012}}</ref> Nonostante la rapida crescita degli ultimi anni, il PIL pro capite è tra i più bassi al mondo, mentre l'economia deve affrontare una serie di gravi problemi strutturali, anche se il governo ha intenzione di creare nei prossimi anni una classe media. La produttività agricola è bassa, produttività ulteriormente gravata da frequenti siccità.<ref>{{Cita web|titolo=Ethiopia Overview|url=http://www.worldbank.org/en/country/ethiopia/overview|editore=World Bank|accesso=13 gennaio 2013}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://reportage.corriere.it/esteri/2014/made-in-ethiopia-la-nuova-fabbrica-del-mondo/|titolo=«Made in Ethiopia», la nuova fabbrica del mondo|autore=Alessandra Coppola}}</ref> Le telecomunicazioni sono sotto il monopolio statale in quanto il governo etiope ritiene che la proprietà statale in questo settore sia vitale ed essenziale per assicurare che le infrastrutture, le telecomunicazioni e i servizi siano estesi in tutta l'Etiopia rurale.<ref>{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/programmes/this_world/3359367.stm |titolo=Water tower of east africa |editore=BBC News |data=9 gennaio 2004 |accesso=2 giugno 2010}}</ref> La costituzione etiope definisce il diritto di possedere i terreni solo per "lo Stato e il popolo", ma i cittadini possono affittare la terra (fino a 99 anni), che non possono ipotecare o vendere. Il noleggio dei terreni è consentito per un massimo di 20 anni.<ref>{{Cita web|titolo=Business Corruption in Ethiopia|url=http://www.business-anti-corruption.com/country-profiles/sub-saharan-africa/ethiopia/business-corruption-in-ethiopia.aspx|editore=Business Anti-Corruption Portal|accesso=8 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140406173808/http://www.business-anti-corruption.com/country-profiles/sub-saharan-africa/ethiopia/business-corruption-in-ethiopia.aspx|dataarchivio=6 aprile 2014|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Agricoltura ===
Riga 438 ⟶ 440:
| 2013 || 93.8 ||>10.9
|}
La popolazione etiope è cresciuta dai 33,5 milioni del 1983-1987 ai 90 milioni nel 2014.<ref>name="Federal Demographic Republic of Ethiopia
LaCentral popolazioneStatistical etiope è cresciuta dai 33,5 milioni del 1983-1987 ai 90 milioni nel 2014.<ref>name="Federal%2520Demographic%2520Republic%2520of%2520Ethiopia%250ACentral%2520Statistical%2520AgencyAgency"</ref> La popolazione nel XIX secolo si aggirava intorno ai 9 milioni.<ref>W. G. Clarence-Smith [http://books.google.com/books?id=9Hfl5rpXM1sC&pg=PA100 The Economics of the Indian Ocean slave trade in the nineteenth century] (1989). p.100. ISBN 0-7146-3359-3</ref> Secondo il censimento demografico del 2007 la popolazione è cresciuta ad tasso annuo medio del 2,6% tra il 1994 e il 2007 e del 2,8% tra il 1983 ed il 1994. Attualmente, il tasso di crescita della popolazione è tra i primi dieci del mondo. Si prevede che per il 2060 l'Etiopia raggiunga i 210 milioni di abitanti, ipotizzando un tasso annuo medio di crescita del 2,5%.<ref>[http://www.google.com/publicdata/explore?ds=n4ff2muj8bh2a_#ctype=l&strail=false&bcs=d&nselm=h&met_y=POP&fdim_y=scenario:1&scale_y=lin&ind_y=false&rdim=world&idim=country:ET&ifdim=world&hl=en&dl=en Forecast provided] by [[International Futures]] and hosted by [[Google Public Data Explorer]]</ref>
 
=== Etnie ===
Riga 465 ⟶ 468:
Tra i gruppi non autoctoni stranieri si segnalano [[yemen]]iti, [[india]]ni, [[armeni]], [[greci]], [[italiani]] e, singolarmente, una piccola comunità di [[Rastafarianesimo|rastafariani]] provenienti dalla [[Giamaica]]. Nel paese è presente anche una piccola comunità di immigrati italiani stabilitisi in Etiopia anche dopo il 1941.<ref>{{cita news|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/1639646.stm|autore=Nita Bhalla|titolo=The town that Rastafarians built|editore=BBC News|data=5 novembre 2001|accesso=7 aprile 2010}}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.ethiopianembassy.org/population.shtml |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080130033851/http://www.ethiopianembassy.org/population.shtml |dataarchivio=30 gennaio 2008 |lingua=en |editore=Ambasciata d'Etiopia a Washington}}</ref>
 
Nel 2009, l'Etiopia ha ospitato una popolazione di rifugiati e richiedenti asilo di circa 135.200 persone. La maggior parte di queste è giunta da [[Somalia]] (circa 64.300 persone), [[Eritrea]] (41.700) e [[Sudan]] (25.900).<ref name="World%2520Refugee%2520Survey%25202009 Refugee Survey 2009">{{Cita news |titolo=World Refugee Survey 2008 |editore=U.S. Committee for Refugees and Immigrants |data=19 giugno 2008 |url=http://www.refugees.org/resources/refugee-warehousing/archived-world-refugee-surveys/2009-wrs-country-updates/ethiopia.html |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120502073801/http://www.refugees.org/resources/refugee-warehousing/archived-world-refugee-surveys/2009-wrs-country-updates/ethiopia.html |dataarchivio=2 maggio 2012 }}</ref>
 
=== Lingue e dialetti ===
Riga 510 ⟶ 513:
L'Islam in Etiopia risale alla fondazione della religione nel [[615]], quando un gruppo di musulmani, su consiglio del profeta [[Maometto]], fuggì in Etiopia, nazione allora governata da [[Aṣḥama ibn Abjar|Sahama]], un imperatore di Axum riconosciuto come un pio cristiano,<ref name="Ofcansky" /> a causa delle persecuzioni subite a [[La Mecca]]. Un piccolo gruppo antico di [[ebrei]] vive nel nord-ovest dell'Etiopia anche se la maggior parte è immigrata in Israele, soprattutto nel corso degli ultimi decenni del XX secolo come parte delle missioni di salvataggio del governo israeliano ([[Operazione Mosè]] e [[Operazione Salomone]]).<ref>{{Cita web|url=https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Judaism/ejhist.html |titolo=The History of Ethiopian Jews |editore=Jewishvirtuallibrary.org |accesso=16 marzo 2009}}</ref><ref>Weil, Shalva (2011) [http://www.isn.ethz.ch/isn/Current-Affairs/ISN-Insights/Detail?ord538=grp1&ots591=eb06339b-2726-928e-0216-1b3f15392dd8&lng=en&id=129480&contextid734=129480&contextid735=129244&tabid=129244 "Operation Solomon 20 Years On"], International Relations and Security Network (ISN). isn.ethz.ch</ref>
 
L'Operazione Salomone fu un'operazione segreta militare israeliana, avvenuta nel 1991, il cui obbiettivo era il trasporto aereo di ebrei etiopi in Israele. Secondo il censimento della popolazione nel 2007, circa {{formatnum:1957944}} persone in Etiopia erano seguaci di [[Religioni africane|fedi tradizionali]]. Altri {{formatnum:471861}} residenti praticano altre fedi.<ref name=2007Census%252F/> Mentre i seguaci di tutte le religioni si possono trovare in ogni regione, alcuni fedeli tendono a concentrarsi in alcune parti del paese. I cristiani vivono prevalentemente nelle regioni settentrionali [[Regione degli Amara|Amara]] e [[Regione dei Tigrè|Tigre]]. I fedeli appartenenti ai cristiani [[Protestantesimo|protestanti]] o Pentay sono concentrati nella Regione delle Nazioni (SNNP) e in Oromia. I musulmani generalmente abitano le zone orientali e il nord-est; in particolare le regioni somale dell'[[Regione degli Afar|Afar]], del [[Dire Daua|Dire Dawa]] e dell'[[Regione di Harar|Harari]]. I praticanti delle religioni tradizionali risiedono principalmente nelle lontane terre di confine rurali del sud-ovest e ovest del paese, nelle regioni SNNP, [[Regione Benisciangul-Gumus|Benishangul-Gumuz]] e [[Gambela]].<ref name=2007Census%252F/><ref name="Ofcansky"/>
 
=== Urbanizzazione ===
Riga 516 ⟶ 519:
[[File:Gonder from the Goha hotel.jpg|thumb|[[Gondar]]]]
[[File:On The Road To Simien Mountains National Park, Ethiopia 1.jpg|thumb|Zona rurale nel [[Parco nazionale del Semien|Parco Nazionale del Semien]].]]
La crescita della popolazione, le migrazioni, l'urbanizzazione hanno reso sempre più difficile e complesso fornire alle persone i tradizionali servizi di base.<ref>Racin, L. (4 March 2008) [http://www.wilsoncenter.org/event/future-shock-how-environmental-change-and-human-impact-are-changing-the-global-map "Future Shock: How Environmental Change and Human Impact Are Changing the Global Map"]. Woodrow Wilson International Center for Scholars.</ref> L'urbanizzazione è in costante aumento, crescita che si è concentrata in due specifichi periodi. In primo luogo, nel 1967-1975, quando le popolazioni dei centri urbani si sono triplicate.<ref name="countrystudies1991">Ofcansky, T and Berry, L. "Ethiopia: A Country Study". Editied by Washington: GPO for the Library of Congress, 1991. [http://countrystudies.us/ethiopia Countrystudies.us]</ref> Il secondo periodo di crescita è avvenuto nel momento in cui le popolazioni rurali hanno iniziato a migrare verso i centri urbani in cerca di lavoro e di migliori condizioni di vita.<ref name="Accessed%252015%2520May%25202008 15 May 2008">Shivley, K. "Addis Ababa, Ethiopia" [http://www.macalester.edu/courses/geog61/kshively/index.html Macalester.edu]. Retrieved 15 May 2008.</ref> Questo modello rallentò a causa del programma di riforma agraria del 1975 istituito dal governo, che prevedeva incentivi per tutti coloro che erano decisi a rimanere nelle zone rurali. Il Reform Act<ref name="Anderson%252C%2520Frank%25201991%252E%2520Pages%2520159, Frank 1991. Pages 159-175">{{Cita pubblicazione| doi = 10.1016/0169-5150(91)90022-D|titolo= Development of agriculture in Ethiopia since the 1975 land reform|rivista= Agricultural Economics|volume= 6|numero= 2|pp= 159|anno= 1991|cognome1= Belete |nome1= A. }}</ref> sulla terra venne pensato per aumentare la produzione agricola, che nel periodo tra il 1970 e il 1983 non era al passo con la crescita della popolazione. Questo programma ha favorito la formazione di associazioni di contadini e di grandi villaggi fondati sull'agricoltura. La riforma portò ad un aumento della produzione alimentare, anche se l'argomento è soggetto a controversie; tale aumento può essere stato correlato probabilmente alle condizioni meteorologiche più che all'atto di riforma. Tra il 1975 ed il 2000, le popolazioni urbane hanno continuato a crescere mediamente dell'8,1% dal 1975 al 2000.<ref name="Accessed%25205 5-10-08">[http://worldbank.org Worldbank.org]. Retrieved 5 October 2008</ref>
 
{{Città principali
Riga 574 ⟶ 577:
[[File:Kenenisa Bekele Berlin 2009.jpg|thumb|left|[[Kenenisa Bekele]], detentore del record mondiale e olimpico record sia 5000m e 10000m.]]
{{Vedi anche|Ethiopian Premier League|Ethiopian Cup|Saint-George SA|Cotton Factory Club}}
Gli atleti etiopi si sono sempre distinti nelle [[Atletica leggera|discipline atletiche]] del [[Fondo (atletica leggera)|fondo e del mezzofondo]],<ref>{{Cita web|titolo=Ethiopian Olympic Committee|url=http://www.olympic.org/ethiopia|editore=International Olympic Committee|accesso=3 gennaio 2013}}</ref> con una tradizione che risale agli anni sessanta del secolo scorso grazie alle imprese del maratoneta [[Abebe Bikila]], vincitore nelle olimpiadi di [[Giochi della XVII Olimpiade|Roma 1960]] e [[Giochi della XVIII Olimpiade|Tokyo 1964]].<ref name="en%252Eethiopianreporter%252Ecom.ethiopianreporter.com">[http://en.ethiopianreporter.com/index.php?option=com_content&task=view&id=2385&Itemid=1 Shitaye Gemechu denies taking of banned substance ] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110710203241/http://en.ethiopianreporter.com/index.php?option=com_content&task=view&id=2385&Itemid=1 |data=10 luglio 2011 }}. Ethiopian Reporter (2010-03-14). Retrieved on 2010-08-30.</ref> Tra gli altri vincitori di medaglie olimpiche troviamo [[Miruts Yifter|Myrus Yfter]] e [[Haile Gebrselassie]], corridori su lunghe distanze ai quali si devono diversi record del mondo. Inoltre, [[Kenenisa Bekele]] è un corridore che si è distinto nei 5.000 e 10.000 metri dei quali detiene il record del mondo. Da segnalare inoltre [[Mamo Wolde]], [[Miruts Yifter]], [[Derartu Tulu]], [[Tirunesh Dibaba]], [[Meseret Defar]], [[Berhane Adere|Birhane Adere]], [[Tiki Gelana]], [[Genzebe Dibaba]] e [[Gelete Burka]]. Nel 2012 la [[Nazionale di calcio dell'Etiopia|squadra nazionale di calcio]] (Walayia Antilopi) si è qualificata per la Coppa 2012 delle Nazioni Africane (CAF) e più recentemente ha raggiunto le ultime 10 squadre di calcio africane nell'ultima fase di qualificazione per la Coppa del Mondo FIFA 2014. Tra i giocatori di rilievo troviamo il capitano [[Adane Girma]] e il capocannoniere [[Saladin Said]]. L'Etiopia ha una lunga tradizione nel basket africano, soprattutto nell'area sub-sahariana, già da 1949.<ref>[http://fiba.com/pages/eng/fc/FIBA/fibaStru/nfLeag/nfProf.asp?nationalFederationNumber=279 FIBA National Federations – Ethiopia], fiba.com, accessed 24 May 2014.</ref>
 
===Giochi olimpici===
Riga 600 ⟶ 603:
 
== Arte ==
Ricche e abbondanti sono anche l'arte e l'architettura religiosa, che riflettono la lunga [[storia del cristianesimo]] etiope. Le chiese e gli affreschi che si trovano al loro interno, testimoniano influenze [[Regno di Axum|axumite]], [[Impero bizantino|bizantine]] e [[Copti|copte]].<ref name="aecfederazione%252Eit.it">{{cita web |url=http://www.aecfederazione.it/etiopia.html |titolo=Copia archiviata |accesso=11 luglio 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150712134001/http://www.aecfederazione.it/etiopia.html |dataarchivio=12 luglio 2015 }}</ref><ref name="debreworkmariam%252Ecom.com">http://debreworkmariam.com/eotc-history-%E1%89%B3%E1%88%AA%E1%8A%AD/</ref> In Etiopia è diffusa soprattutto la pittura a soggetto sacro, caratterizzata da colori molto forti e caldi.<ref>Un soggetto tipico è l'incontro tra [[Salomone]] e la [[Regina di Saba]].</ref> Non è diffusa invece la scultura: solo la pittura può raffigurare scene sacre.
 
=== Architettura ===
Intorno al [[I millennio a.C.|I millennio a.C]]. il regno di Axum subì influenze sudarabiche a cui si aggiunsero quelle [[asia]]tico-[[siria]]niche. A cavallo dell'era [[Cristo|cristiana]] si diffusero anche influenze indiane, si crearono templi rupestri isolati con motivi decorativi architettonici caratteristici, seguiti da elementi dell'arte [[Chiesa ortodossa copta|copta]].<ref name="M">Le muse, De Agostini, Novara, 1966, Vol.IV, paG.410-411</ref> L'arte etiopica si sviluppò sia nella fase medioevale, dal [[VII secolo]] al [[XVI secolo]], che in tempi più recenti. Nel primo periodo furono soprattutto le zone del nord e del centro del Paese a godere di un pregevole sviluppo architettonico, mentre il resto del Paese era impegnato in aspre lotte con le forze [[islam]]iche. La caratteristica principale dell'arte etiopica si riconosce nello sviluppo orizzontale, tipico degli edifici religiosi e civili, stile che si è differenziato tra le regioni nel paese. Il motivo ricorrente è antico, in quanto ricorda steli paleo-etiopiche, sia a sfondo religioso-funerario, sia a fini politici per esaltare il palazzo del re.<ref name="aecfederazione%252Eit.it"/><ref name="debreworkmariam%252Ecom.com"/> Se nell'architettura paleo-etiopica gli elementi tipici furono il podio di sostegno ai gradini, la scalinata di accesso esterna a tombe, chiese e palazzi, la chiesa di [[Debre Damo]] testimoniò, invece, il passaggio all'architettura medievale, contraddistinta da interni a tre [[Navata|navate]] terminanti in [[Abside|absidi]] di derivazione siriaca. Famoso fu il complesso delle 50 chiese di [[Lalibela]] risalenti al [[XII secolo]], dalla pianta regolare, archi ampi, soffitti a cupolette, finestrelle con griglia a croce. Il [[Shāh-Nāmeh|Libro dei Re]] (III 6, 2-19) nel descrivere l'erezione del [[Tempio di Gerusalemme]] ad opera di [[Salomone]], illustra la tripartizione dello spazio sacro che trova coincidenze in una serie di chiese etiopiche: un edificio rettangolare costituito da tre vani allineati comunicanti, il primo dei quali<ref>Il Qenē mahlēt, "il luogo dove si cantano gli inni".</ref> destinato ai cantori e al popolo, il secondo<ref>Il Qeddest, o "luogo santo".</ref> al clero non officiante e alla distribuzione della [[eucaristia|comunione]] al popolo, il terzo<ref>Il Maqdas o "santuario", con il Tābot quale riproposizione rituale delle [[Dieci comandamenti|Tavole della Legge]].</ref> ai sacerdoti officianti.<ref>''Aethiopia Porta Fidei'', Terra Ferma Edizioni, (Grafiche Antiga spa, [[Crocetta del Montello]]), 2012, pag. 34.</ref> Le chiese del nord realizzarono nette separazioni tra il [[Vestibolo (architettura)|vestibolo]] e il [[tabernacolo]]. Invece intorno al XVI secolo comparve la chiesa rotonda con tetto conico di stile Amhara.<ref name="aecfederazione%252Eit.it"/><ref name="debreworkmariam%252Ecom.com"/> Dal 1600 in poi il paese subì influenze tra le quali quella, indiana, araba e portoghese, manifestandosi nella costruzione di edifici e monumenti, nei castelli quadrangolari di [[Gondar]], a più piani con torrioni angolari.<ref>http://whc.unesco.org/en/list/19</ref>
 
=== Scultura ===