Utente:Mrsmur456/Sandbox: differenze tra le versioni

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Ancora nell'agosto 1943 le autorità italiane si preoccuparono dell'incolumità degli internati ebrei immaginando, in caso di ritirata delle truppe italiane, di mantenere un presidio armato affinché gli internati protettivi non cadessero "in mani straniere"<ref name="autogenerato10" />.
 
''Da un lato, c’era la necessità di governare il territorio, eliminando le ragioni di disordine che la dura politica di persecuzione ustascia nei confronti degli ebrei creava; dall’altro, vi era il tentativo da parte dello Stato italiano di emanciparsi dall’egemonia tedesca, rifiutando di consegnare ebrei all’alleato nella speranza di attirare nel dopoguerra nella sfera di influenza italiana i paesi che eventualmente avrebbero temuto l’ingerenza tedesca nei loro affari interni.  Contemporaneamente, il fascismo tentava di ingraziarsi l’opinione pubblica internazionale e la S. Sede, impegnata in quegli anni (1942) in un’intensa attività diplomatica a favore dei profughi. <u>Va ricordato, inoltre, che fin dall’emanazione delle Leggi Razziali (1938), il Ministero degli Esteri italiano nontemette sostenne (?)che questi provvedimenti, ritenendo che non avrebbero giovato al progetto imperialistico fascista sui Balcani: infatti, essi avrebbero ulteriormente aggravato la già complessa gestione di un territorio così etnicamente frammentato e dilaniato da conflitti interetnici. ('''MODIFICATO!''')</u>''
 
''A contribuire, in parte, alla salvezza del popolo ebraico fu il bando, emanato nel 1941 dal generale della II Armata, Ambrosio, il quale, tra le altre cose, prometteva salva la vita a tutti coloro che, indipendentemente da religione e nazionalità, si fossero sottomessi all’autorità militare italiana. Tuttavia, l’escamotage che permise di salvare migliaia di profughi dalla deportazione fu la decisione da parte dei comandi italiani in Jugoslavia di internare le minoranze perseguitate (ebrei e serbi croati), finora non sottoposti a misure restrittive, in campi a scopo protettivo per mettere a tacere le accuse di mancata collaborazione con l’alleato tedesco. '''Fonti: [cap. VII ‘l’Occupazione italiana della Iugoslavia (1941-1943) a cura di Francesco Caccamo e Luciano Monzali]'''[[Utente:Mrsmur456/Sandbox#cite%20note-8|[8]]''