Cines: differenze tra le versioni

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== Cines-Pittaluga ==
[[File:La segretaria privata.jpg|upright=1.3|thumb|[[Elsa Merlini]] in una scena del film ''[[La segretaria privata]]'' negli studi sonori della Cines [[1931]]]]
Nel [[1929]] il produttore-esercente-noleggiatore [[Stefano Pittaluga]], forte degli incoraggiamenti e delle sovvenzioni governative, acquistò i teatri di posa di via Veio e l'anno successivo ripristinò la marca Cines. Il primo [[film]] sonoro della rinascita cinematografica italiana, ''[[La canzone dell'amore]]'' ([[1930]]), portava l'antica gloriosa etichetta. Alla morte di Pittaluga ([[1931]]) la direzione della Cines venne assunta da [[Ludovico Toeplitz]], che la conservò fino al [[1935]]. Particolarmente interessante si presentò l'attività della Cines negli anni [[1932]]-[[1933]], avendo Toeplitz chiamato lo scrittore [[Emilio Cecchi]] alla direzione generale della produzione. Cecchi radunò attorno a sé letterati e artisti e si volse con decisione verso il «film d'arte», a scapito dei film di genere, pur senza trascurare la popolarità.<ref>Gianfranco Gori, ''Alessandro Blasetti''. Firenze, La nuova Italia, 1984. p. 30</ref> Direttore del doppiaggio divenne [[Mario Almirante]]. Sono di quegli anni film come ''[[Palio]]'', ''[[La tavola dei poveri]]'', ''[[Gli uomini, che mascalzoni...]]'', ''[[Acciaio (film 1933)|Acciaio]]'', ''[[1860 (film)|1860]]'', ''[[O la borsa o la vita]]'', ''[[T'amerò sempre (film 1933)|T'amerò sempre]]''. Nel [[1934]] la Cines concluse il suo secondo ciclo produttivo; nel [[1935]] gli stabilimenti di via Veio vennero devastati da un incendio e, resisi inutilizzabili per sempre, furono demoliti.