[[File:Torre Piccolomini di Pescina.png|thumb|[[Torre Piccolomini]] di [[Pescina]]]]
* '''[[Torre Piccolomini]]''' (Pescina): si trova nella parte alta del vecchio borgo, e faceva parte di un castello del [[XIII secolo]]. Il castello fu dei [[Conti dei Marsi]], e successivamente degli [[Orsini]], per poi passare ai [[Piccolomini]]. Il castello fu trasformato già nel XVII secolo in residenza signorile, nel Palazzo Mazzarino, che poi andò distrutto con il [[terremoto della Marsica del 1915]]. Con la ricostruzione della casa natale del [[Cardinale Mazzarino]], il borgo vecchio di Pescina risultò danneggiato e abbandonato, e solo la torre fu parzialmente restaurata.
* '''[[Castello Piccolomini (Celano)|Castello Piccolomini]]''' (Celano): ha robusta struttura quadrangolare con cerchia muraria di torri circolari. Il corpo esterno ha una facciata con arco a sesto acuto del ponte levatoio, e quattro torri quadrate angolari merlate identiche. L'interno ospita il Museo d'Arte Sacra della Marsica, ed ha un chiostro con pozzo e porticato. Il sito del castello è da far risalire probabilmente al luogo, sul colle di San Flaviano, in cui [[Federico II di Svevia]], in lotta con [[Tommaso Conte di Celano e Molise]], fece costruire delle fortificazioni durante l'assedio del [[1223]]. Tali fortificazioni erano quasi certamente soltanto opere in legno e terra battuta, tuttavia segnarono l'inizio di quello che sarebbe stato una solida fortificazione dominante il [[lago del [[Fucino]] nei secoli successivi. La costruzione del castello vero e proprio iniziò nel [[1392]] su commissione di [[Pietro Berardi]], [[Contea di Celano|conte di [[Celano]], ma già negli anni tra il [[1356]] e il [[1380]] il nonno e successivamente suo padre avevano provveduto a fortificare il Colle San Flaviano erigendo un sistema di mura con torrette rettangolari "a scudo" e costruendo la torre-mastio sommitale a pianta quadrata. [[Pietro di Celano]], dunque costruì il solo piano primo con le torri quadrangolari agli angoli, fino al [[marcapiano]], integrando la torre-mastio sull'angolo nord-est. Egli, altresì edificò il cortile interno alle mura dotandolo del [[loggiato]] con arcature a [[sesto acuto]] ancora visibile. Nel [[1451]], a seguito delle nozze tra [[Jacovella da Celano|Jacovella Ruggeri di Celano]], nipote di Pietro, e [[Lionello Accrocciamuro]], duca di [[Bari]], quest'ultimo, divenuto conte di Celano proseguì l'opera del predecessore, sia integrando il recinto esterno con due grandi torrioni angolari semicilindrici sul versante nord-est e un [[rivelino]] triangolare con largo torrione angolare cilindrico verso la cittadella, sia erigendo il piano nobile del castello vero e proprio con il [[cammino di ronda]] e le quattro torri d'angolo fino all'altezza attuale. Lionello inoltre si occupò di fortificare le mura del recinto aumentandone lo spessore per poter resistere alle micidiali bombarde a polvere da sparo che erano state inventate in quegli anni. Nel [[1463]] [[Antonio Todeschini Piccolomini]], nipote di [[papa Pio II]] fu investito della Contea di Celano da [[Ferdinando I di Napoli]]. Egli riprese la costruzione del castello apportando aggiunte e decorazioni architettoniche che trasformarono il [[maniero]] in palazzo residenziale fortificato. In particolare egli completa il secondo piano del loggiato interno dotandolo di arcate a sesto acuto decorate nei capitelli dai simboli araldici della famiglia: la croce e la mezzaluna. Fa inoltre aprire delle finestre architravate in stile rinascimentale così come fa realizzare diverse loggette pensili appoggiate su beccatelli e ancora visibili. Interventi strutturali invece realizza sui bastioni del recinto dove fa costruire due torri cilindriche fortemente scarpate che inglobano le vecchie torri a "ferro di cavallo" ed amplia la stessa cinta muraria proprio in prossimità delle torri per aumentare la difesa degli ingressi dotandoli di antiporta. Nel [[1591]] [[Camilla Peretti]], sorella di [[papaPapa Sisto V]] acquistò la contea dai [[Piccolomini]]. Nel 1608 [[Michele Peretti]] fa aprire sul mastio alcune finestre con architrave semplice. Nel [[1647]] il castello fu coinvolto nella rivolta di [[Masaniello]] contro i [[Borbone di Napoli|Borboni]], venendo occupato dai rivoltosi capitanati dal [[barone [[Antonio Quinzi]] de del[[l'Aquila]] e sostenendo un lungo assedio ad opera delle truppe reali. Il feudo passò successivamente a [[Bernardino Savelli]], e successivamente a [[Livia Cesarini]] che lo trasmise ai duchi [[Sforza|Sforza Cesarini]] e successivamente agli [[Sforza CabreraCabrerà BodavillaBovadilla]]. Sono di questo periodo le tamponature settecentesche create per consolidare il loggiato superiore dopo i terremoti del [[1695]], [[1706]] e [[1780]]. Al piano terra alcuni ambienti vengono utilizzati per creare la prigione feudale.
* '''[[Castello di Gagliano Aterno]]''': I fondatori di [[Gagliano Aterno]] furono i de Aquila, conti di [[Celano]], che iniziarono anche la costruzione del castello tra il XII e XIII secolo. Nel 1328 il castello fu ampliato da Isabella d'Aquino, contessa di Celano, discendente dei de Aquila per parte materna. Nel 1462 il castello venne distrutto da [[Braccio da Montone]] e passò nel 1463 ai [[Piccolomini]], che l'adattarono con l'aggiunta di due cerchie di mura difensive, per poi passare ai Barberini Colonna, che lo tennero fino al 1806, agli Sciarra ed ai Lazzaroni. Ha una struttura rettangolare irregolare con cinta muraria merlata. Il corpo maggiore è ancora fortificato, con finestre rinascimentali.
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