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'''La fondazione'''
Poco o nulla è noto dell'antichità di Cuneo, località che si trova in una zona strategicamente importante per la sua posizione dominante e salubre, su un altopiano situato alla confluenza di due2 fiumitorrenti.
Ritrovamenti romani nella zona del centro storico, più precisamente in ("Contrada Mondovì",) fanno supporre la presenza di una grande [[villa romana]]; né è da escludere che proprio sul "pizzocùneo" di Cuneo sorgesse la città di Auriate, di cui restano soltantosolo sporadiche informazioni, (sede dell'di episcopato e di una contea [[carolingi]]a, probabilmente distrutta da un'incursione [[arabi|araba)]].
Allo stesso modo siSi suppone che Cuneo abbia ospitato una colonia di transfughi [[Milano|milanesi,]] nei giorni in cui la città di [[Sant'Ambrogio]] subì le ire di [[Federico Barbarossa|Federico I]], [[imperatore del Sacro Romano Impero]],|imperatore comunementedel Sacro Romano Impero (]]<nowiki/>noto come Federico Barbarossa), quando la grande città fu distrutta e le reliquie, all'epoca famosissime, dei [[Re Magi]] furono traslate nella lontana città di [[Colonia (Germania)|Colonia]], sulle rive del [[Reno]].
La documentazione storica inizia alla fine del [[XII secolo|1.100]], quando; nell'anno [[1198]] Cuneo s'impose come ''libero comune'': borgo franco da ingerenze marchionali, e polo d'attrazione per le popolazioni limitrofe, soggette ai vincoli [[feudalesimo|feudali]] tipici dell'epoca. Il territorio era sotto la giurisdizione dell'abbazia di [[San Dalmazzo|San Dalmazzo di Pedona]] che, a sua volta, dipendeva dal [[vescovo]] d'[[Asti]]. La diocesi astense, infatti, incorporava da almeno un paio di secoli l'antico territorio dei [[Bagenni]] (tribù ligure), già importante municipio romano con centro in Augusta Bagiennorum, prossima all'attuale cittadina di [[Bene Vagienna]], in località Roncaglia (una circoscrizione delimitata dai fiumi [[Stura di Demonte]] e [[Tanaro]], dalle [[Alpi Liguri]] e delle [[Alpi Marittime]]). Il territorio, probabilmente, era di pertinenza della distrutta città di Auriate, compresa l'area di Bredolo, il Monregalese. Il corso della Stura segnava infatti non soltanto il confine tra le diocesi di [[Asti]] e di [[Torino]] ma anche il confine tra la Liguria e la Lombardia Occidentale o Superiore.
Il territorio era sotto la giurisdizione dell'abbazia di [[San Dalmazzo|San Dalmazzo di Pedona]] che, a sua volta, dipendeva dal [[vescovo]] d'[[Asti]]. La diocesi astense, incorporava, da almeno un paio di secoli, l'antico territorio dei [[Bagenni]] (tribù ligure), già importante municipio romano, con centro in Augusta Bagiennorum, prossima all'attuale cittadina di [[Bene Vagienna]] (in località Roncaglia).
La leggenda vuole che le popolazioni di villaggi vicini quali Quaranta e [[Brusaporcello]], stanchi delle vessazioni dei marchesi del [[marchesato del Monferrato|Monferrato]] e di [[marchesato di Saluzzo|Saluzzo]], si fossero rifugiate sul "Pizzo di Cuneo" (ben riparato dai due fiumi) dove peraltro, probabilmente, prosperava una comunità di fuggiaschi milanesi, e abbiano fondato il borgo, con la protezione dell'abate del monastero di San Dalmazzo e del vescovo di Asti, dichiarandolo libero comune, una situazione non isolata, poiché coevi, o di poco posteriori, sono i liberi comuni del Monte Vico ([[Mondovì]]) e di [[Savigliano]]. ▼
Il territorio, probabilmente, era di pertinenza della distrutta città di Auriate, compresa l'area di Bredolo, il Monregalese.
Quasi a confermare un'opposizione non solo di fatto ma anche di principio, alla potenza dei signori feudali, a capo del nuovo borgo furono posti tre rettori: due nobili e uno del popolo. Era il 23 giugno [[1198]], vigilia di [[San Giovanni Battista]], con i falò che ardevano sulle alture e presso le porte del borgo, quando la gente di Cuneo acclamò i suoi primi tre rettori, i cui nomi meritano di essere tramandati: Pipinus de Vignolio, il lombardo Peyre Rogna e Berardus de Valgrana. ▼
Il corso della Stura segnava non solto il confine tra le diocesi di [[Asti]] e di [[Torino]] ma anche il confine tra Liguria e Lombardia Occidentale o Superiore.
▲La leggenda vuole che le popolazioni di villaggi vicini quali (Quaranta e [[Brusaporcello |Brusaporcello)]], stanchi delle vessazioni dei marchesi del [[marchesato del Monferrato|Monferrato]] e di [[marchesato di Saluzzo|Saluzzo]], si fossero rifugiate sul "Pizzo di Cuneo" (ben riparato dai due2 fiumitorrenti) dove peraltro, probabilmente, prosperava una comunità di fuggiaschi milanesi, e abbiano fondato il borgo, con la protezione dell'abate del monastero di San Dalmazzo e del vescovo di Asti, dichiarandolo libero comune ,; una situazione non isolata, poiché coevi, o di poco posteriori, sono i liberi comuni del Monte Vico ([[Mondovì]]) e di [[Savigliano]].
▲Quasi a confermare un'opposizione - non solo di fatto ma, anche di principio , - alla potenza dei signori feudali, a capo del nuovo borgo furono posti tre3 rettori: due2 nobili e uno1 del popolo. Era il 23 giugno [[1198]], vigilia di [[San Giovanni Battista]], con i falò che ardevano sulle alture e presso le porte del borgo, quando la gente di Cuneo acclamò i suoi primi tre rettori, i cui nomi meritano di essere3 tramandatirettorii: Pipinus de Vignolio, il lombardo Peyre Rogna e Berardus de Valgrana.
'''La guerra con i marchesi di Saluzzo'''
Nel [[1204]] i marchesi di Saluzzo dichiararono guerra ad Asti e Cuneo, per eliminare i principali alleati di Asti,; nel [[1206]] il marchese [[Manfredo II di Saluzzo]] si dovette sottomettere ad Asti e vietò agli abitanti di [[Villafalletto]], Costigliole, [[Centallo]] e Romanisio di trasferirsi a Cuneo senza il suo permesso, questo per evitare lo spopolamento dei villaggi del marchesato.
Dal [[1202]] a Cuneo comincia un regime podestarile.
Dal [[1202]] a Cuneo comincia un regime podestarile. Nel [[1204]] i marchesi di [[Saluzzo]], [[Monferrato]], [[Busca]], [[Ceva]], del Carretto e di [[Clavesana]] si alleano con [[Alba (Italia)|Alba]] e dichiarano guerra ad [[Asti]] e Cuneo. Nel [[1206]] [[Manfredo II di Saluzzo]] si arrende. ▼
▲Dal [[1202]] a Cuneo comincia un regime podestarile. Nel [[1204]] i marchesi di [[Saluzzo]], [[Monferrato]], [[Busca]], [[Ceva]], del Carretto e di [[Clavesana]] si alleano con [[Alba (Italia)|Alba]] e dichiarano guerra ad [[Asti]] e Cuneo. Nel [[1206]] [[Manfredo II di Saluzzo]] si arrende.
Nel [[1210]] il marchese di Saluzzo [[Manfredo II di Saluzzo|Manfredo II]] e [[Guglielmo VI del Monferrato|Guglielmo di Monferrato]] interruppero l'autonomia del comune, occupandolo con le armi e, in questo caso, risulta che Cuneo avesse perso il favore del vescovo di Asti. Sussistono documenti nella città di [[Tolosa]] pertinenti all'inquisizione contro i [[Catari]], che devastò, proprio in quegli anni, la ricca [[Linguadoca (provincia)|Linguadoca]] con una violenta crociata da parte dei [[Franchi]] del nord su precisa esortazione papale, in cui Cuneo è sospettata di offrire ospitalità agli [[Albigesi]] in fuga, e per questo motivo viene definita ''bourg tournant'' ovvero "borgo ruotante", località che apriva le porte agli eretici senza più patria e li assisteva per poi immetterli nella Val Padana. Un'accusa gravissima che avrebbe potuto legittimare e giustificare l'intervento del marchese di Saluzzo, il quale non vedeva l'ora di togliersi quella spina dal fianco. ▼
Nel [[1206]] [[Manfredo II di Saluzzo]] si arrende.
Nel [[1210]] il marchese di Saluzzo [[Manfredo II di Saluzzo|Manfredo II]] e [[Guglielmo VI del Monferrato|Guglielmo di Monferrato]] interruppero l'autonomia del comune, occupandolo con le armi; risulta che Cuneo avesse perso il favore del vescovo di Asti.
▲Nel [[1210]] il marchese di Saluzzo [[Manfredo II di Saluzzo|Manfredo II]] e [[Guglielmo VI del Monferrato|Guglielmo di Monferrato]] interruppero l'autonomia del comune, occupandolo con le armi e, in questo caso, risulta che Cuneo avesse perso il favore del vescovo di Asti. Sussistono documenti nella città di [[Tolosa |Tolosa,]] pertinenti all'inquisizione contro i [[Catari]] , (che devastò, proprio in quegli anni, la ricca [[Linguadoca (provincia)|Linguadoca]] , con una violenta crociata da parte dei [[Franchi]] del nord su precisa esortazione papale ,) in cui Cuneo è sospettata di offrire ospitalità agli [[Albigesi]] in fuga, e per questo motivo viene definita ''bourg tournant'' ovvero "borgo ruotante", località che apriva le porte agli eretici senza più patria e li assisteva , per poi immetterli nella Val Padana. Un'accusa gravissima che avrebbe potuto legittimare e giustificare l'intervento del marchese di Saluzzo, il quale non vedeva l'ora di togliersi quella spina dal fianco.
Accusa gravissima: avrebbe potuto legittimare e giustificare l'intervento del marchese di Saluzzo, il quale non vedeva l'ora di togliersi quella spina dal fianco.
'''Indipendenza, Cuneo diventa un libero comune'''
Nel [[1230]] Cuneo si allea con [[Borgo San Dalmazzo]] e [[Savigliano]], guidati; dalil milanese [[Oberto de Ozeno]] che libera Cuneo, ] la fortifica e ne diventa podestà, ma verrà ucciso in battaglia. Per vendicarsi della morte di Oberto, [[Milano]] dichiara guerra al marchese di [[Monferrato]] al quale verrà sottratta la città di [[Chivasso]]
Per vendicarsi della morte di Oberto, [[Milano]] dichiara guerra al marchese di [[Monferrato|Monferrato, cui]] verrà sottratta la città di [[Chivasso]]
La storia di Cuneo come libero comune durò circa trenta anni, questo periodo fu caratterizzato da numerose alleanze: fino al [[1237]] con [[Milano]], dal [[1238]] al [[1250]] con [[Federico II di Svevia|Federico II]] e infine dal [[1251]] al [[1258]] con [[Alba (Italia)|Alba]] e [[Asti]].
La storia di Cuneo come libero comune durò circa 30 anni; questo periodo fu caratterizzato da numerose alleanze: fino al [[1237]] con [[Milano]], dal [[1238]] al [[1250]] con [[Federico II di Svevia|Federico II]], dal [[1251]] al [[1258]] con [[Alba (Italia)|Alba]] e [[Asti]].
L'occupazione fu di breve durata. Dieci10 anni dopo il comune risorse, probabilmente con l'aiuto dei Milanesi, e; nel [[1238]] [[Federico II di Svevia|Federico II]] riconobbe ai cuneesi la loro libertà.
Nel [[1251]] al podestà vengono affiancati un giudice e da un miles i quali venivano, pagati 150 lire.
Cuneo era anche governata dal consiglio comunale, composto da un numero variabile di persone.
Nel [[1259]] cessò la vita autonoma del comune, che intanto aveva esteso la sua autorità nelle valli che, a raggiera, confluivano nell'altopiano tra i due2 fiumitorrenti, enonché sulle vicine valli del Grana e del Maira, (scontrandosi con il potente monastero di San Dalmazzo).
'''Sottomissione a Carlo d'Angiò'''
Nel [[1260]] l'alleanza quasi naturale con [[Carlo I d'Angiò|Carlo d'Angiò]], futuro re di Napoli, ma ancora [[conte di Provenza]], finì per sfociare in una dedizione che all'epoca sembrava conveniente tanto per i cuneesi quantoe per i provenzali.
Nel [[1306]] la zecca del [[Regno di Napoli]] si trasferisce a Cuneo.
In tal modo, con [[Alba (Italia)|Alba]], Cuneo divenne il principale centro dei domini angioini in [[Piemonte|Piemonte;]] e fu proprio allora che apparve per la prima volta il nome stesso di 'Piemonte', a indicare i domini provenzali ai piedi dei monti, una volta superati i colli alpini.
Cuneo era capitale di un distretto che si spingeva sinoarrivava alle valli dello Stura, del Gesso, del Grana e del, Vermenagna,; godeva di un proprio statuto, vantava notevoli franchigie fiscali e commerciali e, batteva propria moneta.
In un sigillo del comune di Cuneo del 1379, custodito presso l'archivio storico di Torino, spiccano le insegne degli Angiò (le tre3 bande orizzontali rosse su campo bianco) con la legenda: "Notum sit contis: Conium caput est Pedemontis" (Cuneo è la capitale del Piemonte). Nel [[1309]] muore [[Carlo II d'Angiò|Carlo II di Napoli]], tutti i nobili del [[Regno di Napoli]] si ritrovano a Cuneo per giurare fedeltà a [[Roberto di Napoli]].
Per tutto il XIII secolo'200 a Cuneo ci fu , probabilmente , una mansione [[templari|templare]], attestata dal toponimo "Spinetta" e, soprattutto, da un documento del [[1200]], indizione terza, giorno 12 maggio, due2 anni dopo la costituzione a libero comune. Si tratta dell'alienazione di beni immobili da parte di [[Ugone]], [[abate]] del monastero di San Dalmazzo al Borgo, nei confronti di un certo “messer Ursio”, per l'importo di 200 lire astensi: tali beni confinavano , su un lato , con una ''via comunis'', per due2 lati con beni appartenuti all'abbazia e per il quarto4° lato con la ''domus fratrum de Templo de Cuneo'' (da ''I Tempieri negli antichi Stati del [[Regno di Sardegna]]'' del cavaliere Ferrero di Ponsiglione). In località Spinetta esiste ancora il toponimo di "Torre dei Frati" . (Secondo molti storici francesi, principalmente Louis Charpentier, i toponimi riguardanti la rosa o la spina, come Epinay, Epine, Epinal, Epinac, Pinay, sono di probabile derivazione templare . A Cuneo erano presenti due “hospetali” antichissimi: il primo, l'hospitale della Santa Croce, potrebbe essere appartenuto in origine ai [[Templari]], mentre l'hospitale di [[San Giovanni Battista]] era gestito dagli [[Ospedalieri]], noti anche come Cavalieri di San Giovanni e, in seguito, [[Cavalieri di Malta]].)▼
A Cuneo erano presenti 2 “hospetali” antichissimi: il primo, 'hospitale della Santa Croce', potrebbe essere appartenuto, in origine, ai [[Templari]]; l'hospitale di [[San Giovanni Battista]]' era gestito dagli [[Ospedalieri]], noti anche come Cavalieri di San Giovanni e, in seguito, [[Cavalieri di Malta]].
Cuneo come capitale angioina del "Piemonte provenzale" prosperò, con alterne vicende, per più di 100 anni. Il legame con gli angioini fu interrotto in più occasioni: tra il [[1281]] ed il [[1305]] Cuneo fu sottomessa al [[marchese di Saluzzo]]; tra il [[1347]] e il [[1348]] passò, per la prima volta, sotto il dominio dei conti di Savoia, quindi fu soggetta all'autorità dei [[Visconti]] ([[1348]]-[[1356]]) che sembravano in procinto di diventare re dell'Alta Italia; poi, ancora una volta, tornò a far parte del marchesato di Saluzzo ([[1356]]) per essere nuovamente assoggettata ai Visconti ([[1366]]-[[1372]]).
▲Per tutto il XIII secolo a Cuneo ci fu probabilmente una mansione [[templari|templare]], attestata dal toponimo "Spinetta" e, soprattutto, da un documento del [[1200]], indizione terza, giorno 12 maggio, due anni dopo la costituzione a libero comune. Si tratta dell'alienazione di beni immobili da parte di [[Ugone]], [[abate]] del monastero di San Dalmazzo al Borgo, nei confronti di un certo “messer Ursio”, per l'importo di 200 lire astensi: tali beni confinavano su un lato con una ''via comunis'', per due lati con beni appartenuti all'abbazia e per il quarto lato con la ''domus fratrum de Templo de Cuneo'' (da ''I Tempieri negli antichi Stati del [[Regno di Sardegna]]'' del cavaliere Ferrero di Ponsiglione). In località Spinetta esiste ancora il toponimo di "Torre dei Frati". Secondo molti storici francesi, principalmente Louis Charpentier, i toponimi riguardanti la rosa o la spina, come Epinay, Epine, Epinal, Epinac, Pinay, sono di probabile derivazione templare. A Cuneo erano presenti due “hospetali” antichissimi: il primo, l'hospitale della Santa Croce, potrebbe essere appartenuto in origine ai [[Templari]], mentre l'hospitale di [[San Giovanni Battista]] era gestito dagli [[Ospedalieri]], noti anche come Cavalieri di San Giovanni e, in seguito, [[Cavalieri di Malta]].
Cuneo come capitale angioina del "Piemonte provenzale" prosperò con alterne vicende per più di cent'anni. Per la verità il legame con gli angioini fu interrotto in più occasioni: tra il [[1281]] ed il [[1305]] Cuneo fu sottomessa al [[marchese di Saluzzo]]; tra il [[1347]] e il [[1348]] passò per la prima volta sotto il dominio dei conti di Savoia, quindi fu soggetta all'autorità dei [[Visconti]] ([[1348]]-[[1356]]) che sembravano in procinto di diventare re dell'Alta Italia; poi, ancora una volta, tornò a far parte del marchesato di Saluzzo ([[1356]]) per essere nuovamente assoggettata ai Visconti ([[1366]]-[[1372]]). All'epoca Cuneo era un borgo aperto, commerciale, con logge di mercanti veneziani, pisani, genovesi, lombardi, provenzali e catalani. Un(un'importante piazza commerciale sull'asse [[Lombardia]]-[[Provenza]]-[[Catalogna]] o, se si preferisce, [[Milano]]-[[Marsiglia]]-[[Barcellona]].); Parepare che la località di Sant'Antonio Aradolo, all'imbocco della [[Valle Gesso|Valle Gesso -]] che portava al [[Colle delle Finestre]], dove transitava un'antica strada romana, - fosse, in origine, una stazione commerciale catalana.
'''Sottomissione ai Savoia'''
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