Deliceto: differenze tra le versioni
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==== Chiesa dell'Annunziata ====
La chiesa dell'Annunziata è la più antica esistente oggi nel territorio di Deliceto. Essa risale, con quello che era il convento attiguo (oggi in parte di proprietà della chiesa e in parte suddiviso in abitazioni private), al IX secolo (periodo longobardo-carolingio). La struttura interna della chiesa consiste in tre navate con archi gotici. Ricostruita e modificata diverse volte nel corso dei secoli. Nel 1200, a seguito della trascuratezza in cui era lasciata dai monaci dell'[[abbazia di Montecassino]], passò sotto la giurisdizione del vescovo di [[Bovino (Italia)|Bovino]] e fu ristrutturata in stile gotico. Ad essa era annesso un convento (delimitato da quelle che oggi sono corso Margherita e corso Umberto). Un'altra ristrutturazione seguì nel 1400. Fu amministrata dagli abati del [[santuario di Montevergine]] (ne è testimonianza tra l'altro un'immagine della Madonna di Montevergine conservata nella navata sinistra) fino al 1515 quando [[papa Leone X]] la cedette all'ospedale dell'Annunziata di [[Napoli]], da cui il nome attuale.
Il decreto di [[Gioacchino Murat]] del 1809 segnò l'inizio di una nuova fase della storia dei conventi locali e nazionali<ref>[http://www.mondimedievali.net/Finestra/soppressione.htm La soppressione degli ordini religiosi nella Capitanata del secolo XIX, Finestra sul passato: Capitanata, a cura di Barbara Di Simio<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Come conseguenza i conventi il cui numero di frati era inferiore a dodici venivano soppressi. Tra questi anche il convento adiacente alla chiesa dell'Annunziata che fu chiuso con l'emanazione della circolare del ministro del culto del 25 maggio 1811. I beni del convento furono devoluti al Santuario della Consolazione, nel territorio di Deliceto. Successivamente la chiesa fu seriamente danneggiata dal terremoto del 1930 che provocò la caduta di alcune volte ([[volta (architettura)]]) (poi ricostruite non rispettando lo stile architettonico della chiesa). All'interno della chiesa si trova un'antica fonte battesimale, ricavata da una colonna romana e un crocifisso ligneo risalente al Seicento. Sulla facciata della chiesa (sovrastata a destra da un campanile) oggi si trovano un reperto archeologico recentemente rinvenuto nei dintorni di Deliceto, il [[quadrato del Sator]], e un orologio solare, la [[meridiana]]. Questa chiesa era anche detta "la civica". Data la sua posizione centrale (nella piazzetta antistante e in corso Margherita si svolgeva gran parte della vita del paese) nel corso dei secoli, dal 1500 in poi, è stata usata anche come parlamentino locale (al suo interno si sono tenuti plebisciti e assemblee generali). Ancora oggi, in concomitanza di elezioni i comizi elettorali si tengono, come da tradizione, nella piazzetta prospiciente la chiesa <ref>[
==== Chiesa di Sant'Anna e Morti ====
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==== La cinta muraria ====
Intorno al [[1400]] il nucleo originario di Deliceto fu fortificato da una [[Mura (fortificazione)|cinta muraria]], che includeva tutto quello che allora era il centro abitato. Molto probabilmente la necessità di tale fortificazione derivava delle incursioni esterne, tipicamente dei [[saraceni]], che a quell'epoca stanziavano in numerose parti della [[Puglia]], della [[Campania]] e di altre regioni meridionali. Le mura che costituivano la cinta erano in sostanza un susseguirsi di case appoggiate l'una sull'altra a formare una struttura unica, che si affacciava sulla [[scarpate]] (dove scorrono i [[Gola (geografia)|burroni]] attraversati dalle [[fiumara (idrografia)|fiumare]] Gavitelle e Fontana) che delimitavano il borgo originario di Deliceto. Le zone più vulnerabili della cinta muraria erano fortificate con dei semplici terrapieni ([[barbacane]]). La cinta aveva tre [[porta cittadina|porte]] per permettere la comunicazione con l'esterno. Partendo dal lato [[Sud-Ovest]], la cinta costeggiava Via Castello, Vico Primo Castello, Rione Calabria e poi, scendendo per Via San Cristoforo, raggiungeva Porta Scarano, una delle tre porte d'accesso. Porta Scarano è rimasta intatta nei secoli ed ancora oggi è possibile ammirare il suo [[arco (architettura)|arco gotico]] a [[sesto acuto]], affiancato da una torretta ([[Torretta (architettura)]]) semicilindrica che serviva da guardiola per avvistare i nemici in avvicinamento. Proseguendo a semicerchio lungo via Loreto, la cinta raggiungeva l'attuale via Porta Caspio dove si trovava la Porta Caspia poi ribattezzata Porta Miroballo (in onore del Marchese Miroballo che la fece ricostruire). Sempre procedendo a semicerchio (da [[ovest]] verso nord-est), la cinta poi raggiungeva la terza porta chiamata Cavutello o Risciolo, che metteva in comunicazione l'attuale via Casati (“la stred r sott” in dialetto delicetano <ref>[
=== Altro ===
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==== Il Monumento ai Caduti ====
Subito all'esterno di quella che era porta Cavutello o Risciolo (una delle tre porte della cinta di mura che delimitava anticamente il borgo medievale di Deliceto per proteggerla dalle incursioni dei [[saraceni]]) si trova oggi Piazza Europa (in dialetto delicetano detta appunto ‘affuor la port'). Nel 1923 grazie all'iniziativa e al contributo finanziario della folta comunità delicetana residente a [[Newark]] (New Jersey, negli Stati Uniti d'America) al centro della piazza fu posto il Monumento ai Caduti. Il Monumento, che ricorda il sacrificio dei giovani delicetani nelle due guerre mondiali è costituito da una statua di bronzo raffigurante un soldato che lancia una bomba verso un nemico invisibile. Sulle lastre di marmo bianco che delimitano il basamento prismatico su cui poggia la statua sono incisi i nomi e i cognomi dei 73 delicetani caduti nella prima guerra mondiale e dei 50 delicetani caduti nella seconda guerra mondiale. Fino al 1950 circa dietro il monumento si trovava il Parco della Rimembranza, poi eliminato probabilmente per motivi di spazio<ref>[
==== Il Piazzale Belvedere ====
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==== Fontana Monumentale "Mariamalia" ====
Uscendo dal paese (in direzione [[Accadia]]), subito dopo aver attraversato il ponte sovrastante la fiumara Fontana, si incontra la [[fontana]] detta “Mariamalia”. Edificata “nell anno VIII dell Italico Risorgimento ad ornamento del paese e pel bisogno dei cittadini” (come reca la scritta in [[marmo]] sul [[basamento (architettura)|basamento]]), forma un'unica struttura con gli annessi lavatoio pubblico e abbeveratoio per animali. Ristrutturata nel [[1868]], venne dotata di una statua bronzea, denominate “Mariamalia”. La statua, proveniente da un monumento cimiteriale di [[Apice (Italia)|Apice]], fu posizionata su un basamento esagonale; ognuna delle sei facce del basamento è dotata di un getto d'acqua. La fontana è alimentata dalle acque sorgenti provenienti dalle colline sovrastanti. I cittadini delicetani ancora oggi, come da tradizione, bevono l'acqua della fontana, mentre l'abbeveratoio e la lavanderia hanno funzione puramente ornamentale e storica <ref>[
== Società ==
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