Effetto fotovoltaico: differenze tra le versioni

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== Aspetti teorici ==
L'effetto fotovoltaico, osservato per la prima volta da [[Alexandre Edmond Becquerel]] nel [[1839]], costituisce una delle prove indirette della natura corpuscolare delle [[onda elettromagnetica|onde elettromagnetiche]]. La teoria fisica che spiega l'[[effetto fotoelettrico]], del quale l'effetto fotovoltaico rappresenta una sottocategoria, fu pubblicata nel [[1905]] da [[Albert Einstein]] che per questo ricevette il [[Premio Nobel per la fisica]] nel [[1921]].<ref>[httphttps://www.nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1921/index.html The Nobel Prize in Physics 1921]</ref> Quando una [[radiazione elettromagnetica]] investe un materiale può, in certe condizioni, cedere energia agli elettroni più esterni degli atomi del materiale. Se l'energia ceduta è sufficiente, l'elettrone risulta libero di allontanarsi dall'atomo di origine. L'assenza dell'elettrone nell'atomo di origine viene chiamata [[Lacuna (fisica)|lacuna]]. L'energia sufficiente per liberare l'elettrone dall'atomo di origine (per passare quindi dalla banda di valenza che corrisponde allo stato legato più esterno alla banda di conduzione ove non è più legato) deve essere almeno uguale (e quindi anche maggiore) alla [[banda proibita]] del materiale.
 
Nella [[fisica]] dei sistemi fotovoltaici viene definita la ''risposta spettrale'' assoluta RS(λ), il rapporto tra la misura della [[corrente elettrica]] generata dalla [[cella fotovoltaica]] (misurata in [[ampere|A]]) e la [[potenza (elettrotecnica)|potenza]] incidente (misurata in [[watt|W]]). Normalmente questa misura viene fornita in termini [[Rappresentazione spettrale dei segnali|spettrali]], cioè in funzione della [[lunghezza d'onda]] (λ) della luce incidente sulla cella fotovoltaica in maniera del tutto analoga al concetto di [[risposta in frequenza]].