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===Edizione giapponese===
L'anime televisivo si compone di 40 episodi della durata di circa 23 minuti netti ciascuno, più uno, di durata doppia inedito in Italia, consistente in un breve riassunto della storia ed intitolato Ep. 41 (Compilation Completa) ''Versailles no Bara to Onnotachi'' ("La Rosa di Versailles e le Donne").
La serie fu realizzata dalla giapponese TMS, [[Tokyo Movie Shinsha]], nel 1979. La regia dei primi episodi fu affidata a [[Tadao Nagahama]], cui sarebbe subentrato con evidenti miglioramenti [[Osamu Dezaki]]: il subentro di Osamu Dezaki è riconosciuto ufficialmente a partire dal 18mo18° episodio ma in Giappone è noto che il grande regista affiancò e in pratica si sostituì a Nagahama, già a partire dal 12mo12° episodio della serie, avendo inoltre già diretto anche il 5°. La realizzazione dei disegni fu affidata alla Shingo Araki Production e [[Shingo Araki]] in persona curò il character design. Oggi il nome di Shingo Araki è sempre affiancato a quello di [[Michi Himeno]] che da sempre è sua compagna d'arte, perché il suo contributo alla serie si fece sempre più importante con il susseguirsi delle puntate, proprio per desiderio di Dezaki, che già nutriva per questa artista una profonda ammirazione. Vale la pena comunque di ricordare che molti altri nomi celebri parteciparono alla realizzazione di questo cartone animato, anche se oggi raramente li si ricorda in relazione ad esso,: uno per tutti, l'animatore [[Akio Sugino]]. La colonna sonora fu affidata al compositore [[Koji Makaino]], per il quale sarebbe stato il primo grande successo, che gli avrebbe aperto le porte per una brillante carriera.
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La serie, messa in onda dalla giapponese NTV per la prima volta tra il 1979 e il 1980, si rivelò un clamoroso insuccesso in Giappone, tanto che in alcuni distretti fu interrotta al 23mo24° episodio, dopo il quale fu improvvisata la messa in onda di un episodio-documentario sul finale, intitolato ''Moetsukita Bara no Shouzo'' (Ritratti di rose che bruciano). Ma a differenza del 41mo41° episodio, trasmesso diverse volte in Giappone, questo episodio-documentario non solo non fu mai esportato, ma si lasciò che venisse praticamente dimenticato anche nel paese d'origine (soprattutto per volere di Riyoko Ikeda, che da sempre lo considerò la prova evidente dell'insuccesso della serie animata).
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===Edizione italiana===
In Italia invece la serie riscosse da subito un grande successo: andò in onda per la prima volta nel 1982, con il titolo "Lady Oscar" (stesso titolo voluto in Giappone dai produttori del film dal vivo per la regia di Jacques Demi). L'Italia è stata, tra le nazioni europee, quella che fino ad oggi ha trasmesso l'anime con maggiore frequenza, sebbene nel corso degli anni la serie sia stata oggetto di molte censure (sia a livello di doppiaggio, sia a livello di veri e propri tagli nelle sequenze).
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