Farisei: differenze tra le versioni

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Essi, in vari momenti, si identificavano come un [[Partito|partito politico]], un [[Movimento (sociologia)|movimento sociale]] ed una scuola di pensiero; insieme ad [[esseni]], [[sadducei]] e [[zeloti]], i farisei erano il partito o ''filosofia'' di maggior importanza durante il [[periodo del Secondo Tempio]].
 
I conflitti tra farisei e [[sadducei]] hanno avuto luogo nel contesto di conflitti sociali e religiosi tra ebrei molto più ampi e di lunga data, risalenti alla [[cattività babilonese]] e aggravati dalla [[Giudea romana|conquista romana]]. Un conflitto era di ceto, tra ricchi e poveri, poiché i sadducei includevano principalmente le famiglie sacerdotali e aristocratiche.<ref name="Jewishvirtuallibrary.org">[httphttps://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/History/deadsea.html#Essenes "The Essenes"], su ''[[Jewish Virtual Library]]''.</ref> Un altro conflitto era culturale, tra chi favoriva l'[[ellenizzazione]] e coloro che la osteggiavano. Un terzo era giuridico-religioso, tra chi enfatizzava l'importanza del [[Secondo Tempio]] con i suoi riti e servizi cultuali, e coloro che sottolineavano l'importanza di altre [[Legge mosaica|Leggi mosaiche]]. Un quarto punto di conflitto, specificamente religioso, coinvolgeva diverse interpretazioni della [[Torah]] e come applicarle alla vita ebraica, con i sadducei che riconoscevano solo la [[Torah scritta]] e respingevano le dottrine della [[Torah orale]] e della [[risurrezione dei morti]].<ref>Per una sintesi, si veda [http://www.treccani.it/enciclopedia/fariseo/ "Fariseo"] su ''Treccani.it''</ref>
 
Le testimonianze più note sui farisei sono costituite dal [[Nuovo Testamento]] e dalle opere dello storico [[Flavio Giuseppe]] (37 – ca. 100 d.C.), egli stesso dichiaratosi fariseo.<ref>''[[Antichità giudaiche]]'', 18:11-15 [http://www.alateus.it/Antichitait.pdf]</ref> Poiché, tuttavia, l'[[ebraismo rabbinico]] o moderno (cfr. ''infra'') è essenzialmente derivato dal farisaismo, anch'esso ci attesta molti aspetti della dottrina e del pensiero di tale corrente spirituale. Giuseppe stimava la popolazione totale dei farisei prima della [[Assedio di Gerusalemme (70)|distruzione del Secondo tempio]] a circa 6&nbsp;000 ("exakischilioi").<ref>''[[Antichità giudaiche]]'', 17:42 [http://www.alateus.it/Antichitait.pdf]</ref> Affermava inoltre che i farisei ricevevano il supporto del popolino, in contrasto apparentemente con la più elitaria corrente dei sadducei:
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{{quote biblico|Tu agirai in base a quello che essi ti indicheranno nel luogo che il Signore avrà scelto e avrai cura di fare quanto ti avranno insegnato. Agirai in base alla legge che essi ti avranno insegnato e alla sentenza che ti avranno indicato; non devierai da quello che ti avranno esposto, né a destra, né a sinistra.|Deuteronomio 17:10-11}}
 
In un'interpretazione interessante, lo studioso [[Abraham Geiger]] postula che i sadducei fossero gli aderenti più conservatori dell'antica [[Halakhah]], mentre i farisei fossero più disposti a sviluppare una Halakhah come i tempi richiedevano.<ref>Si veda però Bernard Revel, che nel suo [httphttps://archive.org/search.php?query=creator:%22Revel,+Bernard,+1885-1940%22 ''Karaite Halacha''] (1912) respinge molte delle prove di Geiger.</ref>
 
==== Importanza del dibattito e dello studio della Legge ====
Tanto importante (se non più importante) quanto qualsiasi legge particolare era il valore che i rabbini davano allo studio normativo al dibattito. I [[maestri ebrei|saggi del Talmud]] credevano che quando insegnavano la [[Torah orale]] ai loro studenti, stessero imitando Mosè, che aveva insegnato la legge ai figli d'Israele. Inoltre, i rabbini ritenevano che "la corte celeste studiasse la Torah proprio come faceva quella terrena, discutendo anche le stesse questioni."<ref>[[Jacob Neusner]], ''Invitation to the Talmud: a Teaching Book, cit.'', p. 8.</ref> Così, dibattendo e contestando un dato significato della Torah, o il modo migliore per metterlo in pratica, nessun rabbino (o suo avversario) si sentiva colpevole in qualche modo di rifiutare Dio o di mettere in pericolo l'[[ebraismo]] – al contrario, era proprio attraverso tale argomentazioni che i rabbini imitavano e onoravano Dio.
 
Un segno di enfasi farisaica sul dibattito e sulle divergenze di opinione, è che [[Mishnah]] e [[Talmud]] contrassegnano diverse generazioni di studiosi in termini di diversi accoppiamenti di scuole contendenti. Nel primo secolo, per esempio, le due principali scuole farisaiche furono quelle di [[Dispute talmudiche tra Bet Shammai e Bet Hillel|Hillel e Shammai]]. Dopo la morte di Hillel nel [[20]] [[d.C.]], Shammai assunse la carica di presidente del [[Sinedrio]] fino alla sua morte nel [[30]]. I seguaci di questi due saggi dominarono il dibattito accademico nel corso dei decenni successivi. Sebbene il [[Talmud]] riporti le argomentazioni e le posizioni della scuola di Shammai, gli insegnamenti della scuola di Hillel alla fine furono considerati come i più autorevoli.<ref>[httphttps://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/biography/hillel.html "Hillel and Shammai"], su ''[[Jewish Virtual Library]]''.</ref>
 
== Da farisei a rabbini ==
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Dopo la distruzione del Tempio, [[Roma]] governò la [[Giudea romana|Giudea]] tramite un [[Procurator Augusti|Procuratore]] a [[Cesarea marittima|Cesarea]] e un [[Patriarca (ebraismo)|patriarca]] ebreo, riscuotendo inoltre il ''[[Fiscus iudaicus]]''. [[Jochanan Ben Zakkai]], un capo fariseo, fu nominato primo patriarca (con la [[ebraico|parola ebraica]] ''Nasi'', che significa anche [[principe]] o [[presidente]]) e ristabilì il [[Sinedrio]] a [[Yavne]] (si veda il relativo [[Concilio di Jamnia]]) sotto controllo fariseo. Invece di dare [[decima|decime]] ai sacerdoti e sacrificare le offerte al Tempio (ormai distrutto), i rabbini istruirono il popolo ebraico di fare beneficenza e carità. Inoltre, affermarono che tutti gli ebrei dovessero studiare in [[sinagoga|sinagoghe]] locali, perché la [[Torah]] "è un'eredità dell'assemblea di Giacobbe" ({{passo biblico2|Deuteronomio|33:4}}).
 
Dopo la distruzione del [[Primo Tempio]], gli ebrei credevano che Dio li avesse perdonati e consentisse loro di ricostruire il Tempio – evento che in realtà si verificò nel giro di tre generazioni. Dopo la distruzione del [[Secondo Tempio]], gli ebrei si chiesero se ciò sarebbe accaduto di nuovo. Quando l'imperatore [[Adriano]] nel [[132]] d.C. minacciò di ricostruire [[Gerusalemme]] come città pagana dedicata a [[Giove (divinità)|Giove]] col nome di [[Aelia Capitolina]], alcuni dei saggi più importanti del Sinedrio appoggiarono una ribellione guidata da [[Simon Bar Kokheba]], che stabilì un breve stato indipendente che fu riconquistato dai romani nel [[135]]. Con questa sconfitta, svanirono le speranze degli ebrei che il Tempio sarebbe stato ricostruito. Tuttavia, la speranza di un [[Terzo Tempio]] rimane una pietra miliare della fede ebraica.<ref>[httphttps://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Judaism/revolt1.html "The Bar-Kokhba Revolt (132–135 C.E.)"] di Shira Schoenberg, su ''[[Jewish Virtual Library]]''.</ref>
 
I romani vietarono agli ebrei di entrare a Gerusalemme (tranne che per il giorno di [[Tisha b'Av]]) e proibirono qualsiasi progetto di ricostruire il Tempio. Invece, assunsero la [[Giudea romana|Provincia di Giudea]] sotto controllo diretto, rinominandola [[Siria (provincia romana)|Siria Palestina]], e rititolarono Gerusalemme come [[Aelia Capitolina]]. I romani in seguito ricostituirono il [[Sinedrio]] sotto la guida di [[Yehuda HaNasi]] (che affermava di essere un discendente del re [[Davide]]). Da allora conferirono il titolo di "Nasi" come ereditario ed i figli di Yehuda servirono sia come patriarchi che come capi del Sinedrio.<ref>[https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/biography/hanasi.html "Yehudah HaNasi (Judah the Prince)"], su ''[[Jewish Virtual Library]]''.</ref>
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"<sup>33</sup> All'udire queste cose essi si irritarono e volevano metterli a morte. <sup>34</sup> Si alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome Gamaliele, dottore della legge, stimato presso tutto il popolo. Dato ordine di far uscire per un momento gli accusati, <sup>35</sup> disse: «Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per fare contro questi uomini. <sup>36</sup> Qualche tempo fa venne Tèuda, dicendo di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quanti s'erano lasciati persuadere da lui si dispersero e finirono nel nulla. <sup>37</sup> Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse molta gente a seguirlo, ma anch'egli perì e quanti s'erano lasciati persuadere da lui furono dispersi. <sup>38</sup> Per quanto riguarda il caso presente, ecco ciò che vi dico: Non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; <sup>39</sup> ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!»"</ref> Esistono vari riferimenti nel [[Nuovo Testamento]] a [[Paolo di Tarso]] come fariseo prima della sua conversione al [[cristianesimo]]<ref name="ReferenceB"/>
 
Il Nuovo Testamento – particolarmente i [[Vangeli sinottici]] – soprattutto presenta la dirigenza dei farisei come ossessionata da regole artificiali (in particolare in materia di purezza), mentre Gesù è più interessato all'amore di Dio; i farisei disprezzano i peccatori mentre Gesù li cerca. (Il Vangelo di Giovanni, che è l'unico vangelo in cui è menzionato Nicodemo, in particolare ritrae la setta come divisa e disposta a discutere). A causa delle frequenti rappresentazioni nel Nuovo Testamento dei farisei come [[legalismo|attaccati alle regole]] e boriosi, la parola "fariseo" (e suoi derivati) è entrata in uso quasi comune a descrivere una persona ipocrita e arrogante, che pone la lettera della legge prima dello spirito. Ad oggi quindi il termine ''fariseo'' nel linguaggio parlato non denota più un membro della setta religiosa ebraica, ma piuttosto una persona falsa, cattedratica, che guarda più alla forma delle proprie azioni e di quelle degli altri piuttosto che alla loro sostanza<ref>[http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/F/fariseo.shtml Fariseo] Dizionario Italiano - Corriere della Sera</ref><ref>{{en}} [httphttps://www.thefreedictionary.com/pharisee "pharisee- definition of pharisee"] su ''TheFreeDictionary.com''</ref>. La connotazione fortemente negativa del termine deriva principalmente dal fatto che [[Gesù]] usava spesso rimproverare i farisei e inveire contro il loro comportamento (sebbene Gesù fosse anche stato ospitato a pranzare da uno di loro<ref>[[Vangelo di Luca]] {{passo biblico|Lc7,36-50}}</ref>), in quanto essi si consideravano essere i "maestri della [[legge mosaica|Legge]]"; in secondo luogo, ciò deriva anche dalle lotte interne di gruppi e sette giudaiche esistite in contemporanea con quella dei farisei (tra cui i [[Giudeo-Cristianesimo|giudeo-cristiani]]) e che sarebbero state soppresse solo dopo la [[Terza guerra giudaica|rivolta di Bar Kokheba]].<ref>{{cita libro | autore= | titolo=Fariseo | editore=Treccani.it | url=http://www.treccani.it/vocabolario/fariseo/# | accesso=10 marzo 2014 | citazione= '''fariṡèo''' s. m. [dal lat. tardo ''pharisaeus'', gr. ϕαρισαῖος, dall'aramaico ''Pĕrīshayyā'', che significa propr. «separato»] – 1). Membro di una setta religiosa e politica ebraica, sorta nel II secolo a. C. e dominante fra i partiti del [[giudaismo]] negli ultimi tempi dell'età precristiana, contraria ad ogni influsso straniero sulla [[Halakhah|legge]], di cui predicava una rigorosa osservanza; la setta fu condannata da [[Gesù]] e dal [[origini del cristianesimo|cristianesimo primitivo]] per il suo eccessivo formalismo, ma bisogna riconoscere il merito ch'essa ebbe nell'aver affrontato lo studio dei testi e della tradizione biblica e di aver così trasmesso all'umanità un grande patrimonio culturale, che nella [[Bibbia]] ha il suo fondamento. 2). fig. Uomo falso, ipocrita, che guarda più alla forma che alla sostanza delle azioni (sign. derivato dalle invettive di Gesù contro i farisei, soprattutto in ''Matteo'' 23, 13 e 23, 27, e frutto anche delle aspre polemiche interne tra gruppi dell'ebraismo del tempo): ''Lo principe d'i novi Farisei'' ([[Dante]], con riferimento a [[Bonifacio VIII]]); ''viso da f.''; ''un agire da fariseo''. Con questo sign., può essere usato anche al femm.: ''è una farisea; si comporta da farisea.''}}</ref> Gli ebrei di oggi, che sono fedeli all'[[rabbinismo|ebraismo farisaico]], tipicamente lo trovano insultante e alcuni considerano l'uso della parola come [[antisemitismo|antisemita]].<ref>Michael Cook, [http://books.google.co.uk/books/about/Modern_Jews_Engage_the_New_Testament.html?id=LO1_PayaqHUC&redir_esc=y ''Modern Jews Engage the New Testament: Enhancing Jewish Well-being in a Christian Environment''], Jewish Lights Pub., 2008, p. 279.</ref>
 
Alcuni hanno ipotizzato che Gesù stesso fosse un fariseo e che i suoi argomenti coi farisei erano un segno di inclusione piuttosto che di fondamentale conflitto (il dibattito e la disputa erano modalità narrative dominanti usate nel Talmud come ricerca della verità e non necessariamente un segno di opposizione o ostilità).<ref>Hyam Maccoby, ''The Mythmaker. Paul and the Invention of Christianity'', Barnes & Noble Publishing, 1998, pp. 19-44.</ref> L'enfasi di Gesù ad amare il prossimo (si veda [[Comandamento dell'amore]]), per esempio, fa eco all'insegnamento della [[Hilelismo|scuola di Hillel]]. Le opinioni di Gesù sul divorzio ({{passo biblico2|Matteo|5}}), tuttavia, sono più vicine a quelle della [[Shammai|scuola di Shammai]], un altro fariseo.<ref name="Gow">David Gowler, [http://books.google.co.uk/books/about/Host_Guest_Enemy_and_Friend.html?id=70VeNAAACAAJ&redir_esc=y ''Host, Guest, Enemy, and Friend: Portraits of the Pharisees in Luke and Acts''], Wipf & Stock, 2008, pp. 211-237.</ref>