Franco De Felice: differenze tra le versioni

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Alla fine degli anni Cinquanta si [[Laurea|laureò]] in [[giurisprudenza]] all'[[Università degli Studi di Bari Aldo Moro]] con una tesi in diritto del lavoro sull'imponibile di manodopera in agricoltura; successivamente tentò il concorso in magistratura e fu per molti anni redattore della [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]]<ref name="europei">[[Giuseppe Vacca (1939)|Giuseppe Vacca]], [http://www.italianieuropei.it/italianieuropei-2-2012/item/1145-la-ricerca-storiografica-di-franco-de-felice-1962-1977.html ''La ricerca storiografica di Franco De Felice (1962-1977)'']</ref>. Alla fine degli anni Sessanta si impose all'attenzione del mondo accademico con una notevole introduzione alla ''Questione meridionale'' di [[Antonio Gramsci]] e poi, nel [[1971]], con il saggio ''Serrati, Bordiga, Gramsci e il problema della rivoluzione in Italia'', edito da De Donato<ref name=corriere/>. Per dieci anni (1987-1997) tenne la cattedra di [[storia contemporanea]] alla [[Sapienza - Università di Roma]]<ref name=corriere/><ref name=sapere/>.
 
Nel corso della sua attività intellettuale, si occupò particolarmente di storia del [[comunismo|movimento comunista]] e dei problemi del mondo del lavoro<ref name="sapere">[http://garzantilinguistica.sapere.it/enciclopedia/De+Felice,+Franco.html De Felice, Franco] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150119165115/http://garzantilinguistica.sapere.it/enciclopedia/De+Felice,+Franco.html |data=19 gennaio 2015 }}, Sapere.it</ref>, venendo considerato l'erede putativo di [[Paolo Spriano]]<ref name=corriere/>. Dopo aver studiato l'[[età giolittiana]] e le origini del [[socialismo]] italiano, negli ultimi anni aveva concentrato i suoi interessi sul periodo fra le due guerre e sull'Italia repubblicana, collaborando tra l'altro all'opera [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] diretta da [[Francesco Barbagallo]] con il saggio ''Nazione e sviluppo: un nodo non sciolto''<ref name=corriere/>. È stato inoltre uno dei fondatori dell'[[Istituto Gramsci]] in [[Puglia]]<ref>[[Aurelio Musi]], [http://www.treccani.it/enciclopedia/storiografia-gramsciana_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Politica%29/ Storiografia gramsciana], [[Enciclopedia Treccani]], 2013</ref>, ma nel [[1981]] rifiutò di assumerne la direzione della sezione storica<ref>Francesco Barbagallo, [httphttps://www.jstor.org/discover/10.2307/20567080?sid=21105104703051&uid=3738296&uid=70&uid=2&uid=4&uid=2129 Franco De Felice e il progetto della «Storia dell'Italia Repubblicana»] in ''La lezione di Franco De Felice'', Università di Bari, 6 aprile 2001</ref>.
 
Legatosi al [[Partito Comunista Italiano]], De Felice sosteneva che «nel rapporto passato-presente è quest'ultimo che deve tendere ad operare come elemento attivo, dominante e caratterizzante» e che di conseguenza lo storico deve assumere piena consapevolezza che anche la sua ricerca è un atto di direzione politica, sia pure in un campo limitato. Per lo storico [[marxismo|marxista]], egli scrive, questo vuol dire operare come «parte specifica (...) di un movimento di massa che tende a diventare Stato»; e «questa caratterizzazione – egli conclude – modifica sostanzialmente la definizione canonica dello storiografo»<ref name=europei/><ref>Franco De Felice, "Nodo centrale è il rapporto tra ricerca storica e movimento operaio", in O. Cecchi (a cura di), ''La ricerca storica marxista in Italia'', [[Editori Riuniti]], Roma, 1973, p. 106.</ref>.
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* ''Fascismo, democrazia, fronte popolare. Il movimento comunista alla svolta del 7º congresso dell'Internazionale'', (1973)
* ''Sapere e politica: l'organizzazione internazionale del lavoro tra le due guerre 1919-1939'', (1988)
* [httphttps://polser.files.wordpress.com/2011/02/oca786293.pdf ''Nazione e crisi: linee di frattura''], (2003)
 
== Note ==