Italia (nave ospedale): differenze tra le versioni

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Il 18 agosto 1940, poco più di due mesi dopo l'ingresso dell'Italia nella [[seconda guerra mondiale]], il piroscafo fu requisito a Trieste dalla Regia Marina, che lo derequisì l'8 ottobre 1940 per poi requisirlo nuovamente, sempre a Trieste, dal 15 ottobre 1940 al 10 novembre 1941, dopo di che la nave fu requisita dal [[Ministero delle Comunicazioni]]<ref name="nmp"/>. L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu utilizzato come trasporto truppe, sia, in prevalenza, sulle rotte per l'Albania<ref name="nmp"/> che su quelle della Libia, effettuando numerosi viaggi senza subire alcun danno<ref name="cn"/>.
 
Il 29 dicembre 1940 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' lasciò [[Valona]] alla volta di [[Brindisi]], in [[convoglio navale|convoglio]] con i grossi trasporti truppe ''Piemonte'' e ''Sardegna'' e con la scorta della [[torpediniera]] ''[[Antares (torpediniera)|Antares]]''<ref name="nh1">[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4012-25DEC02.htm Naval History – December 1940]</ref>. Alle 10.55<ref>[http://www.historisches-marinearchiv.de/projekte/asa/ausgabe.php?where_value=1761 Historisches Marinearchiv - ASA<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> del mattino del giorno stesso il convoglio venne attaccato 11 miglia a levante di [[Saseno]] dal [[sommergibile]] greco ''Proteus'', che silurò il ''Sardegna'': mentre il [[piroscafo]] colpito si appruava e si piegava sul fianco sinistro, per poi inabissarsi in [[posizione]] 40°31' N e 19°02' E<ref>{{cita|Notarangelo Pagano|p. 465}}</ref>, l<nowiki>’</nowiki>''Antares'' passò immediatamente al [[contrattacco]]: dapprima gettando undici [[bomba di profondità|bombe di profondità]] e costringendo il sommergibile ad emergere, poi, mentre il ''Proteus'' affiorava, speronandolo ed affondandolo con l'intero [[equipaggio]]<ref>[httphttps://worldwar2daybyday.blogspot.com/2010/12/day-486-december-29-1940.html World War II Day-By-Day: Day 486 December 29, 1940<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, una quarantina di miglia ad est di Brindisi<ref name="nh1"/><ref>[httphttps://greek-war-equipment.blogspot.com/2010/04/1927-1940-submarine-y-3-proteus.html A history of military equipment of Modern Greece (1821 - today): (1927-1940) Submarine Y-3 "Proteus"<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.trentoincina.it/mostrapost.php?id=323 I Sommergibili britannici<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.uboat.net/allies/warships/ship/9904.html RHS Proteus (Y 3) of the Royal Hellenic Navy - Submarine of the Proteus class - Allied Warships of WWII - uboat.net<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Dopo aver tratto in salvo i superstiti del ''Sardegna'', il convoglio proseguì per Brindisi<ref name="nh1"/>.
 
Il 30 luglio 1941 il piroscafo, insieme ad un altro trasporto truppe, l<nowiki>'</nowiki>''Aventino'', compì un viaggio trasportando truppe da Brindisi a [[Patrasso]] con la scorta della vecchia torpediniera ''[[Giacomo Medici (cacciatorpediniere)|Giacomo Medici]]'' e dell'[[incrociatore ausiliario]] ''[[Attilio Deffenu (incrociatore ausiliario)|Attilio Deffenu]]''<ref name="deffenu2">{{collegamento interrotto|1=[http://www.marcosieni.it/file/DEFENNU.pdf Da piroscafo passeggeri ad incrociatore ausiliario.] |date=ottobre 2017 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
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Il 10 settembre 1943, due giorni dopo la [[proclamazione]] dell'[[armistizio di Cassibile|armistizio]], l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu catturato dalle truppe tedesche a Durazzo, in seguito all'occupazione della [[città]] albanese<ref name="theshipslist"/><ref name="agenziabozzo"/><ref name="nmp"/>.
 
Alcune [[settimana|settimane]] dopo i comandi tedeschi decisero di utilizzare l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' e le altre navi italiane catturate a Durazzo per trasportare a [[Trieste]] i reparti della [[Divisione (unità militare)|Divisione]] «Brennero», i cui comandanti si erano accordati con i comandi tedeschi per il disarmo e trasferimento della Divisione in Italia<ref name="biblink">[http://www.biblink.it/download%20PDF/Annali__2_06.pdf Annali del Dipartimento di Storia – La Resistenza dei militari]</ref><ref name="secondorisorgimento">[httphttps://secondorisorgimento.blogspot.com/2010/01/una-ricerca-in-corso-il-caso-della.html Secondo Risorgimento<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Le operazioni d'imbarco si svolsero a Durazzo il 25 settembre<ref name="biblink"/>. Tali operazioni terminarono su tutte le navi (nel trasferimento vennero coinvolte le vecchie [[torpediniera|torpediniere]] ''[[Rosolino Pilo (cacciatorpediniere)|Pilo]]'' e ''[[Giuseppe Missori (cacciatorpediniere)|Missori]]'' e cinque mercantili, tra cui, oltre all<nowiki>'</nowiki>''Italia'', l'incrociatore ausiliario ''[[Arborea (incrociatore ausiliario)|Arborea]]'', il trasporto truppe ''Argentina'' e probabilmente anche i piroscafi ''Marco'' e ''Brumer''<ref name="secondorisorgimento"/>) alle sei di [[sera]] del giorno stesso (l'ultimo reparto ad essere imbarcato fu il 558º [[Gruppo (unità militare)|Gruppo]] Semovente, i cui 400-500 uomini, che inizialmente si pensava di lasciare a terra per mancanza di posto, vennero infine distribuiti a bordo delle navi in procinto di partire), ed un'ora dopo le sette navi lasciarono il porto [[Albania|albanese]] alla volta di Trieste<ref name="biblink"/>. Tutte le navi&nbsp;– l<nowiki>'</nowiki>''Arborea'', carico di truppe della «Brennero» ma con funzione anche di nave scorta, procedeva in testa, mentre le torpediniere erano ai lati del convoglio, la ''Pilo'' verso il [[mare]] e la ''Missori'' verso [[terra]]<ref name="secondorisorgimento"/> – erano condotte dai loro [[equipaggio|equipaggi]] italiani, disarmati e sorvegliati da picchetti della [[Wehrmacht]] o da reparti della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]] unitisi alle truppe tedesche<ref name="biblink"/>. Alle 23.45 dello stesso 25 settembre, durante la navigazione, l'equipaggio e gli uomini della «Brennero» imbarcati sulla ''Pilo'' assalirono il picchetto tedesco e, dopo averlo sopraffatto (il [[sottufficiale]] comandante venne ucciso, tre uomini furono gettati in mare e quattro catturati<ref name="secondorisorgimento"/>), riassunsero il controllo della nave, conducendola a [[Brindisi]] il 27 settembre<ref name="biblink"/>. Non vi furono altri tentativi in tale senso, così che il convoglio, dopo aver sostato brevemente a Trieste, proseguì alla volta di [[Venezia]], dove arrivò il 29 settembre, sbarcando gli uomini della «Brennero» allo [[scalo ferroviario]] della [[città]]<ref name="biblink"/>.
 
L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' rimase poi sotto il controllo delle [[Wehrmacht|forze tedesche]]. Il 6 luglio 1944 il piroscafo, attaccato da aerei, fu colpito da alcune [[bomba (ordigno)|bombe]], inabissandosi nel [[golfo]] di [[Arsia]], in [[Istria]]<ref name="cn"/><ref name="nmp"/>. Secondo altre fonti, il 6 luglio 1944 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu affondato da aerei alleati, ma a [[Trieste]], dove nel 1950 venne recuperato e [[demolizione|demolito]]<ref name="theshipslist"/><ref name="agenziabozzo"/>.