Lolicon: differenze tra le versioni
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Uomini adulti iniziarono a leggere manga shōjo a partire dagli anni settanta, in special modo quelli del ''Year 24 Group'' e le opere proto-femministe di ''Mutsu A-ko''<ref name="Galbraith 2011"/>: secondo Zank il lolicon si radica nella glorificazione della cultura popolare femminile giovanilistica giapponese (sino a giungere eventualmente anche all'indecenza e alla [[perversione]]), viene quindi ad utilizzar tutto il vocabolario appartenente allo shōjo<ref name=Zank>Zank, Dinah (2010). Kawaii vs. rorikon: The reinvention of the term Lolita in modern Japanese manga. In Comics as a Nexus of Cultures (Jefferson, NC: McFarland). pp.215-216</ref>. Lo stile lolicon prende in prestito tutta la grafica dello shōjo, ed è stato anche influenzato dalle donne che hanno creato opere [[hentai]] o [[yaoi]] destinate ad un pubblico maschile<ref name="Shigematsu 129">{{Cita libro|cognome=Shigematsu|nome=Setsu|titolo=Themes and Issues in Asian Cartooning: Cute, Cheap, Mad and Sexy|anno=1999|editore=Bowling Green State University Popular Press|pagine=129|curatore=Lent, J.A.|città=Bowling Green, OH|capitolo=Dimensions of Desire: Sex, Fantasy and Fetish in Japanese Comics|isbn=978-0-87972-779-6}}</ref>.
Secondo Darling artisti manga donne che traggono materiale dal lolicon (o che esso prendono per trarne ispirazione) sono [[Chiho Aoshima]] col suo "''La tribù dagli occhi rossi''"<ref>Darling, 85–6.</ref>, [[Aya Takano]] (''Universe Dream'')<ref>Darling, 86.</ref> e [[Kaworu Watashiya]] ([[Kodomo no Jikan]], interpretato da De Angelis come un autentico lolicon)<ref>{{Cita news|url=
Il significato di lolicon s'è evoluto molto all'interno del mondo occidentale, così come anche i termini [[anime]], [[otaku]] e [[hentai]]<ref name=amrgloss>{{Cita web|url=http://amr.nextstudio.net/html/gloss_lolicon.html|titolo=Glossary Entry: Lolicon|editore=''Anime Meta-Review''|accesso=6 gennaio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071011082129/http://amr.nextstudio.net/html/gloss_lolicon.html|dataarchivio=11 ottobre 2007|urlmorto=sì}}</ref>. Con lolicon ci si riferisce poi anche direttamente ai prodotti anime o manga che contengono al loro interno rappresentazioni esplicitamente sessuali o erotiche di ragazzine poco più che bambine: tuttavia vi è disaccordo se questa definizione si possa applicare anche ai bambini minori di 12 anni e se si possa applicare anche al materiale privo di espliciti contenuti sessuali<ref name="comic relief" /><ref name=amrgloss/><ref name=Teatrino>{{Cita web | url=
==Storia==
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Ma l'attenzione del pubblico, in senso negativo, è esplosa quando [[Tsutomu Miyazaki]] rapì e assassinò quattro bambine tra i 4 e i 7 anni d'età tra il 1988 e il 1989, commettendo atti di [[necrofilia]] sui loro cadaveri<ref>[http://search.japantimes.co.jp/member/nn20060118a2.html "Serial killer Miyazaki must hang: Supreme Court"], ''The Japan Times''. 01/18/2006. Retrieved July 7, 2007.</ref>; risultò che fosse un [[otaku]] ossessivo ritiratosi dal mondo con una particolare predilezione per il genere lolicon (ciò portò a sostenere che esso fosse di fatto pericoloso). L'alta corte di Tokyo lo considerò sano di mente affermando che "''gli omicidi sono stati accuratamente premeditati e derivati essenzialmente da fantasie sessuali perverse del soggetto''"<ref>[http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/nn20010629a1.html "Court rules serial killer Miyazaki sane"], ''The Japan Times,'' 06/29/01. Retrieved June 7, 2007.</ref>. È stato condannato a morte ed impiccato per i suoi crimini il 17 giugno 2008, esattamente dopo vent'anni dai fatti commessi<ref>{{Cita news|url=http://www.nytimes.com/marketing/iht/search/?iht|titolo=Reports: Japan executes man convicted of killing and mutilating young girls in 1980s|editore=International Herald Tribune|data=17 giugno 2008|accesso=17 giugno 2008}}</ref>.
Il caso provocò un autentico "panico morale" che portò ad identificare per un breve periodo tutti i manga come essenzialmente nocivi, scatenando una vera e propria repressione da parte delle autorità locali per gli editori e distributori, comprese le aziende più grandi, giungendo perfino ad arrestare alcuni creatori di dojinshi<ref name="sixty years"/>. In seguito, l'organizzazione no-profit CASPAR è stata fondata con l'obiettivo di creare e favorire una regolamentazione in senso restrittivo del genere lolicon<ref name="Otaku"/><ref name=AnimeNewsNetwork>{{Cita web | url =
Il sentimento pubblico contrario a raffigurazioni sessuali di minori negli anime s'è rianimato nel 2005, quando un condannato per l'omicidio di una bambina di 7 anni è stato sospettato d'essere un lolicon<ref name=AnimeNewsNetwork/>: nonostante le ampie speculazioni fatte a questo proposito dai media è stato successivamente scoperto che l'assassino [[Kaoru Kobayashi]] raramente ha avuto interesse per manga, videogiochi o bambole<ref>{{Cita web|url=http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/fd20050206t3.html|titolo=Otaku harassed as sex-crime fears mount|accesso=6 gennaio 2008|autore=|data=6 febbraio 2005|editore=[[The Japan Times]]}}</ref>. Egli ha tuttavia sostenuto d'aver iniziato ad interessarsi alle bambine piccole dopo aver visto un video animato pornografico che le ritraeva quand'era ancora studente al liceo<ref name="Nakamura">[http://search.japantimes.co.jp/member/member.html?nn20050518f1.htm "Child porn, if animated, eludes regulators"], by Akemi Nakamura, ''The Japan Times''. 05/18/2005. Retrieved June 7, 2007.</ref>.
Nel febbraio 2010 è stata presentata una proposta di modifica alla legge che regola ciò che può essere venduto o meno ai minori, che include il divieto di raffigurazioni sessuali di giovani in materiale di fantasia<ref>{{Cita news|url=
Un'edizione riveduta è stata presentata in novembre del 2010, sempre al governo regionale di Tokyo<ref>{{Cita news|url=
L'opera ''Oku-sama wa Shōgakusei'' di Seji Matsuyama è stato indicato come titolo da sottoporre a restrizioni in quanto include la scena di uno [[stupro]] su un bambino<ref>[
==Polemiche==
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Lo status giuridico dei manga ed anime lolicon che ritraggono bambine coinvolte eroticamente con adulti è cambiato con il tempo ed è attualmente in una fase di dibattito molto intenso in Giappone<ref name="adultmanga"/><ref>Gelder, Ken. ''The Subcultures Reader'', 2nd ed. Oxon: Routledge, 2005. p. 547. ISBN 0-415-34415-8</ref>. L'associazione senza scopo di lucro denominata CASPAR ha sostenuto che [[manga]], [[videogame]] ed [[anime]] lolicon incoraggino i crimini sessuali<ref name=AnimeNewsNetwork/>.
In opposizione a tale impostazione, è stato fatto notare che i crimini riguardanti abusi sessuali sui minori sono di molto diminuiti dagli anni sessanta e settanta, epoca che coincide grosso modo con la crescente presenza dei ''fantasy'' in stile lolicon: Galbraith ritiene però che questo non sia un argomento a favore del fatto che il lolicon "''compensi e trasformi in immagini innocue reali desideri sessuali''", ma che invece le immagini lolicon non riflettono i reali desideri dei lettori, non inducendoli o ispirandoli quindi a commetter crimini<ref name="Galbraith 2011"/>. È stato anche suggerito che una limitazione espressiva di stampo sessuale in [[manga]] e [[eroge]] potrebbe invece in effetti aumentar il tasso dei crimini a sfondo sessuale, in quanto eliminerebbe una presa innocua sui desideri che potrebbero motivare il reato (il lolicon sarebbe allora una valvola di sfogo teorica per desideri coscientemente irrealizzabili)<ref name="Internet Association Japan">{{Cita web|url=
Alcuni critici hanno contestato che questo genere inciti alla [[pedofilia]], contribuendo ad un aumento degli [[abusi sessuali sui bambini]]<ref>{{cita web|url=http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/fl20040427zg.html|titolo=Does comic relief hurt kids?|editore=The Japan Times|lingua=en|accesso=7 gennaio 2008}}</ref>, mentre altri sostengono che non vi sia alcuna [[Prova (diritto)|prova]] diretta di ciò<ref>{{cita web|url=
Il critico culturale [[Hiroki Azuma]] ha affermato che ben pochi lettor di manga lolicon si sentono spinti a commetter atti criminali: nella cultura [[otaku]] il lolicon è invece "''la più conveniente forma di ribellione contro la società''". Azuma dice che alcuni otaku "''si sentono talmente esclusi e ai margini della società, quasi come fossero una sorta di maniaci attratti dalle bambine''"<ref name="comic relief">{{Cita news|url=http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/fl20040427zg.html|titolo=Does comic relief hurt kids?|autore=Tony McNicol|pubblicazione=[[The Japan Times]]|data=27 aprile 2004|accesso=18 gennaio 2008}}</ref>.
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