Vetrego: differenze tra le versioni

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==Il toponimo==
Oggi, dopo i ritrovamenti di reperti archeologici, si è certi che Vetrego esisteva nel [[I secolo d.C.]] Se si accredita la tesi di alcuni studiosi secondo i quali il [[graticolato romano]] arrivava fino ai margini della [[laguna di Venezia]], allora il paese esisteva in epoca [[paleoveneti|paleoveneta]]. Sembra essere valida la tesi che Vetrego derivi da "Vetus [[Vicus]]" (Vecchio Villaggio)<ref>Dante Olivieri "Toponomastica veneta" Città di Castello- 1914, cit. nel paragrafo 6 di "AA. VV. - Piero don Mozzato (a cura di) -Vetrego - Storia e Vita - Mirano – 2000"</ref>.
I secoli successivi alle invasioni barbariche provocarono nella zona l'impaludamento e la formazione di boscaglie, come ricorda la località di "Roncoduro" (attuale svincolo del [[Passante di Mestre]]), dal verbo medievale ''roncare'', luogo da dove si è dovuto sterpare e divellerre piante per rimettere a coltura il terreno.<ref name="ref_A">Giorgio Vecchiato - C'era una volta Vetrego (pagine per una storia del paese)- ed. Almigivec Computer Editions - Mirano, 1997</ref>
Questa operazione di disboscamento e bonifica deve essere stata lunga e faticosa, se ancora nel [[1117]], il toponimo diventa "Vitrico" o "Vitricum", da ''Vetere ricuum'', cioè antico luogo paludoso.<ref> Emilio Perizzolo, Ad immagine della nostra terra – Vetrego, i vetreghesi e la loro storia – p4 - Mirano 1986 </ref>
Sembra, secondo il professor [[Gerhard Rohlfs (filologo)|Gerhard Rohlfs]], che il toponimo Vetrego , come pochi altri con "la strana desinenza in ''–ego , - ega'' " presenti nel nord Italia (Levego (frazione di [[Belluno]]), il fiume [[Marzenego]], [[Albignasego]], Resinego (località di [[San Vito di Cadore]]), il monte Tranego -Belluno) possa essere assegnato come origine a popoli di origine preindoeuropea o paleoveneta. Visto che "è presumibile che accanto ai Liguri, ai Veneti e agli Etruschi, altri popoli [...] abbiano lasciato tracce nella toponomastica locale."<ref>Gerhard Rohlfs Studi e ricerche su lingua e dialetti d'Italia. Sansoni, Firenze, 1972 cit. in "Perizzolo Emilio - op. cit. g 5 </ref>
 
==Il territorio==
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Il territorio della frazione confina con le frazioni di: [[Marano Veneziano]] (Comune di [[Mira (Italia)]]), Mirano capoluogo, la località Formigo di [[Scaltenigo]], [[Ballò]], la località Roncoduro di Cazzago (Comune di [[Pianiga]]), la località Molinella di Mira Taglio, comune di Mira (VE).
 
Il governo delle acque dei fiumi [[Muson Vecchio|Muson]], [[Naviglio del Brenta|Brenta]] e Serraglio e tutti i corsi d'acqua che lo attraversano, realizzati dalle diverse bonifiche che si sono via via succedute (romane, benedettine, veneziane), è sempre stata fondamentale per la sopravvivenza della frazione. I rii Pionca, Volpin e Cognaro nascono come derivazione dal fiume [[Tergola]] nella zona tra Codiverno (Vigonza) e Sant' Andrea di Campodarsego. Gli altri (Comuna, Comunetto, Cesenègo) sono dei scoli artificiali presenti già nelle bonifiche veneziane del 1650.<ref> Giorgio Orfeo Vecchiato - ''C'era una volta Vetrego -Storia e cultura popolare ''- seconda edizione Roma 2016- p 58-59 </ref>
 
===I vari "''tagli''" del territorio===
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*[[2000]] 1216 abitanti con 382 famiglie;
 
La cronologia demografica è una sintesi di diverse fonti.<ref> vedere prgf 67 de"AA. VV. - Piero don Mozzato (a cura di) -Vetrego - Storia e Vita - Mirano – 2000"</ref>.
 
==Storia==
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===Dal 1008 al 1612===
 
L'organizzazione cristiana a Vetrego inizierebbe, secondo alcune deduzioni e ritrovamenti, nel [[1008]], con una "[[cappella]]" (ovvero una chiesa priva della fonte battesimale, di norma una succursale di una Chiesa madre dalla quale dipendono i Vicari officianti) localizzata nell'attuale località Ca' Rezzonico, che sarebbe stata costruita dai Monaci di San Benedetto dell'[[Abbazia Sant'Ilario di Venezia]] a [[Malcontenta]]. Una sintetica descrizione del territorio di Vetrego si rintraccia per la prima volta nell'atto di vendita del 15 giugno [[1117]] con cui Ansedisio e Widoto di [[Collalto]], conti della [[Marca trevigiana]] cedevano al monastero di Sant'Ilario diverse proprietà. Successivamente esiste un lascito testamentario del [[1192]] della contessa<ref> Morgante Cristina, Testamento di Speronella 1192, in ''Vetrego, storia e vita'', Mirano 2000 </ref>. [[Speronella Dalesmanni]], prima moglie di Jacopino [[da Carrara]], feudataria del Vescovo di Padova, a favore della cappella di [[San Silvestro]] di Vetrego e di [[San Bartolomeo]] di [[Ballò]]. Nel [[1260]] i frati di Sant'Ilario cedettero l'organizzazione della cappella di Vetrego, assieme con le cappelle di Ballò e [[Scaltenigo]], ai sacerdoti della "[[pieve]]" (ovvero la ''chiesa'' dell'[[Alto Medioevo]] quale chiesa battesimale, matrice di tutte le chiese minori e delle assoggettate cappelle) di Santa Maria di [[Borbiago]], frazione di [[Mira (Italia)]], al Vescovo della [[Diocesi di Treviso]]. Successivamente le cappelle di Ballò e di Vetrego si distaccaro nel [[1305]] dalla pieve di Borbiago creando una nuova parrocchia, quella di Ballò, alle dipendenze del Vescovo di Treviso. Ci sono documenti che segnalano nel [[1388]] Bartolomeo Novello, signore di Padova donò ai signori di [[Peraga (Vigonza)|Peraga]], tra altri beni della zona di [[Mirano]], anche il territorio di Vetrego. Negli anni successivi Vetrego seguì le vicissitudini dei territori di [[Mirano]] e delle comunità contermini nella sottomissione alla Repubblica di San Marco.
Per quanto riguarda Vetrego è certificata nel [[1520]] la prima visita del vescovo di [[Treviso]] che autorizzò la costituzione della prima [[Confraternita (Chiesa cattolica)|Confraternita]] del Santissimo Sacramento. A seguito della volontà della piccola comunità nel [[1573]] venne costruita, nel sito dell'attuale chiesa, la prima Canonica di una "curazia" (ovvero per un ''curato stabile''). Nel [[1597]] fu inaugurata la seconda chiesa.
Nel [[1612]] terminò l'escavazione del Taglio Nuovo o ''Canale di Mirano'', iniziati nel [[1604]] con la completa diversione delle acque del fiume [[Musone (Veneto)|Muson]] (attuale [[Muson Vecchio]]).
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===Dal 1946 ai giorni nostri===
Nel dopoguerra ci fu l'insediamento nel [[1946]] delle [[Suore Francescane di Cristo Re]].<ref>AA. VV. – Suore Francescane di Cristo Re – 50 anni di apostolato a Vetrego – 23 giugno 1996</ref> Tale presenza rimarrà per 50 anni (fino al [[1996]]) educando intere generazioni. La prima sede dell'Asilo (ora scuola materna) era il riadattamento dell'ex-chiesa, ora oratorio. Nel [[1957]], venne inaugurata la nuova scuola materna parrocchiale (progetto dell'architetto Antonio Venezian) e la creazione dell'attuale piazza.
Il 22 dicembre dello stesso anno morirono due amministratori comunali e l'autista in un incidente ferroviario ad un passaggio a livello, incidente dovuto alla fitta nebbia.<ref> vedere Delibera CC Mirano n.1-11 febbraio 1958</ref>
Nel ([[1962]]) ci fu il raddoppio (e successivamente la terza corsia nel [[1993]]) dell'[[Autostrada A4 (Italia)|autostrada A4]], opere che coincisero con l'ennesima inondazione della località le Basse.
La riduzione della natalità e la razionalizzazione del sistema scolastico provocano nel [[1997]] la chiusura delle scuole statali. Le scuole più vicine sono, come prima del [[1903]], nelle frazioni di [[Ballò]] e [[Scaltenigo]].
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All'inizio dell'[[XIX secolo|Ottocento]] il censimento napoleonico c'erano solo 5 famiglie che possedevano il terreno che lavoravano; la stragrande maggioranza dei campi erano in mano ai latifondisti. Oltre ai nobili veneziani Costantino [[Morosini (famiglia)|Morosini]], Giovanni [[Grimani]], Abbondio [[Rezzonico (famiglia)|Rezzonico]], Giovanni Venuti e ai Conti Costa, erano padroni di Vetrego anche Andrea Bellini, Bernardo Monferdini ed Alessandro Bonvecchiato, il quale da solo ne possedeva ben il 41% del totale.
Con il passar degli anni e la sostituzione della borghesia ai nobili fra i proprietari dei campi vetreghesi si ritrovano i Dalla Pozza di [[Marano Veneziano]], i Beati da [[Spinea]] e i Cantelàn da [[Santa Maria di Sala]]. Oltre che i campi possedevano anche una buona parte delle abitazioni. Ad esempio i Bonvecchiato possedevano una trentina di case e una delle due osterie; i Rezzonico ne avevano una quindicina compresa la seconda osteria.
Alla visita pastorale del vescovo di Treviso del 1883, fu verbalizzato che vi erano ''"abitanti 500, inconfessi 5: tutti contadini. Un terzo di parrocchia è in posizione che, specialmente d'inverno, è assolutamente impraticabile [...] Quei di Vetrego sono poverissimi ed emigrano" ''<ref> Gabriele De Rosa in Tempo religioso e tempo storico- vol. 2 pg 60 - Ediz. di Storia e letteratura - anno 1987</ref>.
Tra il [[1895]] e il [[1912]] ci fu un notevole incremento di abitanti, merito sia del miglioramento igienico - sanitario che della riduzione del [[tasso di mortalità]] e dell'importante fenomeno di [[migrazione]] di nuovi nuclei famigliari che acquistarono piccoli appezzamenti di terreno. Tra di loro ci furono diverse famiglie che ritornavano da un periodo [[emigrazione]] oltreoceano ([[Brasile]], [[Stati Uniti d'America|USA]]), altre arrivano dai paesi vicini.
 
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==Tradizioni e folclore==
L'essere la più piccola tra le frazioni del Comune di [[Mirano]] ha prodotto nei vetreghesi alcuni detti popolari<ref> Giorgioname="ref_A" Vecchiato - C'era una volta Vetrego (pagine per una storia del paese)- ed. Almigivec Computer Editions - Mirano, 1997</ref>.(in lingua veneta parlata).
* "''Porco Miràn … can no magna can!''" (Maledetto Mirano … cane non mangia cane!): imprecazione nei riguardi dei Signori di Mirano, tutti solidali contro la gente delle frazioni.
* "''Quei de Miràn, i passa ancuò e i sajùda domàn!''" (Quelli di Mirano, passano oggi e salutano domani!).