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Durante il [[sacco di Roma (1527)|sacco di Roma]] gli affreschi della Stanza della Segnatura, come anche altre opere d'arte subirono danni dai soldati luterani che accesero fuochi il cui fumo danneggiò gli affreschi e tracciarono scritte incise sulla fascia basamentale che vennero coperte da ridipinture seicentesche.<ref>André Chastel, Il Sacco di Roma, Einaudi, Torino 1983, pag. 6</ref>
 
=== Studi ===
[[File:Cartone di raffaello all'ambrosiana 01.jpg|thumb|upright=1.6|Il cartone di Raffaello all'Ambrosiana]]
Del dipinto esistono vari studi preparatori superstiti. Il progetto primitivo appare in un foglio conservato a [[Siena]], che mostra un'idea molto diversa: in esso un filosofo, forse [[Platone]], è assiso su un basamento con tre saggi ai suoi piedi e intorno una folla di discepoli. La gerarchia rigida di tale disegno e una certa disorganicità nel gruppo periferico appare completamente rivoluzionato nel cartone che si conserva alla [[Pinacoteca Ambrosiana]].
 
In esso, che riguarda la metà inferiore senza l'architettura, sono già definiti tutti i personaggi come nella versione definitiva, ad eccezione dell'autoritratto di Raffaello, del presunto ritratto del Sodoma e della figura di Eraclito/Michelangelo: dall'esame dell'intonaco risulta che quest'ultima è stata realizzata dopo le altre, forse aggiunta come omaggio al collega dopo la scopertura parziale della [[volta della Cappella Sistina]], nel [[1511 ]]<ref>Il primo a formulare tale ipotesi è stato [[Deoclecio Redig De Campos]], ''Michelangelo Buonarroti nel IV centenario del Giudizio universale (1541-1941)'', Firenze, Sansoni, pagg. 205-219. L'osservazione relativa all'intonaco è stata confermata dal restauro terminato nel 1996. Cf. Marcia Hall (ed.) cit., pag. 47 nota 64</ref>. Nel cartone gli effetti chiaroscurali sono molto accentuati, divergendo dallo [[sfumato]] leonardesco che è più riscontrabile nell'affresco compiuto<ref name=D102/>.
Del dipinto esistono vari studi preparatori superstiti. Il progetto primitivo appare in un foglio conservato a Siena che mostra un'idea molto diversa: in esso un filosofo, forse Platone, è assiso su un basamento con tre saggi ai suoi piedi e intorno una folla di discepoli. La gerarchia rigida di tale disegno e una certa disorganicità nel gruppo periferico appare completamente rivoluzionato nel cartone che si conserva alla Pinacoteca Ambrosiana.
 
In esso, che riguarda la metà inferiore senza l'architettura, sono già definiti tutti i personaggi come nella versione definitiva, ad eccezione dell'autoritratto di Raffaello, del presunto ritratto del Sodoma e della figura di Eraclito/Michelangelo: dall'esame dell'intonaco risulta che quest'ultima è stata realizzata dopo le altre, forse aggiunta come omaggio al collega dopo la scopertura parziale della volta della Cappella Sistina, nel 1511 Il primo a formulare tale ipotesi è stato Deoclecio Redig De Campos, ''Michelangelo Buonarroti nel IV centenario del Giudizio universale (1541-1941)'', Firenze, Sansoni, pagg. 205-219. L'osservazione relativa all'intonaco è stata confermata dal restauro terminato nel 1996. Cf. Marcia Hall (ed.) cit., pag. 47 nota 64. Nel cartone gli effetti chiaroscurali sono molto accentuati, divergendo dallo sfumato leonardesco che è più riscontrabile nell'affresco compiuto.
 
== Descrizione e stile ==