Strage di Pietrarsa: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 31:
In conseguenza di quanto sopra, lo stabilimento fu interessato da una serie successiva di scioperi da parte degli operai, che si protrassero fino al 23 giugno 1863. In questa data, Bozza promise il reintegro degli operai licenziati, ma al prezzo di dimezzare lo stipendio a tutti i lavoratori. I 458 operai restanti tuttavia non ricevettero in tempo lo stipendio ed il 6 agosto 1863 entrarono nuovamente in sciopero con maggior decisione. Alle due del pomeriggio il capo contabile Zimmermann contattò il posto di polizia di Portici, chiedendo l'invio di sei agenti per contenere gli operai. La forza pubblica si rivelò tuttavia insufficiente, e fu inviato un contingente di bersaglieri al comando di [[Nicola Amore]], poi divenuto sindaco di Napoli. Gli operai aprirono i cancelli per parlamentare, ma i militari caricarono, non fermandosi neanche alla fuga dei lavoratori.
 
Il risultato della carica fu di 4 morti accertati e 2017 feriti gravi<ref name="ReferenceC">[http://www.ferroviedellostato.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=082568ae9d50a110VgnVCM10000080a3e90aRCRD Il-museo-nazionale di Pietrarsa.pdf a pag 21] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091004073734/http://www.ferroviedellostato.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=082568ae9d50a110VgnVCM10000080a3e90aRCRD |data=4 ottobre 2009 }}</ref>. I morti accertati sul posto furono Luigi Fabbricini ed Aniello Marino, mentre Domenico Del Grosso ed Aniello Olivieri morirono all'Ospedale dei Pellegrini di Napoli<ref>Archivio di Stato di Napoli, fondo Questura, fascio 16.</ref>. Rimasero invece gravemente feriti e portati anch'essi all'Ospedale dei Pellegrini gli operai Aniello de Luca, Domenico Citale, Mariano Castiglione, Salvatore Calamagni, Antonio Coppola. Meno gravemente feriti e curatisi in famiglia gli operai Alfonso Miranda, Raffaele Pellecchia, Giuseppe Chiariello, Carlo Imparato, Tommaso Cocozza, Giovanni Quatonno, Giuseppe Calibè, Leopoldo Aldi, Francesco Ottaiano, Pasquale de Gaetano, Vincenzo Simonetti, Pasquale Porzio. Nella sua relazione al [[Prefetto]], Nicola Amore parlò poi di ''fatali e irresistibili circostanze''<ref>Archivio di Stato di Napoli, “Fondo Questura”, Fascio 16, inventario 78.</ref><ref>[http://www.ferroviedellostato.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=082568ae9d50a110VgnVCM10000080a3e90aRCRD Il-museo-nazionale di Pietrarsa.pdf a pag 21] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091004073734/http://www.ferroviedellostato.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=082568ae9d50a110VgnVCM10000080a3e90aRCRD |data=4 ottobre 2009 }}</ref>.
 
===Conseguenze e memoria===